Le Ied (improvised explosive device), le bombe “artigianali”, sono le armi più temute dalle forze alleate in Afghanistan. Per parare la minaccia il Pentagono ha avuto, dal 2004, finanziamenti record: quasi 17 miliardi di dollari. Denaro con il quale sono stati finanziati programmi avanzati. Ma alla fine, per stessa ammissione degli ufficiali, la miglior risposta sono le unità cinofile. Usando gli apparati tecnologici, gli artificieri sono in grado di scoprire il 50 per cento degli ordigni. Se fanno intervenire i cani la percentuale sale all’80 per cento. Una capacità che li rende quanto mai preziosi nel teatro afghano e, a volte, insostituibili.
3000 CANI "IN SERVIZIO" - Il Pentagono, infatti, ha investito molto sulle unità cinofile ed oggi può contare su oltre 3000 animali, alcuni dei quali sono considerati dei “veterani” essendo stati schierati più di una volta sul fronte di guerra. Molti sono caduti al fianco dei loro istruttori, tanti hanno salvato le vite dei militari. E non sono pochi i cani che hanno riportato ferite terribili o hanno sofferto lo stress da combattimento. Un sacrificio che alcune associazioni vorrebbero vedere riconosciuto in modo ufficiale con la costruzione di un monumento e il conferimento di medaglie al valore. Cosa già fatta dai britannici che, mantenendo una vecchia tradizione, hanno assegnato un’onorificenza a Treo, un labrador anti-bomba impiegato in Afghanistan. E’ possibile che il numero delle unità cinofile sia destinato a crescere vista l’intensificazione degli agguati terroristici condotti con le Ied.
AUMENTO DELL'USO DELLE BOMBE DA PARTE DEI TALEBANI - I talebani le seminano in grandi quantità: nei primi otto mesi del 2010, dicono le statistiche, ci sono stati 1062 attacchi coronati da successo. Nello stesso periodo del 2009 erano stati “solo” 820. Ordigni, inoltre, sempre più potenti in grado di danneggiare anche i veicoli blindati studiati per resistere a questo tipo di trappole. Interessante, infine, un dato. Ispirandosi a quanto fatto dagli insorti in Iraq e in Afghanistan, le Ied hanno riscosso “successo” anche in altri quadranti geografici: secondo uno studio vi è, su scala globale, una media di 273 attacchi al mese condotti con questi ordigni. Le bombe sono “popolari” tra i gruppi armati perché sono relativamente facili da mettere a punto e possono essere composte di materiale non militare, come il fertilizzante, biglie di ferro, chiodi.