Dopo il Tuca tuca spunta il Bunga bunga. Ma se il primo è un successo musicale tutto italiano, inventato dal caschetto biondo della Carrà, questo Bunga bunga non sembra essere «solo» un ballo sexy oppure un fiore indonesiano ma qualcosa di più. Apparentemente il Bunga bunga è una specialità africana, più probabilmente libica, forse cara a Gheddafi, e quindi d'importazione. Ma in queste ore, dopo la sua apparizione in atti giudiziari della procura di Milano, tutti si chiedono cosa effettivamente sia. E sul web impazza il tormentone.
LA VICENDA - Ruby, la minorenne marocchina, che questa estate ha raccontato ai pm di Milano delle sue visite nella villa di Arcore e delle decine di belle donne, vip ed escort, presenti alle feste di Silvio Berlusconi, ha svelato, nero su bianco ai giudici, le regole del «Bunga bunga». E cioè di quel rituale del padrone di casa d'invitare alcune ospiti, le più disponibili - racconta a verbale la diciassettenne - ad un dopo cena hard. «Silvio mi disse che quella formula l'aveva copiata da Gheddafi: è un rito del suo harem africano». Vere o no le parole di Ruby, c'è da scommettere che il Bunga bunga diventerà il prossimo tormentone nazionale.
Fede: «Prostituzione? Non so cosa sia»
LA BARZELLETTA - Il Bunga bunga ha già fatto la sua apparizione nell'intreccio gossip-politica in cui è avvinghiato il nostro Belpaese. E il rituale erotico del bunga bunga? «È una semplice barzelletta, peraltro nota». Bunga bunga? «Di queste cose non so nulla, il salotto lo chiamavano così. C’è un salotto a Villa San Martino con un bar, dove ci si sedeva, si beveva qualcosa, qualche volta c’era la musica». Ma «bunga bunga non so cosa sia», dice Emilio Fede, che poi ricorda: «È una semplice barzelletta, peraltro nota».
Infatti nell'aprile del 2009 a parlarne ad un giornalista del Corriere del Mezzogiorno è nientemeno che Noemi Letizia, colei che dava del «papi» a Berlusconi: Mi racconta qual è la sua barzelletta preferita tra le tante che il premier le racconta? «Vi sono due ministri del governo Prodi che vanno in Africa, su un’isola deserta, e vengono catturati da una tribù di indigeni - rispondeva la biondina di Portici - Il capo tribù interpella il primo ostaggio e gli propone: ‘‘Vuoi morire o Bunga-bunga?’’. Il ministro sceglie: ‘‘Bunga-bunga’’. E viene violentato. Il secondo prigioniero, anche lui messo dinanzi alla scelta, non indugia e risponde: ‘‘Voglio morire!’’. Ma il capo tribù: ‘‘Prima Bunga-bunga e poi morire». Per i meno burloni ovvero per i più pignoli suggeriamo di andare a sbirciare la definizione che del Bunga bunga ne dà in rete l'«urbandictionary». Mortale.