Campo Marzo, bello di giorno non quando cala la notte
Vicenza. Ci sono due Campo Marzo: quello di giorno, sotto il sole, dove si può portare il barboncino a passeggiare e sedersi ai tavolini dei bar. Poi cala la sera ed ecco l'altro Campo Marzo: dove c'è chi si è trovato la porta forzata o esce di casa solo con un cane grosso come un orso e ha scoperto gente che dormiva in cantina. E la differenza tra la pace e le paure quotidiane a volte è distante venti metri, un angolo o la strada vicina. Tanto che c'è chi dà il nome senza problemi e chi no «perché non si sa mai».
Sono le due facce del parco cittadino: quelle di chi parla di «zona disastrosa» e chi la definisce «il posto più bello di Vicenza». Pochi controlli? Basta a un bar e si vedono passare in mezz'ora polizia, polizia municipale carabinieri. Almeno di giorno. Poi alla sera tutto diventa più difficile.
«Noi qui non abbiamo grandi problemi -, dice Franca Battilana, titolare del Caffè Corretto in viale Giuseppe Verdi -, al massimo qualcuno che viene a chiedere l'elemosina o perfino un lavoro. Ho aperto da poco, ma secondo me questa è la zona più bella. Però con i vicini pensavamo di mettere delle telecamere, più come deterrente che altro. A uno di loro hanno tentato di entrare in casa due volte».
Lui è Franco Nardo, due portoni accanto: «Mesi fa ho chiesto perfino di togliere le panchine qui davanti - racconta -. Ho scritto a polizia e Comune ma nessuno mi ha risposto. La sera è pericoloso, per ben due volte mi hanno scardinato il portone, da una signora qui sopra sono entrati nell'appartamento...». Gabriella Ceranto è impiegata nell'immobiliare del palazzo accanto, vista panoramica sul parco. Problemi, dice, non ne ha mai avuti «in particolare di giorno. Ogni tanto caso mai sentiamo il rumore delle risse qui vicino».
Dall'altra parte, dietro il bar Moresco, c'è Emilio che guarda da dietro il cancello di una delle palazzine e scuote la testa: «Vivo qui da 70 anni. Una volta era diverso, adesso è diventato un gabinetto. Alla sera non vado fuori e se lo faccio vado con Pluto», che è una specie di mix tra un pastore e un rottwailer ma molto più grande. Mentre parla passa una pattuglia dei vigili urbani, lui indica la telecamera sul palo della luce: «Quella c'è, ma credo che non funzioni. Risse? Ogni tanto si sente casino. Comunque il problema qui è la Seriola: è diventata una fogna a cielo aperto».
Le titolari del bar Moresco non si fanno molti riguardi: «Dalle 8 di sera sembra una casbah. È sempre peggio, spacciano. Servirebbe un posto fisso di sorveglianza». Esce una signora anziana dal condominio all'angolo tra piazzale Bologna e Battaglione Monte Berico, racconta che «qui abbiamo trovato gente che dormiva nelle cantine. Invece sulla strada davanti si siedono, mangiano e sporcano». Antonio Girardi, titolare di Ag coiffeur sempre in Batt. Monte Berico: «Oramai potrei fare il censimento dei tossici di Vicenza. Stamattina ho lavato le macchie di sangue davanti alla porta, ne è rimasta qualcuna. Quando piove si mettono qui sotto la galleria. A volte mi nascondono la droga nelle fioriere. O sopra la saracinesca chiusa. Soluzioni? Forse la videosorveglianza».
Lì vive anche Camilla Cuccarolo, simpatizzante Pdl che però parla bene di Variati («Il sindaco sta facendo bene»). Si definisce «rappresentante dei cittadini della zona»: «Quando torno a casa mi faccio accompagnare. Conosco bene la zona, abito qui da 47 anni. Piuttosto: ci hanno riempito di pullman qui davanti. E adesso siamo pieni di buche».