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Mercoled 29 Novembre 2017
SI INAUGURA SABATO, 25 NOVEMBRE, ALLE ORE 12, AL MAGAZZINO 26 DEL PORTO VECCHIO DI TRIESTE, LA 1° EDIZIONE DELLA “BIENNALE INTERNAZIONALE DONNA”

IN MOSTRA 130 OPERE DI ARTISTE DI TUTTA EUROPA. SARÀ ANCHE ATTIVO UN “CAFFÈ DELL'ARTE” PER INCONTRI E SCAMBI D'IDEE CON LE PROTAGONISTE DELL'EVENTO
UN'ESPOSIZIONE REALIZZATA DALL'ASSOCIAZIONE CULTURALE PORTO ARTE IN COORGANIZZAZIONE CON IL COMUNE DI TRIESTE PER PROMUOVERE E DARE VISIBILITÀ ALLE MOLTEPLICI ESPRESSIVITÀ E CAPACITÀ FEMMINILI IN TUTTI I SETTORI DELLE ARTI, DELL'ARTIGIANATO E ARTI APPLICATE E DELL'IMPRENDITORIA FEMMINILE.


Inaugurazione di gran rilievo sabato 25 novembre, alle ore 12, al Magazzino 26 del Porto Vecchio di Trieste, per la “Biennale Internazionale Donna”, un'esposizione realizzata dall'Associazione culturale Porto Arte, sorta nel 2003 per promuovere il recupero della zona portuale dismessa, in coorganizzazione con il Comune di Trieste-Assessorato alla Cultura, con il supporto di Italia Nostra e il contributo dell'Ufficio della Consigliera di Parità di Trieste.

Si tratta – come è stato spiegato oggi in Municipio nella conferenza stampa di presentazione, cui hanno partecipato l'Assessore comunale alla Cultura Giorgio Rossi e, per il Comitato promotore della manifestazione, Antonella Caroli, Barbara Fornasir e Alda Radetti, nonché la Consigliera di Parità di Trieste Gabriella Taddeo – di un progetto che, dando continuità alla “Biennale Diffusa” del 2011, si propone di dare visibilità alle molteplici espressività e capacità femminili; creando inoltre una speciale occasione di incontro internazionale fra le culture dei vari Paesi partecipanti – in questa edizione limitati all'area europea, ma già dal prossimo anno puntando a estendersi agli altri continenti – e andando a “collocarsi” nel particolare contesto di archeologia industriale del Porto Vecchio, con ciò intendendo dare anche un significativo contributo al riuso e rivalorizzazione dell'area.

Rispondendo agli inviti diffusi in tutti i Paesi europei tramite gli Istituti Italiani di Cultura, grazie alla fondamentale collaborazione fornita in tal senso dal Ministero degli Esteri, e venendo quindi a premiare l'impegnativo lavoro svolto, già a partire dal 2013, dalle tre componenti del Comitato promotore che hanno lungamente e scrupolosamente preparato il percorso di questa Biennale, allestendo una fitta rete di contatti nazionali e internazionali, sono state alla fine ben 170 le artiste, di Italia, Croazia, Slovenia, Germania, Austria, Olanda, Lussemburgo e Lituania, che hanno fatto pervenire la domanda di partecipazione alla mostra. E di queste, ben 130 opere sono state selezionate da una qualificata Giuria, composta da Maria Campitelli, Vittoria Alliata di Valguarnera, Vanja Strukelj, Barbara Fornasir e Marija Tonkovic.

L'esposizione, con un allestimento curato dalla stessa arch. Barbara Fornasir, si svilupperà nelle sale site al primo e al secondo piano del Magazzino 26 e sarà articolata in tre sezioni rispettivamente dedicate all'artigianato e arti applicate (moda, abbigliamento, accessori, arredamento, tappezzerie, decorazioni, oggettistica ecc.), alle arti nel senso più “classico” (ovvero a tutte le espressioni artistiche comprese tra musica, canto, poesia, pittura, scultura, ma anche fotografia, video, installazioni e performances diverse …) e all'imprenditoria femminile.
Il tutto nel dichiarato intento di porre in evidenza la creatività femminile in tutte le sue manifestazioni e far risaltare la capacità e la bravura anche di giovani poco conosciute, nel contempo favorendo un ritorno ai mestieri artistici e artigianali.

In proposito, aprendo una serie di interventi illustrativi dell'evento, l'Assessore comunale alla Cultura Giorgio Rossi ha sottolineato come uno degli obiettivi tra i principali e prioritari di questa Amministrazione sia “assolutamente quello di rilanciare il Porto Vecchio, innanzitutto attraverso la cultura e la sua capacità di creare grandi attenzioni e richiamo di persone; e ciò naturalmente anche per tener fede e corrispondere all'impegno e agli stanziamenti (i 50 milioni, n.d.r.) del Governo al fine della trasformazione dell'antico scalo triestino nel prefigurato Grande Attrattore Culturale Transfrontaliero. E la “Biennale Internazionale Donna”, nel riempire di significativi contenuti alcuni spazi del Magazzino 26 e grazie alla partecipazione delle tante artiste che arriveranno, oltre che dalla nostra città, anche da territori ben più lontani, italiani ed europei, potrà essere un ottimo 'apripista' nella direzione che tutti auspichiamo. Anche per questo – ha ancora precisato Rossi – il mio Assessorato alla Cultura e l'Amministrazione Comunale tutta abbiamo accolto e sostenuto, anche con un nostro finanziamento, la proposta pervenuta dall'Associazione Porto Arte. Quest'anno – ha rimarcato l'Assessore – abbiamo rilanciato San Giusto, il prossimo sarà, grazie anche a questa stimolante iniziativa, il turno del rilancio del Porto Vecchio!”
“E devo dire – ha concluso Rossi - che ammiro personalmente tutte coloro che, con grande tenacia, hanno dedicato tempo e impegno a questa “impresa”, collaborando bene anche con le nostre strutture municipali, oltre che con “Italia Nostra” e con i suoi giovani volontari che hanno garantito un costante supporto. Così, grazie alla “Biennale Internazionale Donna”, luoghi finora solitari cominceranno a riempirsi e a venir frequentati e saranno inoltre finalmente messe nella giusta luce le grandi capacità delle donne in tutte le espressioni artistiche; capacità tuttavia ugualmente troppo spesso ancora sacrificate e misconosciute.”

Dopo l'Assessore Rossi è toccato a Antonella Caroli, presidente provinciale di Italia Nostra, ispettrice dei Beni Culturali per le archiviazioni regionali – e, secondo la definizione dello stesso Giorgio Rossi, “vestale del Porto Vecchio” per le sue iniziative di salvaguardia e tutela architettonica dell'antico scalo e dei preziosi reperti di archeologia industriale ivi contenuti -, evidenziare un opportuno “collegamento” tra il grande evento che si apre sabato e la storia, le tradizioni “di modernità” e la specificità culturale e financo caratteriale della nostra Città, ovvero di una Trieste dove le arti applicate femminili - che proprio qui, come a Vienna, in Germania e in altre parti d'Europa furono le protagoniste di quel momento artistico fondamentale che segnò il passaggio dall’artigianato alla produzione artistica in serie – trovavano già 130 anni fa una loro speciale “collocazione” e pionieristico – per quei tempi – ruolo, grazie alla fondazione, proprio nel 1887, nello storico edificio di via Battisti 27, di una Scuola Industriale Statale tra le più importanti – se non la più importante - dell’Impero Austro-Ungarico, la Kaiserliche und Koenigliche Staats Gewerbeschule Triest (poi divenuta l'Istituto Tecnico Industriale “Volta”, n.d.r.), direttamente collegata con l'Österreichisches Museum für angewandte Kunst (il Museo per le Arti Applicate) di Vienna. Ebbene, nell'Istituto di via Battisti (allora Corsia Stadion) si affermò in breve una frequentata Sezione femminile, inizialmente rivolta all'arte del ricamo e ai merletti. Alla prima classe – spiega la Caroli - venivano ammesse allieve che avevano compiuto il quattordicesimo anno di età, frequentato la “Scuola popolare” (almeno la V classe) e che dimostravano di avere delle abilità nell’arte del ricamo. Ma le allieve frequentavano anche lezioni di cultura generale, aritmetica e geometria, elementi di scienze, disegno, governo domestico, lavoro ed educazione fisica – e si era alla fine dell'800 ! -. Vi venivano successivamente svolti corsi di tecnologia e merceologia per permettere la conoscenza pratica delle materie prime e delle merci usate nell’industria dell’abbigliamento e in quelle dell’alimentazione e dell’arredamento della casa. Il corso di tecnologia comportava anche per le alunne l’esecuzione di lavorazioni nei laboratori, trattare degli arnesi e delle macchine e illustrarne funzionamento e manutenzione. Nell’ultimo anno si svolgeva infine anche un corso di arte applicata che riguardava in particolare la parte decorativa dell’abbigliamento e dell’arredamento. Nei laboratori si riproducevano e si presentavano oggetti artistici. A fine anno le allieve preparavano numerose esposizioni e “fiere” per illustrare lo sviluppo della moda, comprendendovi sia il vestiario che gli accessori dell’abbigliamento, oltre alle applicazioni artistiche nella decorazione della casa, le tappezzerie, i mobili e l'oggettistica di alto valore.
“Ecco che allora – questa la conclusione della Caroli, al termine di questo interessante excursus storico – Trieste, a cavallo tra '800 e '900, era assolutamente all'avanguardia quanto al ruolo della donna, specificamente nel settore delle arti applicate ! E con grandi manifestazioni e iniziative in questo campo, addirittura anticipando la stessa Vienna dove l'esperienza della “Wiener Werkstätte”, di Josef Hoffmann e Koloman Moser, anch'essa con l’obiettivo di introdurre nella normale vita quotidiana oggetti di elevato valore estetico e artistico, prese avvio solo alcuni anni dopo, all'inizio del nuovo secolo, ovvero nel 1903”.
“Se ne può dedurre che anche oggi Trieste, recuperando quello spirito di iniziativa, può mirare legittimamente a ricostituire un “faro” e un riferimento in questo senso, dando spazio alle intuizioni delle nuove generazioni e delle donne in particolare, sulla scorta di questa felice nostra tradizione”.

Ma anche Alda Radetti, ideatrice dell’evento nonché commissaria per le Pari Opportunità del Comune di Trieste, ha voluto agganciare l'attualità a precisi riferimenti della nostra storia cittadina: “Questa “Biennale Internazionale Donna”, che ci prefiggiamo diventi un appuntamento continuativo, prende avvio non a caso – ha sottolineato - nel 300° anniversario della nascita dell'Imperatrice Maria Teresa d'Austria, una grande donna che ha gettato le basi per la nascita di Trieste quale città moderna e portuale ! Inoltre, sarà inaugurata, altrettanto non casualmente, il 25 novembre, “Giornata” dedicata al rifiuto di ogni violenza sulle donne e di ogni diminuzione dei loro diritti e opportunità.”
“Ed è importante – così ancora la Radetti - che a Trieste, come avvenuto ad Amsterdam alcuni anni fa, le donne abbiano uno spazio privilegiato per esprimere e diffondere le loro capacità artistiche. Con questo intento abbiamo scelto e richiesto l'affascinante spazio del Magazzino 26 del Porto Vecchio, per evidenziare nella cornice migliore la bravura di pittrici, scultrici, poetesse, ma anche di creatrici ed esecutrici di arti applicate che avranno una eccezionale occasione per far conoscere il proprio lavoro.”
“Per questo desideriamo ringraziare il Comune e l'Assessore Rossi, senza il cui appoggio il nostro grande progetto sarebbe rimasto solo un bel sogno!”

La Consigliera di Parità di Trieste Gabriella Taddeo, nel dar notizia di aver potuto attingere a un “Fondo ministeriale delle Consigliere di Parità per le Azioni Positive”, rendendo così possibile finanziare la stampa del catalogo della mostra, ha poi dichiarato che “inorgoglisce l'avvio, a Trieste, dell'inedita “Biennale Internazionale Donna”, che conferma e afferma l'ostinazione e i talenti delle donne: uno spazio “conquistato” in un luogo magnifico, quale il Porto Vecchio, in cui essere protagoniste assolute, e dove accendere i riflettori sulla creatività femminile, svelando l'interpretazione che le donne danno del mondo attraverso la loro arte, le loro intuizioni e il saper fare”.

Infine, l'architetto Barbara Fornasir, presidente di Porto Arte e curatrice dell'allestimento dell'esposizione, per dire che “la mostra sarà un'eccezionale occasione, soprattutto per chi verrà da fuori Trieste, anche per scoprire questo luogo particolare che è il Porto Vecchio. Chi arriverà a Trieste, oltre a visitare l'esposizione e ammirare le opere di giovani promesse e delle artiste più affermate, avrà pure la fortuna e la sorpresa di vedere questa architettonicamente splendida e interessantissima area dismessa, ricca di storia, interdetta al pubblico fino a pochi mesi fa.”
“Il nostro evento – ha proseguito - riporterà il Porto Vecchio alla ribalta dei grandi appuntamenti culturali e, assieme alla conseguita conquista della kermesse scientifica di ESOF che vedrà proprio il Porto Vecchio di Trieste ospitare la sede della “Città Europea della Scienza 2020”, consentirà alla nostra Città di presentarsi e farsi conoscere nel mondo come il luogo dove Cultura e Scienza sono capaci di generare occupazione, rilancio economico e coesione sociale.”
La Fornasir ha quindi “rivelato” alcuni tra i nomi più affermati delle protagoniste della mostra, dalle triestine e ben note Giorgetta Dorfles, Gigetta Tamaro Semerani e Monica Kirchmayr, alle “estere” Sanja Sašo, Ana Perić e Marie Hugo nipote del famoso scrittore d'oltralpe.
Affermando ancora che, in una prospettiva di futura prosecuzione e crescita di questo evento, la “Biennale Internazionale Donna” potrebbe puntare, usufruendo degli speciali e attrattivi spazi del Porto Vecchio, a collegarsi con le iniziative della Biennale di Venezia, anche per ospitare qualche particolare sezione della rassegna lagunare, e magari attivando in tal senso degli specifici collegamenti via mare.

Ancora Antonella Caroli, da ultimo, ha annunciato che la cerimonia inaugurale di sabato vedrà la presenza di Rodolfo Corrias, restauratore e direttore-conservatore della Galleria Nazionale di Arte Moderna di Roma nonché rappresentante nazionale di Italia Nostra, che svolgerà un proprio intervento.

Nel corso della mostra verranno organizzati diversi incontri ed eventi speciali, inoltre, durante gli orari di apertura, sarà allestito un “bar temporaneo” gestito dal ristorante Pier, del Marina San Giusto, con caffetteria, drink e cocktail, uno dei quali appositamente creato per l'occasione e dedicato alla mostra.
E ci sarà anche un “Caffè dell'Arte” dove, ogni domenica mattina, verso le ore 12, sarà possibile gustare un brunch con le artiste: un momento di incontro e di scambio di idee sia tra le artiste stesse che tra le artiste e il pubblico presente desideroso di porre domande e avere risposte su contenuti e significati dell'arte, “anche perchè – come ha detto oggi Barbara Fornasir – è sempre più necessario ricostruire dei rapporti diretti e “caldi” tra le persone, che non siano solo quelli freddi e impersonali che passano attraverso internet e i 'social'”.

La “Biennale Internazionale Donna” sarà visitabile fino al 21 gennaio 2018, con orario 10-13 il venerdì e dalle 12 alle 19 tutti i sabati, le domeniche e i giorni festivi.

Aperture con orari diversificati saranno effettuate domenica 31 dicembre (10-13) e venerdì 5 gennaio (12-19). Nelle giornate di domenica 24 e lunedì 25 dicembre la mostra sarà invece chiusa.

Il biglietto d'ingresso sarà di 3 Euro (gratuito fino ai 14 anni).



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