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Sorta sull'acqua, senza strade percorribili da macchine, è una città unica al mondo anche... nei nomi! L'unica piazza è quella di San Marco (e c'è piazzale Roma, l'unica a cui accedono le macchine), le altre piazze sono chiamate campi, le strade calli, i canali rio (con l'eccezione del Canal Grande e di quello della Giudecca). Inoltre girando per Venezia ci si imbatte in bellissime chiese dedicate a santi... mai sentiti prima! C'è un perché: i nomi sono in veneziano: Sant'Alvise (Luigi), San Stae (Eustacchio), Zanipolo (Giovanni e Paolo), Marcuola (fusione di Ermagora e Fortunato), San Pantalon (Pantaleone), San Zulian (Giuliano).

Venezia e l'arte marittima: E' stata Regina dell'Adriatico grazie alla potente trireme veneziana, agile nave d'assalto. La sapienza degli artigiani lagunari si esprime nelle gondole (un'opera d'ingegneria mirabile), le cui forme (severe) ed il colore (nero) sono state regolamentate dalle Leggi Suntuarie del 1562, per limitare la troppa ostentazione allora in voga. C'è stata quindi la fine del lusso? Certo che no!
Occhio alla nave da cerimonia dei Dogi, il Bucintoro, il più ornato dei vascelli.
La bellezza degli edifici che si affacciano sul Canal Grande è stupefacente! Per passare da una sponda all'altra del canale, però, ci sono solo tre ponti: il ponte degli Scalzi, Rialto e quello dell'Accademia.

Venezia è divisa in sestrieri (sei, per la precisione; Cannaregio, Castello, San Marco, Dorsoduro, Giudecca, Santa Croce-San Polo), unità amministrative istituite da Napoleone. Gli indirizzi non seguono il normale sistema della numerazione civica fatta per strade, ma una sorta di codici relativa ai sestieri.

La Basilica di San Marco originariamente non era la cattedrale cittadina (che era San Piero in Castello, fino al 1807), ma la 'semplice' cappella privata dei dogi!

Il celeberrimo Campanile di San Marco era originariamente un faro, poi divenne sostegno per le gabbie dei rei che erano esposti a pubblica tortura o ludibrio. E' dotato di 5 campane che avevano delle funzioni differenti: la Trottiera annunciava le sedute dei Magistrati; la Marangona segnalava i giorni feriali; la Nona suonava alle nove; la Mezza Terza segnalava le assisi a Palazzo Ducale; la Malefica rintoccava durante le esecuzioni!

La Repubblica di Venezia si fregiava del titolo di Serenissima per il modo equilibrato e democratico attraverso il quale si amministrava la giustizia, di tipo sostanzialista, ovvero basandosi sul caso concreto, alla ricerca della verità e del buon senso, oltre il sofismo delle leggi.

Bello e romantico il Ponte dei Sospiri del celebre Palazzo Ducale, peccato che... i sospiri a cui fa riferimento erano quelli degli ergastolani! Il Palazzo, sede dei Dogi, è un catalogo di capolavori immensi. Nella Sala del Maggior Consiglio campeggiano i ritratti dei primi 76 dogi, con quello del traditore Marin Falier oscurato. Sulla parete principale c'è la tela più grande del mondo, il Paradiso del Tintoretto.

Come garantirsi l'efficienza negli appalti pubblici? Jacopo Sansovino, dopo che una prima ala della celeberrima Biblioteca Marciana crollò, fu prima imprigionato e poi costretto a ricostruire il palazzo a proprie spese!

Occhio ai bacari, le tipiche osterie veneziane, dove si può sorseggiare un'ombra (calice di vino) e mangiare la spieza (milza), le sarde in saor, colla poenta (col pesce, la polenta è assolutamente bianca!), fegato alla veneziana e i bigoi in salsa.

Venezia è la città del rinomato Carnevale. Le sue origini (probabilmente legate alle saturnalia romane o ai riti dionisiaci dei greci) sono immerse nel mistero, anche se è chiaro che questo rito avesse una sorta di funzione catartica in società fortemente gerarchizzate, consentendo una volta all'anno, anche ai più umili di fare cose solitamente proibite dal censo (mascherandosi tutti, non esistevano più servi e padroni). Il Senato della Repubblica ufficializzò l'esistenza del Carnevale già nel 1296, ma la grande fama si raggiunse solo in epoca più recente, con la scoperta turistica dell'evento stesso. In occasione del Carnevale a Venezia si mangiano le fritole e si istituiscono i sensi unici pedonali (il che può dare l'idea dello straordinario afflusso di gente!). Da segnalare anche la festa del Redentore, fra le più belle ed euforiche del Veneto, e l'Ombra Longa una sorta di... pellegrinaggio enogastronomico nei bacari della città.

Della bella chiesa della Pietà sulla Riva degli Schiavoni, il grande compositore veneziano Antonio Vivaldi ne dirigeva l'Oratorio.

Poche città al mondo possono vantare di aver dato i natali a così tanti importantissimi pittori, che hanno d'altronde influenzato tutta la pittura occidentale: Jacopo, Giovanni e Gentile Bellini, Tintoretto, Vivarini, Tiepolo, Canaletto, Francesco Guardi, Ippolito Caffi... Venezia è anche la città dove si espresse il genio di tutti i più importanti pittori veneti, come il cadorino Tiziano, i Bassano e il veronese Paolo Caliari. La pittura veneta manierista, con i suoi giochi luministici ed il trionfo del colore (laddove la scuola Toscana privilegia il disegno) si impose in tutta Europa.

La prima casa da gioco pubblica del mondo nacque qui, come tentativo di limitare il gioco d'azzardo e moralizzare i costumi dei signori veneziani.
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