Udine, già castrum romano, si sviluppò nel XIII secolo quando i patriarchi della vicina Aquileia vi si trasferirono e le concessero numerosi privilegi. Il patriarcato di Aquileia era un'importantissima istituzione legata all'organizzazione interna della chiesa cattolica. Esso si costituì intorno al III secolo quando il mondo cristiano fu diviso in cinque patriarcati, che rappresentavano geograficamente le varie comunità dei fedeli. La vicina Aquileia, in qualità di città fra le più importanti della tarda romanità, era diventata, quindi, sede del patriarcato. Lo spostamento dei Patriarchi ad Udine segnò il primato regionale della città guadagnato contro Aquileia e Cividale, fino a quel momento i centri più importanti. Udine visse il suo apice nel XIV secolo sotto il patriarca Bertrando di Merania, che attirò molti commercianti e vinse una serie di lotte politiche e commerciali con i centri vicini. Dal 1420 in poi Udine, con tutto il Friuli, fu incorporata nella Repubblica di Venezia.
Piazza della Libertà, cuore pulsante di Udine, è impreziosita da notevoli edifici, come la Loggia del Lionello, in forme gotico veneziane e dalla bella bicromia bianco e rosa, e la Loggia di San Giovanni, dalla possente Torre dell'Orologio, fornita di mori che battono le ore. Al centro della scenografia spiccano le statue di Ercole e Caco ribattezzate in friulano Florean e Venturin. La piazza è poi chiusa dal fantastico Arco Bollani del Palladio, che ha progettato anche un altro importante edificio cittadino, Palazzo Antonelli.
Dopo che l'originale Castello, voluto dall'Imperatore Ottone II per il Patriarca di Aquileia, crollò in seguito ad un terremoto, venne ricostruito il possente maschio nelle attuali forme rinascimentali su progetto di Giovanni Fontana. Occhio al salone del Trionfo dei Cristiani affrescato dal Tiepolo, alla ricca collezione dei musei civici e al gabinetto numismatico.
Presso il colle del Castello occhio agli affreschi dell'antichissima chiesa di Santa Maria, del XII secolo, fra le più importanti testimonianze di affreschi di tutto il Friuli. Sempre sul colle, la bella casa della Contadinanza era la sede del contado, una delle istituzioni di governo della città, il terzo organismo politico del Friuli, che ebbe la funzione di tutelare gli interessi dei contadini e custodire le armi, affidate alle milizie popolari.
Giovan Battista Tiepolo, asso del pennello della Venezia del settecento, dal gusto rocaille e dal virtuosismo illuministico a base di trompe l'oeil (effetti prospettici tridimensionali), ha lasciato notevoli opere in città: a parte il già citato Castello, ha lavorato anche presso il Palazzo Arcivescovile, ha affrescato la cappella del Santissimo Sacramento nel Duomo cittadino e l'Oratorio della Purità.
La Galleria d'Arte Moderna, ospitata presso l'edificio del Teatro Comunale, è una delle più ricche di quadri di artisti italiani del novecento (e non solo ... occhio ai Picasso e Braque!). E' nata attorno la primigenia donazione del mecenate udinese Antonio Marangoni e si è consolidata grazie alla Collezione Astaldi: conserva assoluti capolavori di Savinio, Carrà, Guttuso, Severini e De Chirico.
Nessun udinese doc si fa mancare a metà mattinata un buon calice di vino... è il rito del tajut. Tajut vuol dire tagliato... incerta è l'origine del nome; accreditiamo due ipotesi. La prima è che il vino venisse "tagliato" per diminuirne la gradazione, proprio al fine di prestarsi per una pronta beva. La seconda è che l'acqua venisse, nel medioevo, allungata col vino per disinfettarla... in quanto i pozzi non erano impeccabili dal punto di vista... igienico sanitario!
Nonostante il friulano sia un dialetto nobile, lingua retoromancia studiata appassionatamente dai linguisti, esiste ad Udine un dialetto propriamente udinese "di classe", importato dal veneto! I ceti borghesi per distinguersi dalla campagna furlan speaking... decisero bene di adottare una parlata veneta da gran dottori e gran signori... ostrega!