Fondata dai Paleoveneti, municipium romano nel 49 AC, aderì al governo della Serenissima (Venezia) nel 1404 sotto il quale raggiunse grande splendore.
Nel 1848 partecipò alla Repubblica Veneta contro lo straniero asburgico ed il coraggio patriottico dimostrato in quell'occasione, valse a Vicenza, dopo l'Unità, la Medaglia d'Oro direttamente da Re Vittorio Emanuele.
Vicenza è la città del Palladio. Architetto del rinascimento fra i più illustri, nacque a Padova, lavorò in tutto il Veneto, ma unì indissolubilmente il proprio nome a Vicenza, con delle opere, irraggiungibili, compendio del suo stile. Palladio è stato anche un campione del marketing ante litteram: i suoi saggi architettonici ottennero una notevole popolarità tanto da influenzare curiosamente l'architettura inglese del settecento (Inigo Jones e Christopher Wren) e di converso quella americana.
La Basilica, capolavoro del Palladio nel centro della città, non era anticamente adibita ad usi religiosi. La torre attigua fu il primo orologio meccanico della città nel 1378.
E' ancora oggi possibile vedere le scene (le Baccanti di Euripide) disegnate da Scamozzi intatte presso il Teatro Olimpico, ultima opera del Palladio (anche se terminata dal suo erede vicentino). Il clima controriformista, impostosi in città dopo il Concilio di Trento, portò al divieto degli spettacoli teatrali. L'Olimpico, dunque, si limitò a funzionare fino alla fine della seconda guerra mondiale come semplice stanza di rappresentanza.
Santa Corona venne costruita per conservare le reliquie delle Spine della Corona di Cristo, regalo del re di Francia Luigi IX e portate a Vicenza dal vescovo Bartolomeo Breganze nel 1259. Qui c'è la tomba di Luigi Da Porto, autore della novella Giulietta e Romeo, dalla quale Shakespeare trasse ispirazione per il suo celeberrimo dramma.
La bella Loggia del Capitaniato era la sede del Capitanio, rappresentante del governo della Serenissima in città.
La casa in fondo alla Piazza delle Erbe era la dimora di Antonio Pigafetta, il cronista del viaggio intorno al mondo dell'esploratore portoghese Magellano. Delle tre navi di Magellano ne tornò solo una e Pigafetta fu uno dei pochi superstiti: di tutto l'equipaggio fecero ritorno dal viaggio solo in diciotto!
Nella Basilica di San Felice Fortunato si custodiscono le reliquie di San Felice ed è oggetto di devozione popolare una pala d'altare che raffigura San Valentino. La chiesa, antichissima, fu visitata anche da Carlo Magno.
La bella Torre del Tormento era anticamente luogo di prigionia. Qui fu detenuto anche il patriota risorgimentale Silvio Pellico, prima di essere internato allo Spielberg.
Vicenza gastronomicamente ha dato i natali ad alcune prelibatezze, diffusesi anche su scala sovraregionale, in barba al fatto che fra le cucine venete, quella vicentina, fosse la più povera. Fra i piatti più noti ricordiamo il Baccalà alla Vicentina, Risi e bisi e la Mostarda Vicentina, fatta con frutta mista e senape bianca pestata (laddove quella di Cremona prevede la frutta a pezzi); ed ancora la Soppressata Vicentina (ormai DOP) e l'Oca in Onto, tipica dei Colli Berici.