La “Nona sinfonia”, stesa da Beethoven, 200 anni orsono, in un concerto straordinario, all’Arena di Verona. Domenica 11 agosto, alle 21.45, serata-evento, con 260 musicisti.
La “Nona sinfonia” di Ludwig van Beethoven (1770-1827) compie 200 anni e, per la 101ª Stagione areniana, proporrà una eccezionale serata-evento, con le parole di pace e fratellanza di Friedrich Schiller (1759-1805): protagonisti i complessi artistici di Fondazione Arena a pieni ranghi e voci da tutto il mondo.
Domenica 11 agosto, alle 21.45, le note del genio di Bonn, Germania, risuoneranno fra le millenarie pietre dell’Anfiteatro. Proprio nel 1824 Beethoven, già celebre e quasi completamente sordo, presentava al pubblico la sua ultima sinfonia, la Nona. Un lavoro dalle proporzioni titaniche che, dopo i primi tre movimenti della tradizione, introduceva, per la prima volta il coro nel finale, portatore di un messaggio universale di fratellanza, con i versi dell’Ode-Inno alla gioia – in tedesco “An die Freude” (1785) del contemporaneo, grande scrittore e poeta, Friedrich Schiller. Duecento anni dopo, 2024, il fascino e l’ammirazione, che quest’opera suscita, rimangono intatti: a dimostrarlo, nella cornice unica dell’Arena di Verona, sarà Andrea Battistoni, giovane direttore veronese, dall’affermata carriera internazionale, alla guida di un quartetto vocale d’eccezione: al mezzosoprano Anna Maria Chiuri e al basso Alexander Vinogradov, già applauditi dal pubblico del Festival, si uniscono il soprano statunitense Erin Morley e il tenore italiano Ivan Magrì, entrambi al debutto in Arena. La Nona di Beethoven fu la prima sinfonia eseguita in Arena (1927), riproposta, cinque volte, nel corso di un secolo, fino all’ultima esecuzione del 2021. La serata, della durata di 70 minuti circa, senza intervallo, vedrà schierati a pieni ranghi l’Orchestra della Fondazione Arena di Verona e il Coro preparato da Roberto Gabbiani. Prezzi speciali in tutti i settori. Biglietti disponibili su arena.it, in Biglietteria e nel circuito ticketone, www.arena.it. Una curiosità letteraria, ma, di alto valore morale, oggi, come sempre, attualissima, e che, una volta, letta, renderà più consapevole e piacevole l’ascolto della “Nona”, in Arena? Cogliamo l’occasione dell’importante evento, di cui sopra, per proporre, di seguito, il testo schilleriano dell’Inno a Gioia:
Amici, non questi suoni! Intoniamone di più piacevoli e di più ma, più gioiosi e graditi!
Gioia, bella e divina scintilla, figlia d’Elisio,
entriamo più che entusiasti,
celeste Amica, nel tuo santuario.
Il tuo magico incanto unisce
ciò, che i tempi hanno duramente diviso:
tutti gli uomini diventino fratelli, sotto l’ala tua delicata
e del tutto spiegata...!
E’ grandemente fortunato chi è amico d’un amico
e chi leggiadra, una donna si è conquistato:
condivida, con noi, il suo giubilo colui, che sua possa definire una sola anima sulla terra!
Gioia, Tu disseti gli uomini dal seno di Natura;
ogni uomo, buono o cattivo, le orme di questa percorre, cosparse di rose…
Baci la Natura ci ha Ha dato baci ed uva ed un amico,
messo alla prova, nella morte...
Ai vermi, fu data in pasto la voluttà; il cherubino
è dinnanzi a Dio.
Felici, come della Natura gli astri,
che attraverso la meravigliosa volta celeste, volano...,
percorrete, Fratelli, la vostra via, gioiosi, come un eroe,
che corre alla vittoria!
Abbracciatevi, voi, che siete in milioni!
Questo bacio è per tutto il globo!
Fratelli: sopra la volta celeste, c’è sicuramente
un Padre, che ci ama!
Voi, a milioni, precipitate a terra? Tu, o Mondo, percepisci la presenza di un Creatore? Cercalo, sopra la volta celeste! Sopra le stelle, Egli abita!
Grandi versi, grandi sentimenti, celesti e sublimi, che saranno impreziositi, dalla grande musica della “Nona” di Beethoven, che, appunto, Fondazione Arena, proporrà domenica sera.
Pierantonio Braggio