DAVANTI ALLA CROCE Via Crucis in Arena Venerdì 18 aprile, ore 20.45
Venerdì 28 marzo 2025 – Santi e dannati. Tutti….«Davanti alla croce». Questo l’invito, nonché titolo, della Via Crucis che il prossimo 18 aprile (Venerdì Santo) alle 20.45, si terrà per il terzo anno consecutivo nel suggestivo anfiteatro dell’Arena di Verona.
L’evento, co-organizzato da Chiesa di Verona, Comune di Verona e Fondazione Arena di Verona e presentato questa mattina nella Sala dei Vescovi dal vescovo di Verona Domenico Pompili, insieme al primo cittadino Damiano Tommasi e alla sovrintendente della fondazione lirica Cecilia Gasdia, si svolgerà in forma di “rappresentazione”, convocando idealmente nell’anfiteatro cittadino uomini e donne della storia – anche i più improbabili – chiamati a sostare al cospetto della Croce quale luogo di sofferenza, espiazione e meditazione, ma anche di redenzione, speranza e salvezza per tutti indistintamente.
Dichiarazioni
Domenico Pompili, vescovo di Verona : «Il Venerdì Santo in Arena è una proposta culturale-spirituale aperta a tutti, per mettere al centro dell'attenzione della collettività questo mistero della Croce, che evoca simbolicamente sia una sofferenza e dolore umani, che una condizione storica - quale quella attuale - segnata da innumerevoli croci e motivi di preoccupazione. Significativo, inoltre, che questa Via Crucis cada non soltanto nell'anno del Giubileo, ma in un momento che dal punto di vista geopolitico richiama la necessità di invocare la pace attraverso la rievocazione di questa pagina della storia, ossia la vicenda di Gesù di Nazareth, che duemila anni fa ha pagato di persona, proprio per dare vita a un mondo che non fosse più segnato dalla violenza. Purtroppo, la cronaca di questi giorni ci dice altro. Proprio i luoghi della Terra Santa sono dilaniati da una guerra di cui conosciamo bene i contorni e questo è solo un tassello di un più ampio contesto globale, nel quale i focolai di guerra si autoalimentano. Vorrei solo rammentare la situazione in Sudan che vive la più grave crisi umanitaria. Per cui, come gli anni precedenti, anche in questo 2025 l’Arena finisce per diventare il fondale di una riflessione a più voci. Rivolta a credenti e non».
Damiano Tommasi, sindaco di Verona: «Una riflessione collettiva, laica, rispetto all’attualità, che tra l’altro cadrà a ridosso della stagione artistica in Arena. Una cooperazione, quella tra Chiesa di Verona, Comune e Fondazione Arena, che fa sempre piacere rinnovare, specie in questo periodo storico difficile, nel quale l’Arena, in questa giornata particolare del Venerdì Santo, può diventare il “magafono” di una ferma condivisione di pace. Anche e soprattutto nei momenti di silenzio. Penso infatti che ora più che mai ci sia bisogno di qualche parola in meno e qualche secondo in più per riflettere e farlo tutti assieme, in quanto siamo di fronte a tematiche che non si affrontano individualmente, bensì nel contesto di una comunità».
Cecilia Gasdia, sovrintendente di Fondazione Arena di Verona: «Con il canto commovente di Verdi e il suo appello nel Simon Boccanegra, “E vo gridando pace! E vo gridando amor!”, ci siamo stretti attorno a Papa Francesco, l’anno scorso, in Arena. Un messaggio universale, accorato, gridato in quel luogo universale che è l’Arena di Verona. Lo ribadiamo quest’anno, nel Giubileo della Speranza, con questa speciale Via Crucis, giunta alla terza edizione. Come Fondazione Arena di Verona siamo felici di essere al fianco della Diocesi e del Comune di Verona affinché, nel silenzio di quel giorno, l’appello di pace, con il canto e le preghiere di tutte queste diverse forze unite, possa levarsi più forte dal nostro Anfiteatro nel mondo».
In conclusione, l’intervento di Michele Romano, presidente di Croce Verde Verona, ha ribadito l’impegno dei volontari per la sicurezza dell’evento.
L’evento
Dopo la proclamazione delle stazioni da parte del Vescovo Domenico Pompili e la lettura dei correlati episodi del Vangelo, sulla via della Croce si avvicenderanno quattordici (uno per ogni stazione) figure emblematiche di uomini e donne di fede, ovvero grandi pensatori, scienziati, eroi ed eroine, nonché personaggi controversi e malvagi, interpretati dai due giovani attori di Altri Posti in Piedi, Noemi Valentini e Stefano Vantini.
I testi che costituiscono i monologhi, scritti da Mons. Martino Signoretto alla luce delle documentazioni biografiche e storiche sui singoli personaggi, sono rielaborazioni del pensiero di ciascuno di essi (es.: l’imputata Giovanna d’Arco; Francesco, figlio di Pietro di Bernardone; lo scienziato Albert Einstein…), in un dialogo ideale con il Mistero della Croce (le fonti saranno consultabili nelle note a piè di pagina del libretto di sala). La serata sarà inoltre animata dalla CPAG Band e delle corali giovanili veronesi (presenti un centinaio di giovani coristi, interpreti di brani attinti da diversi repertori della tradizione) che con i loro canti accompagneranno il pubblico in un’esperienza commemorativa e meditativa la quale si propone altresì come provocazione per il nostro tempo.
La via crucis
La Via Crucis affonda le sue radici in un’antica esigenza spirituale nata a Gerusalemme, quando i pellegrini si recavano nei luoghi santi e desideravano ripercorrere il tragitto dal quartier generale di Ponzio Pilato al luogo della crocifissione. Con il tempo vennero a codificarsi le quattordici stazioni.
Dall’epoca medievale, grazie alla predicazione francescana, la Via Crucis si diffuse in tutte le chiese, mantenendo il suo carattere popolare e coinvolgente, capace di far rivivere ai fedeli il dramma e la speranza racchiusi nella Passione di Cristo. Si prestò dunque a essere interpretata attraverso rappresentazioni artistiche e teatrali.
Sotto questo aspetto, l’Arena di Verona è un luogo straordinariamente appropriato per reinterpretare tale tradizione, poiché porta con sé la memoria di eventi storici segnati dalla lotta, dal sacrificio e dal trionfo dell’umanità sulla violenza.
Il palcoscenico antico diventa così lo spazio ideale per dare voce ai sentimenti, alle domande e alle riflessioni che il crocifisso suscita ancora oggi.
Gesù di Nazaret, l’Innocente condannato e giustiziato, è diventato il simbolo di chi affronta l’ingiustizia con dignità, forza e amore. La sua vicenda non è solo il cuore della fede cristiana, ma rappresenta anche un paradigma umano universale: l’uomo di fronte alla sofferenza, alla prova e alla necessità di trovare un senso anche nell’ingiustizia, trasformando l'iniquo supplizio nel suo ultimo gesto di amore.
La raccolta fondi
Durante la rappresentazione della Via Crucis saranno raccolte offerte per la “Colletta pro locis sanctis” del Venerdì Santo a sostegno della Chiesa di Terra Santa. A tal proposito il cardinale Claudio Gugerotti, veronese, prefetto del Dicastero per le Chiese Orientali, nei giorni scorsi ha sottolineato la necessità di un concreto dono generoso “in risposta al grido di chi si trova in grave sofferenza” e ricordato come la Colletta, che risale direttamente ai tempi di Gesù, sia “una risorsa imprescindibile” perché “è in gioco la sopravvivenza” della “preziosa presenza” cristiana nella Terra Santa.