Inail: un trattore su tre, senza dispositivi di sicurezza. Il rischio di ribaltamento del trattore è ancora oggi predominante, in agricoltura, e la causa principale degli infortuni mortali o gravi. E questo, perché un trattore su tre è privo dei dispositi
È quanto è emerso nel convegno di Inail sulla valutazione dei rischi connessi con l’uso delle macchine nel comparto vitivinicolo e agricolo, promosso al Vinitaly di Verona da Alleanza Bilaterale, la prima sinergia di enti bilaterali italiani per l’agricoltura, di cui fanno parte Agribi di Verona, Ebat di Brescia, Cimi di Mantova, Ebat di Catania e Ebat di Trapani. L’obiettivo di Alleanza Bilaterale è condividere esperienze, buone pratiche e iniziative, per alzare il tiro sulla sicurezza, dato che, come dicono i dati dell’Inail, le campagne continuano ad essere luoghi ad alto rischio. “Il numero di infortuni e decessi rimane elevato rispetto ad altri settori – hanno spiegato Leonardo Vita e Daniele Puri, ingegneri che si occupano di sicurezza, in Inail -. Nel quinquennio 218-2022 i decessi sono stati in media 150 all’anno e la causa principale di morte è stata la perdita totale o parziale del controllo del mezzo di trasporto o delle attrezzature in movimento. Il rischio di ribaltamento del trattore è ancora oggi predominante. Colpa di trattori non adeguati e con età media molto elevata. Non basta la roll bar: serve anche la cintura di sicurezza, che andrebbe resa obbligatoria anche con soluzioni tecniche, che costringono all’uso come un cicalino, o il blocco macchina, come avviene con i carrelli industriali”. Un traguardo lontano da raggiungere, perché in Europa tutto è ancora in discussione e un regolamento su questo punto è ancora lungi da venire. “Servono anni per arrivare a varare normative sulla sicurezza – hanno sottolineato i due esperti – ma, tutta la filiera dovrebbe nel frattempo intervenire per sensibilizzare al problema. Una causa degli infortuni è l’alto numero di contratti a tempo determinato, che non consente un’adeguata formazione. Per guidare una mietitrebbiatrice o una macchina per la raccolta, è sufficiente la patente B, ma senza una formazione specifica per il corretto utilizzo delle macchine il rischio incidente è alto. Bisogna rinnovare la parte più obsoleta delle attrezzature, facendosi aiutare anche dalle molte opportunità di finanziamento come i bandi regionali Psr o quelli Inail. Le istituzioni, dal canto loro, devono fare la loro parte, accelerando su soluzioni tecniche e normative per tutelare la sicurezza dei lavoratori”.“Il datore di lavoro è determinante nella formazione e informazione del dipendente – chiosa Luigi Bassani, direttore di Agribi Verona, costituita da Coldiretti, Confagricoltura, Cia, Fai-Cisl, Flai-Cgil e Uila-Uil -. Dai nostri dati, risulta che più il lavoratore ha un’età avanzata e un livello culturale basso, meno attenzione ha per la propria salute. Perciò dobbiamo lavorare per individuare strumenti, che consentano di garantire la salute e la tutela dei lavoratori. Il futuro bussa alla porte, con dispositivi come gli esoscheletri, che ridurranno la fatica nelle operazioni più pesanti, e quindi il rischio infortuni o malattie professionali. Ma anche la tecnologia digitale potrà essere di aiuto, basti pensare ai visori per la formazione nella realtà virtuale, che permette la simulazione di esperienze realistiche”. Perfette considerazioni, confermate, purtroppo, specie, in fatto di impiego di trattori, soprattutto, da ripetuti ribaltamenti, con mortali conseguenze. Certamente, difficile è, trovare soluzioni immediate, ma, evidenziare la realtà dei detti incidenti e insistere, su una normativa, destinata ad evitarli, per quanto possibile, è già ottimo intento.
Pierantonio Braggio