Politerapie farmacologiche, 30% di over 65 assume più di 10 medicine al giorno
Riducendo i farmaci inappropriati calano le ri-ospedalizzazioni
I dati nel convegno di Verona, non necessari circa 4 farmaci al giorno
Verona, 25 giugno 2025
Ad un anno di distanza dall’avvio del progetto pilota, i dati sono incoraggianti e confermano la necessità del servizio di medication review e deprescribing nei pazienti anziani in politerapia farmacologica ospedalizzati. Si tratta cioè di persone che assumono troppi farmaci, mediamente 10 diversi al giorno.
I risultati del servizio sono stati resi noti nel corso del convegno di due giorni, che si è concluso oggi, dal titolo: “Come ottimizzare le (poli)terapie farmacologiche: dalla personalizzazione delle cure tramite farmacogenetica e farmacocinetica alle attività di farmacovigilanza e medication reviewdeprescribing”. Nel comitato scientifico anche il prof Gianluca Trifirò, ordinario di Farmacologia all’università di Verona, e il prof Mauro Zamboni, direttore Uoc Geriatria B Aoui, che sono i due promotori del progetto pilota applicato all’assistenza negli ospedali di Borgo Trento e Borgo Roma.
Riduzione farmaci e calo dell’ospedalizzazione. Sono stati presi in esame 70 pazienti complessi ricoverati in alcuni reparti di Geriatria e Medicina interna, con età media di 86 anni e che assumevano circa 10 farmaci al giorno. Tali pazienti, sono stati sottoposti a rivalutazione complessivamente 836 farmaci e di questi 273 sono stati sospesi, in quanto giudicati inappropriati, con una media di 4 farmaci eliminati dalla politerapia assunta quotidianamente per paziente. Inoltre, in media è stata fatta una riduzione di dosaggio per paziente. A tre mesi dalle dimissioni dei pazienti sottoposti a rivalutazione da parte del servizio di medication review e deprescribing è stata stimata una riduzione del 20% del rischio di -ri-ospedalizzazione ed un risparmio sulla spesa farmaceutica per i 70 pazienti valutati di circa 56 mila euro l’anno. Nell’Azienda ospedaliera universitaria integrata di Verona il progetto pilota prosegue sotto il coordinamento dei proff. Trifirò e Zamboni e con il supporto fondamentale della Scuola di Specializzazione in Farmacologia e Tossicologia Clinica e ad oggi è esteso ad altre 3 Uoc cliniche, e cioè Medicina interna C diretta dal prof Luca Dalle Carbonare, Medicina interna B diretta dalla prof.ssa Simonetta Friso e dalla Medicina d’urgenza diretta dal prof Domenico Girelli, oltre alla farmacia ospedaliera.
Non solo Geriatria. L’ottimizzazione delle politerapie farmacologiche richiede un approccio multidisciplinare e personalizzato alla gestione delle cure farmacologiche. Il gruppo di Verona (farmacologi clinici, geriatri, internisti e farmacisti ospedalieri) ha una media di circa 4 ore per la medication review del singolo paziente. Il deprescribing è particolarmente importante nei pazienti anziani, fragili e affetti da cronicità complesse e riflette le crescenti sfide legate all’invecchiamento della popolazione, considerato che quasi il 30% degli over 65 assume da 10 farmaci in su. Ma l’appropriatezza prescrittiva e il contrasto all’inerzia terapeutica (farmaco prescritto da uno specialista per il quale nel tempo non viene più valutata la necessità) sono strategie che vanno perseguite anche in altri setting assistenziali.
I dati in prospettiva. I farmaci più prescritti sono anticoagulanti, antinfiammatori, antipertensivi e antipsicotici (fra cui benzodiazepine). Questi ultimi sono quelli che maggiormente interferiscono con gli altri e che portano a ospedalizzazione. Il progetto pilota su 70 pazienti ha confermato che una corretta assunzione di farmaci riduce le ospedalizzazioni con un risparmio di 12 mila euro e una migliore qualità di vita del paziente. La proiezione dei dati su 12 mesi porta alla medication review di circa 480 pazienti e un risparmio annuo di spese ospedaliere di oltre 200 mila euro. Le persone potenzialmente toccate dalla rivisitazione delle medicine non sono poche, in Veneto sono 198.140 gli over 65 in politerapia con più di 5 farmaci al giorno.
Il convegno. Organizzato dal Gruppo di Lavoro in Farmacovigilanza, Farmacoepidemiologia, Farmacoeconomia & Real World Evidence (3F & RWE) della Società Italiana di Farmacologia (SIF), il convegno si è tenuto nell’aula De Sandre al policlinico di Borgo Roma. A patrocinarlo le principali società scientifiche: Accademia di Geriatria, FADOI (Federazione delle Associazioni dei Dirigenti Ospedalieri Internisti di Medicina Interna), SIFACT (Società Italiana di Farmacia Clinica e Terapia), SIGOT (Società Italiana di Geriatria Ospedale e Territorio), SIF (Società Italiana di Farmacologia), SIMG (Società Italiana di Medicina Generale e delle Cure Primarie), SIMI (Società Italiana di Medicina Interna), SISI (Società Italiana di Scienze Infermieristiche), oltre alla Regione Veneto, che presta molta attenzione alle attività di medication review tramite la Direzione Farmaceutico, Protesica e Dispositivi Medici, diretta dalla dott.ssa Giovanna Scroccaro. Ha segnato anche la chiusura del Corso di Perfezionamento di Medication Review e Deprescribing, attivato con molto successo lo scorso anno accademico presso l’università di Verona. La Società italiana di Farmacologia ha offerto due borse da 500 euro per i migliori poster e comunicazioni orali di giovani ricercatori. Il panel era composto da circa 40 esperti provenienti da università, aziende sanitarie, istituti di ricerca e società scientifiche.
Callisto Marco Bravi, direttore generale Aoui: “Il progetto pilota avviato nella nostra Azienda e i dati del convegno di oggi dimostrano che ridurre i farmaci alle persone oltre 65 anni è un obiettivo da perseguire. E non penso solo ai vantaggi economici con evidenze chiare sui risparmi, penso soprattutto alla una riduzione delle reazioni avverse e delle ospedalizzazioni, in altre parole ad una migliore qualità di vita degli anziani. Auspico che quanto emerso dal convegno acceleri il processo di ricerca sul deprescribing e possa portare i decisori politici ad introdurre una nuova organizzazione dei rapporti fra i professionisti. Fondamentale infatti sarà lo scambio fra medici: gli specialisti ospedalieri, i medici di Medicina generale e quelli delle Rsa”.
Giovanna Scroccaro, dirigente Direzione Farmaceutica Regione Veneto: “Nel 2024 è aumentato il numero di pazienti che fanno uso di più farmaci, i dati emersi oggi portano all’obiettivo di ridurre sul territorio le persone in politerapia. Adesso si tratta di vedere se queste esperienze aneddotiche del progetto pilota possono diventare attività strutturate e permanenti”.
Gianluca Trifirò, ordinario di Farmacologia all’università di Verona e promotore del progetto Aoui: “Il fenomeno delle politerapie, soprattutto nei pazienti anziani, è in crescita e richiede un intervento urgente. Per questo, in Aoui abbiamo attivato un servizio di medication review e deprescribing, in cui collaborano farmacologi clinici, geriatri e internisti. A oltre un anno dalla sua attivazione, abbiamo rivalutato 70 pazienti anziani complessi e pluritrattati, ognuno dei quali richiede in media quattro ore per una valutazione accurata. I risultati ottenuti finora sono assolutamente gratificanti: abbiamo ridotto del 20% il tasso di riospedalizzazione e, soprattutto, abbiamo eliminato in media quattro farmaci dalle terapie prescritte a ciascun paziente. Questo può aver comportato un risparmio di circa 60 mila euro, risorse che riteniamo debbano essere reinvestite nel personale qualificato e pienamente dedicato ai processi di medication review”.
Mauro Zamboni, direttore Geriatria B e promotore del progetto Aoui: “Il tema della medication review è particolarmente importante nel paziente anziano, che spesso assume un numero elevato di farmaci. Parliamo di soggetti affetti da molteplici patologie, fragili e complessi, nei quali è frequente che i farmaci interagiscano tra loro, provocando reazioni avverse. Molte ospedalizzazioni negli anziani derivano proprio da problemi legati ai farmaci. Prestare attenzione alle interazioni, agli effetti collaterali e alle assunzioni errate può migliorare la qualità della vita quotidiana e prolungare la sopravvivenza. Si tratta di un progetto pilota estremamente utile, non solo per migliorare l’appropriatezza prescrittiva, ma anche per la formazione continua dei geriatri della mia Uoc, con ricadute importanti anche per i medici di Medicina generale, con i quali il paziente si interfaccia”.