Cibotto “straniero a sé stesso” È la tesi del curatore della mostra, Francesco Jori.
Francesco Jori anticipa il taglio che ha inteso dare alla sua ricognizione su Gian Antonio Cibotto che verrà proposta nella mostra (di cui è curatore) dedicata all’intellettuale polesano, mostra che si potrà ammirare al Roncale dal prossimo 5 dicembre al 29 giugno 2026. Curata da Jori, da un’idea di Sergio Campagnolo, l’attesa esposizione è promossa dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Padova e Rovigo – in collaborazione con il Comune di Rovigo e l’Accademia dei Concordi – e prodotta da Arcadia Arte, in occasione del Centenario dalla nascita dello scrittore.
La visione del curatore è sintetizzata dal titolo del suo saggio introduttivo al catalogo che accompagna l’esposizione: “Un uomo straniero a sé stesso: dai primi giorni di vita ai suoi estremi momenti”.
È stata un’inesausta, logorante, tormentata vicenda umana, quella di Toni Cibotto un’esistenza errante, consumata in un’urticante combustione di amore e di odio, nell’inquietante sensazione di non appartenere ad alcun tempo e ad alcun luogo. Neppure alla sua terra, che pure ha portato nel cuore fino all’ultimo”, scrive il curatore.
“Sono uno del Delta padano, niente in comune con il Veneto”. Ed è proprio lì, in quella patria senza confini amministrativi, che nei momenti più estremi Cibotto si reca in cerca di sollievo, di calma interiore, di serenità: “Quando la malinconia bussa con tocchi insistenti alla porta della mia mente, per sfogare l’irrequietudine che diventa un tormento, salgo in automobile e punto su Santa Giulia, a contemplare il frassino imperatore che si staglia enorme all’orizzonte. Lo circondano campi verdi di spugna, e le farfalle gli fanno festa”. E ancora: “Seduto a riva, nella Sacca di Scardovari, contemplo da una parte il mare d’erba e dall’altra l’immensa distesa d’acqua sulla quale respira il cielo. Contemplo l’infinito, come non accade mai da nessuna parte”.
Il catalogo accoglie, accanto agli interventi istituzionali e al saggio introduttivo di Francesco Jori, un suo secondo intervento dedicato ai “Diari Veneti” e testimonianze di Giancarlo Marinelli, Elisabetta Sgarbi, Romolo Bugaro, Ivan Malfatto.