Osservando la celebrazione del venticinquesimo anno dell’iscrizione di Verona quale sito patrimonio Unesco e l’evento organizzato dal Comune di Verona il 24 novembre 2025 scorso, non si può che cogliere l’occasione di meditare su alcune questioni che andrebbero ritenute centrali per il futuro di Verona. Innanzitutto merita riprendere quanto la dichiarazione, reperibile dal sito Unesco, stabilisce: «L’architettura e la struttura urbana di Verona che si sono conservate riflettono l'evoluzione di questa città fortificata nel corso dei suoi 2000 anni di storia. Criterio II°: Nella sua struttura urbana e nella sua architettura, Verona è un esempio eccezionale di una città che si è sviluppata progressivamente e ininterrottamente per oltre 2.000 anni, incorporando elementi artistici di altissima qualità da ogni periodo successivo. Criterio IV°. Verona incarna in modo eccezionale il concetto di città fortificata in diverse fasi determinanti della storia europea.»
Sembra chiaro che l’oggetto principale della dichiarazione sia la stratificazione storico-artistica ma soprattutto «[…] il concetto di città fortificata in diverse fasi determinanti della storia europea.»
Se Verona è quindi Patrimonio dell’Umanità e, se grazie a questo ha potuto reinventarsi in una dimensione di economia turistica tra le più attrattive a livello mondiale, lo si deve anche e soprattutto al sistema fortificato, le Mura, che ha costituito nel tempo non solo una economia cittadina ma anche il motore più potente per il suo sviluppo urbano.
L’occasione dell'anniversario fino ad ora si sta svolgendo con pressoché sconosciuti eventi, invece sarebbe stata l’opportunità utile anche per una profonda ed ampia discussione pubblica rispetto a temi fondamentali, per inquadrare apertamente e qualitativamente quale futuro questa “città” vuole e o può imboccare. Questo è un presupposto di forze sociali e amministratori interessati disposti alla discussione ed alla partecipazione vera.
Al contrario, purtroppo, l’occasione del 24 novembre scorso, si è consumata con il disinteresse per la cittadinanza, dei veri appassionati e degli esperti e si è verificata il mancato coinvolgimento delle libere associazioni che da decenni operano con abnegazione sui territori oggetto proprio del Patrimonio.
Una giornata che si è conclusa con la presentazione del trailer di un video molto discusso, prodotto dal Comune attraverso un qualificato regista di video musicali che si è rivelato. troppo impreciso e fumettesco per essere un video culturale di divulgazione più o meno scientifica, troppo limitato nel suo concentrarsi solo sulle Mura per essere un vero video promozionale della città intesa come unità complessa.
Le domande che rimangono sono molte. Serviva cadere nel tranello mercantile del mondo degli influencer solo per qualche like in più? Serviva così tanta Intelligenza Artificiale a produrre un immaginario verosimile, e quindi di per sé quanto meno approssimativo? Serviva rappresentare una città così “guerresca”, proprio in questo tragico periodo, quando nella verità gli eventi bellici che hanno coinvolto le Mura veronesi in duemila anni si contano sulle dita di una mano?
Ma, forse, in una città che ancora racconta agli altri e soprattutto a sé stessa la novella del Balcone di Giulietta come verità, anche questa può essere solo l’ulteriore pagina della sua illusoria “storia”. Peccato che con questa illusione, nonostante tanti sforzi, sfumino anche quelle ultime possibilità di coesione e discussione pubblica sui veri temi che riguardano tutti e non solo alcuni.