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| Marted 23 Dicembre 2025 |
Export agroalimentare, Marcato (Confimi Apindustria Verona): «Serve intervento urgente, su Brennero e rapporti con l’Austria»
Semplificare il transito delle merci, lungo l’asse del Brennero, rafforzare il dialogo istituzionale, con l’Austria, e sostenere concretamente la logistica dell’export agroalimentare. Sono queste le principali richieste che Confimi Apindustria Verona rivolge alle istituzioni regionali e nazionali, in una fase cruciale, in cui, le esportazioni alimentari veronesi e italiane crescono, ma si trovano a dover affrontare vincoli, sempre più stringenti.
«Mai come oggi le nostre imprese stanno spingendo sull’export, ma lo fanno in un contesto pieno di ostacoli – afferma Pietro Marcato, presidente del Settore Alimentare di Confimi Apindustria Verona –. Le aziende chiedono infrastrutture efficienti e regole chiare: senza queste condizioni la competitività del Made in Italy viene seriamente compromessa». Le esportazioni agroalimentari italiane si muovono lungo direttrici consolidate: i principali mercati sono Stati Uniti e Paesi del Centro Europa, in particolare Germania e Belgio, seguiti da Francia, Europa dell’Est e, con volumi più contenuti, Asia. Sul fronte USA pesano le incertezze legate ai dazi dell’amministrazione Trump e alla decisa svalutazione del dollaro, mentre in Europa il nodo principale resta la logistica transfrontaliera. Per raggiungere i mercati del Centro Europa l’asse strategico rimane Verona-Monaco attraverso l’Austria. Le native – il passaggio dalla Svizzera, Paese extra UE, con maggiori complessità doganali, o l’arco alpino occidentale via Francia, più lungo e oneroso – non compensano le criticità del Brennero. «La questione del Brennero è diventata insostenibile – sottolinea Marcato –. Da anni assistiamo a limitazioni unilaterali al traffico dei mezzi pesanti da parte dell’Austria, con riduzioni degli attraversamenti e code chilometriche che paralizzano il flusso delle merci. Italia e Germania cercano sinergie, ma vengono sistematicamente messe in difficoltà. Le conseguenze sono evidenti: ritardi nelle consegne, difficoltà per i trasportatori, aumento esponenziale dei costi di trasporto – aggravati anche dai pedaggi sulle autostrade tedesche – e una progressiva perdita di competitività delle imprese italiane». Secondo Marcato, «quando i costi logistici aumentano, i nostri prodotti diventano meno competitivi. Questo penalizza soprattutto le produzioni di brand meno noti e meno tutelati, lasciando spazio a prodotti esteri che sfruttano l’italian sounding, un fenomeno che da sempre prospera sui mercati esteri e oggi vale quanto l’export italiano alimentare, cioè circa 63 miliardi di euro all’anno. Significa che in qualsiasi punto vendita estero, per ogni prodotto originale, il consumatore trova un prodotto di imitazione di dubbia provenienza e qualità, sottraendo enormi quote alle imprese italiane». In questo scenario, prosegue Marcato, «Verona riveste un ruolo chiave, essendo al centro di uno dei principali corridoi europei, snodo logistico strategico e sede di grandi player del settore dei trasporti, con hub specializzati in prodotti freschi, refrigerati e surgelati. Ma non basta. In attesa del tunnel ferroviario del Brennero, oggi in costruzione e il più lungo d’Europa, che non prima del 2032 permetterà di trasferire maggiori volumi di merci dalla ruota alla rotaia, chiediamo alla Regione Veneto di supportare le rivendicazioni degli imprenditori. Al governo italiano, da anni impegnato con la Regione Tirolo e con quello austriaco, la richiesta è quella di garantire un adeguato transito dei vettori internazionali, nel rispetto del principio della libera circolazione delle merci, una delle quattro libertà fondamentali dell’e Europea». Un grave problema, sia per l’export italiano, che, per l’Austria stessa. Problema, di difficile soluzione, che solo ad alto livello istituzionale può essere trattato. Il tutto riguarda il tratto Brennero-Kiefersfelden – quest’ultima, cittadina tedesca-confine, fra Austria e Germania – essenziale percorso di passaggio delle forniture italiane al Nord Europa. Pierantonio Braggio

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