Regolamento di conti a colpi di sciabola tra cinesi ad una festa di compleanno all'Afro Recreation Club. Cinque giovani sono rimasti feriti, due dei quali in maniera grave e sono ricoverati in prognosi riservata. Uno di loro è stato trapassato da parte a parte da un fendente. A compiere l'irruzione nell'associazione no profit di via del Progresso, un commando composto da almeno sei o sette cinesi vestiti di scuro e, secondo i primi riscontri raccolti dai carabinieri, arrivati da fuori città , probabilmente da Milano. Sul caso stanno indagando i militari del Nucleo investigativo provinciale diretto dal maggiore Ivan Petracca.
Sono le due e mezza della notte tra venerdÏ e sabato. L'Afro Recreation Club, un capannone in zona industriale trasformato in associazione no profit e gestito da un nigeriano quarantacinquenne, ospita la festa di compleanno di una sedicenne cinese. Amici e conoscenti sono arrivati un po' da tutta Italia, l'incontro sarebbe stato annunciato anche su un blog. Settanta, almeno, i giovani, ragazzi e ragazze, che stanno ballando. Ad un certo punto sulla strada arrivano due auto che si fermano vicino all'ingresso del club. Scendono sei o sette individui, tutti cinesi e vestiti di nero. Un istante dopo il commando è già all'interno del locale. Qualcuno tira fuori un coltello, altri la sciabola, uno forse impugna addirittura una pistola. Tra la folla comincia una vera e propria caccia all'uomo nel fuggi-fuggi generale. Ma gli aggressori sanno esattamente chi colpire. Uno dopo l'altro vengono raggiunti, e accoltellati, cinque cinesi tra i venti e i ventidue anni. Conclusa l'azione, il commando ritorna in strada e scappa.
Qualcuno chiama il 118 segnalando che ci sono alcuni giovani feriti. Sul posto arrivano un paio di ambulanze che trasportano i giovani all'ospedale. Due, però, li trova la Volante della polizia che camminando per strada insanguinati si stanno allontanando dal locale. Nel frattempo al civico 20 di via del Progresso arrivano i carabinieri, prima quelli della Radiomobile e poi gli investigatori del comando provinciale. Fin dall'inizio è chiaro, infatti, che non si tratta di una "banale" rissa. Intanto il club in pochi minuti si è già svuotato. Vengono comunque trovati alcuni giovani che vengono portati in caserma e sentiti. Come pure il gestore del circolo. Qualcuno non dice nulla, molti invece raccontano quel che è accaduto, spiegano che per quanto ne sanno gli aggressori sono venuti da fuori, da Milano. Il capannone viene perquisito e poi sequestrato. Delle armi però nessuna traccia.
Che si sia trattato di un vero e proprio regolamento di conti ci sono pochi dubbi. Quel che colpisce è che a fronteggiarsi siano bande di ventenni formate da immigrati della seconda generazione. Molti dei ragazzi che si trovavano alla festa parlano perfettamente l'italiano. Lo scorso novembre, in via Bernina, sul piazzale dell'ex Pachuca, un diciottenne cinese era stato ferito ad una gamba con due colpi di pistola. Ai poliziotti aveva raccontato che era stato aggredito da due nordafricani che lo avevano rapinato. Forse, però, il giovane non aveva detto tutta la verità e probabilmente anche quello era un regolamento di conti tra cinesi. Il giorno seguente, la Squadra mobile aveva compiuto un sopralluogo rinvenendo un bossolo calibro 7.65 e ascoltando un testimone che aveva dichiarato di aver sentito, poco prima degli spari, due gruppi di orientali insultarsi. Che siano collegati?
I militari del Nucleo investigativo stanno ora cercando di mettere assieme tutti gli elementi a cominciare da una precisa identificazione dei cinque feriti che non avrebbero la fedina penale del tutto "pulita". Gli investigatori, coordinati dal pubblico ministero Matteo Stuccilli, dovranno poi approfondire quel che hanno riferito alcuni testimoni, ovvero che gli aggressori provenivano da Milano. Se fosse vero che il commando è arrivato addirittura dalla Lombardia significherebbe che in ballo ci sono questioni importanti. Quali? Molte le ipotesi plausibili considerato che la criminalità cinese spazia un po' in tutti i settori, dal traffico di armi e droga fino all'usura. E, se non c'è stato un errore di persona, i cinque feriti dovrebbero avere molte cose da spiegare. E da raccontare. A cominciare dai nomi degli aggressori. Cosa che sarà però difficile visto che la comunità cinese è storicamente chiusa e che certe "faccende" preferisce sbrigarsele al proprio interno. Come è accaduto l'altra notte, insomma.