La conferma arriva dall'autopsia: Sarah Scazzi, la giovane uccisa dallo zio lo scorso 26 agosto, è stata strangolata. Resta da accertare se - come confessato dall'omicida, Michele Misseri - sia stata anche violentata dopo la morte. E insieme alla conferma arriva la rabbia per un omicidio bestiale. Davanti alla casa di Sarah è apparso questo striscione: «Pena di morte per lo "zio" animale». È stato portato dalla madre di uno dei compagni di scuola di Sarah. «È una mia iniziativa personale - ha detto ai giornalisti - perché sono mamma di due figli della stessa età di Sarah». Dall'abitazione della famiglia Scazzi, poco fa, è uscito Claudio, il fratello maggiore di Sarah, che non ha voluto rispondere alle domande dei cronisti.
L'AUTOPSIA - Intanto i medici sono al lavoro. «È trascorso troppo tempo da quando Sarah è stata uccisa e gettata nel pozzo - spiega il professor Luigi Strada, direttore dell'istituto di Medicina legale dell'Università di Bari. - Per questo motivo ho fatto dei prelievi e dei tamponi per chiarire l'aspetto della violenza sessuale. Per quanto riguarda il resto, confermo che sul collo della ragazza abbiamo trovato dei segni di strangolamento». A una precisa domanda sull'aspetto del corpo di Sarah, il medico aggiunge: «Il volto è sfigurato, sul corpo ci sono segni di putrefazione avanzata. La permanenza nell'acqua ha danneggiato i tessuti, Sarah è irriconoscibile. Per questo ho consigliato, anzi quasi obbligato, la madre a non vederla. Le ho spiegato che la cosa migliore è mantenere il ricordo, l'immagine di sua figlia com'era in vita».
La morte di Sarah
GUARDATO A VISTA IN ISOLAMENTO - Dopo aver confessato il delitto, Michele Misseri, 57 anni, è adesso rinchiuso in una cella del carcere di Taranto, in isolamento. «Piange molto», racconta il suo avvocato. Misseri avrebbe anche manifestato intenzioni suicide. Per questo viene guardato a vista. Lo zio avrebbe anche raccontato di aver bruciato la corda con la quale ha strangolato la nipote. L'uomo ha detto agli inquirenti che nel garage in cui ha attirato la nipote aveva a disposizione diversi tipi di corde. Nel momento in cui ha deciso di uccidere la ragazza, Misseri ha detto di aver afferrato la prima corda a disposizione con la quale ha strangolato la quindicenne. Per lui sabato è previsto l'interrogatorio di garanzia (trascorse le 48 ore dal fermo, scattato la sera di mercoledì dopo la confessione).
I FUNERALI - I funerali si svolgeranno con rito cattolico anche se Sara non è stata battezzata. Sono confermati per sabato, alle ore 15.30 al campo sportivo comunale di Avetrana. La camera ardente sarà allestita nel pomeriggio di oggi nell'auditorium Caduti di Nassiria.
LA MADRE - Secondo quanto afferma l'avvocato Nicodemo Gentile, uno dei due legali della famiglia Scazzi, «la mamma di Sarah obiettivamente non ha mai sospettato nell'ambito familiare del signor Michele e delle nipoti». «Da quello che ci risulta Sarah è morta nel garage - aggiunge. - Sicuramente quel luogo sarà oggetto, o lo è gia stato, di attenzione degli investigatori o probabilmente non c'è bisogno perché la dinamica è già chiara. Noi non conosciamo il contenuto della confessione».«Noi siamo convinti - prosegue l'avvocato - che gli altri non si siano accorti di quello che accadeva in garage in quel momento. Sarebbe grave se qualcuno avesse visto entrare Sarah in garage e ha taciuto una circostanza così importante. Sarà da chiarire il movente, se possibile. Ce lo dirà l'autopsia che stabilirà se ci sia stata violenza carnale o un tentativo, per noi è molto importante». L'altro legale della famiglia, Walter Biscotti, ha poi annunciato che «la madre di Sarah ha deciso che i funerali della figlia siano religiosi». Rispondendo alle domande dei giornalisti, il legale ha aggiunto che, per la data delle esequie, bisognerà aspettare il nulla osta dalla Procura della Repubblica di Taranto.
IL PADRE - Parla anche il padre di Sarah, Giacomo Scazzi: «Non ho mai avuto il sospetto di mio cognato Michele - dichiara ai microfoni di Studio Aperto-Live dopo essere atterrato all'aeroporto di Brindisi - e non ho mai parlato con lui in questi giorni... avevo sempre una speranza... ora sto male e basta...». «Quando ho sentito Sarah l'ultima volta? Il 26 - dice ancora - e mi disse che stava andando al mare».
LA RABBIA - Il paese di Avetrana, che ha appreso la verità sulla sorte di Sarah 42 giorni dopo la notizia della scomparsa, si è stretto intanto intorno alla famiglia della vittima, con in testa i compagni di scuola della studentessa quindicenne. I ragazzi si sono radunati giovedì davanti all'abitazione di Sarah, si sono abbracciati, hanno pianto e hanno scritto su tre cartelloni l'addio «a un piccolo angelo». Poi, all'improvviso, hanno cambiato destinazione e sono andati a casa di Michele Misseri, «lo zio assassino, la bestia, che ci fa schifo e che deve avere l'ergastolo» (ma un coro chiedeva la pena di morte). Davanti a casa Misseri, c'è stato anche qualche momento di tensione con alcuni amici che sono andati a visitare la moglie Cosima e le figlie Sabrina e Valentina: pochi attimi e poi i ragazzi sono andati via. Il dolore di Avetrana però non finisce e il sindaco, Mario De Marco, ha annunciato il lutto cittadino in occasione dei funerali. L'amministrazione comunale ha già chiesto al parroco, don Dario De Stefano, che gli stessi funerali si svolgano «in uno spazio più grande», al campo sportivo o al palazzetto dello sport.
SMS - Sabrina, la figlia di Misseri, torna intanto a dire la sua. E lo fa tramite un sms inviato a un giornalista della trasmissione di Rai 1, «La Vita in diretta»: «Mio padre è stato un padre esemplare e non ha mai abusato di noi». In un altro messaggio, Sabrina aggiunge: «Non ho mai detto che mio padre l'ha portata via (come risulterebbe, secondo quanto trapelato in precedenza, da un'intercettazione ambientale fatta ascoltare anche all'omicida) perché, in 42 giorni, non ho mai dubitato di lui. Ho cominciato a farlo da stanotte». La giovane ha anche precisato che la madre «non ha mai detto che Michele deve morire, ma che deve pagare».
«NON DEVE PIU' ESISTERE» - «L'unica cosa che dovrebbe fare - commenta invece Claudio Scazzi, fratello di Sarah - è suicidarsi. In qualunque modo, basta che la faccia finita». «Se si suicida fa l'unica cosa giusta della sua vita - dice il giovane nel corso della trasmissione "La vita in diretta" - si mette a pari col disastro che ha combinato». «Non deve più esistere» conclude.
LA SCHEDA SIM - Il telefonino di Sara fatto ritrovare il 29 settembre dallo zio era privo di batteria ma aveva all'interno la scheda Sim, contrariamente a quanto si era saputo nei giorni scorsi. Lo si è appreso da fonti investigative. La presenza della scheda Sim ha consentito agli investigatori di controllare sino all'ultimo traffico telefonico in entrata e in uscita del cellulare della ragazza. Non si sa se dall'esame della scheda, oltre che dei tabulati telefonici siano emersi anche elementi decisivi per arrivare sulle tracce dello zio.