«Mi sento molto meglio. Ho dormito molto bene». Sono state queste le prime parole di Lydia Paillard, dopo un sonno lungo 14 ore. Fin qui nulla di strano, se non fosse che la 60enne, ricoverata in un ospedale di Bordeaux, in quel lasso di tempo era stata dichiarata clinicamente morta e i medici che l'hanno in cura avevano giù chiesto ai familiari il permesso di staccare la spina.
LA STORIA - La Paillard era entrata in una clinica di Bordeaux per una seduta di chemioterapia quando all'improvviso è svenuta è non ha più dato segni di vita. Poco prima aveva assunto pillole e il personale le aveva inserito una flebo nel braccio con un medicinale per prevenire il vomito. Un medico ha descritto la scena del risveglio della donna. «Siamo stati al suo capezzale quando all'improvviso ha aperto gli occhi, si è seduta sul letto e ha detto: Mi sento molto meglio. Ho dormito molto bene». Uno dei due figli della donna, Serge Paillard, ha aggiunto che in ospedale il personale aveva chiesto alla famiglia il permesso di spegnere le macchine che tenevano in vita la madre. «È stata una richiesta terribile quella che hanno fatto i medici - ha spiegato -. Naturalmente siamo contenti che mia madre sia viva ma abbiamo bisogno di una spiegazione dettagliata di come questo sia potuto accadere». La signora Paillard ha dichiarato che ricorda che si è sentita poco bene dopo aver ricevuto l'iniezione per prevenire il vomito. Il dottor Yves Noel, direttore del policlinico di Bordeaux, ha riferito dal canto suo che la paziente potrebbe aver avuto un attacco epilettico che ha provocato un quadro clinico molto simile a quello di un decesso. «I nostri medici più esperti l'hanno esaminata attentamente e tutti l'avevano dichiarata clinicamente morta. Si tratta di un evento estremamente raro».