TREVISO – E' quasi doverosa la gratitudine nei confronti dei medici e degli infermieri da parte di chi si è visto salvare la vita o anche più semplicemente risolvere un fastidioso problema di salute. A testimoniarlo ci sono le vagonate di biglietti gonfi di riconoscenza che ogni giorno vengono recapitati in ambulatori e reparti. L'Usl di Treviso, però, stavolta ha invertito le parti.
Come? Tappezzando i corridoi dell'ospedale di manifestini e caricando un video sul proprio sito attraverso i quali a ringraziare i pazienti sono i dottori, gli infermieri e i tecnici dell'azienda sanitaria. Il motivo lo spiegano loro stessi.
“Nei grazie dei pazienti troviamo sempre nuove energie: per questo tutte le volte che ci ringraziate vorremmo rispondervi allo stesso modo – si legge sotto lo scorrere delle facce di 24 lavoratori realmente impiegati nelle strutture dell'Usl 9 – perché siamo professionisti, ma siamo anche persone come voi e perché la buona sanità è un traguardo che deve essere raggiunto insieme”.
Anche se ricambiare davvero i ringraziamenti non sarebbe certo una passeggiata, visto che il personale dell'Usl ne riceve circa 2.200 all'anno. Sotto le forme più diverse: un centinaio sono i pazienti che si rivolgono direttamente all'ufficio per le relazioni con il pubblico, un numero simile quelli che fanno conoscere a tutti la propria riconoscenza attraverso messaggi pubblicati sui giornali e addirittura due mila quelli che scrivono dei biglietti, mandano delle lettere o inviano mazzi di fiori direttamente ai medici e agli infermieri che gli sono stati vicini nel momento di difficoltà.
“Da una recente indagine ci siamo resi conti della portata di queste segnalazioni e abbiamo voluto ricambiare i ringraziamenti in questo modo perché gli attestati di stima, come anche le critiche, ci aiutano a migliorare – spiegano dall'azienda sanitaria l'idea che sta alla base della campagna studiata da Gianluigi Scannapieco, responsabile del dipartimento innovazione, sviluppo e programmazione – e abbiamo voluto che a farlo fossero medici, caposala, infermieri e tecnici che ogni giorno si relazionano con i pazienti”.