Padova. G8 Torino, arrestato Max Gallob Casarini: «Chi ha tramato la pagherà»
Terremoto nell'area no global veneta. Il leader del centro sociale Pedro, Max Gallob, è tra le persone tratte in arresto per gli incidenti avvenuti il 18 maggio scorso a Torino in occasione del G8 dell'Università.
Oltre a Max Gallob, i provvedimenti emessi dalla magistratura torinese hanno riguardato a Padova Omid Firouzi Tabar, 29 anni, iraniano, ricercatore a contratto per l'università di Urbino, che attualmente si trova nel paese natale, e un altro attivista dei centri sociali che al momento risulta irreperibile.
L'arresto di Gallob è avvenuto nella notte su ordinanza di custodia cautelare firmata dal giudice per le indagini preliminari di Torino. Tra i destinatari di un'ordinanza di custodia cautelare figura anche un esponente dell'ala universitaria della disobbedienza padovana, attualmente in Iran, suo paese di origine.
In totale sono state arrestate 21 persone (16 in carcere e cinque ai domiciliari) per gli incidenti che avvennero nel capoluogo piemontese in occasione del G8 dell'Università.
In particolare, 12 sono state arrestate a Torino, mentre le altre a Padova, Bologna e Napoli.
In manette anche un 21enne di Verona. I quattro studenti nell'ateneo di Bologna, arrestati per gli scontri al G8, sono alcuni esponenti dei collettivi antagonisti Crash e Cua: fra loro anche Francesco Zuanetti, 21enne di Villafranca di Verona: «Veniva ripreso col casco e col volto coperto da un fazzoletto rosso», mentre «stringeva tra le mani un bastone».
I quattro, tutti con precedenti penali, sono iscritti sono alle facoltà di Lettere, Biotecnologie e Scienze Politiche. Si tratta di Marco Mattei, 28 anni, livornese, Alessandro Boggia, 22, di Sassuolo (Modena), Ernesto Maria Rugolino, 22, di Reggio Calabria e infine Zuanetti. Secondo l'ordinanza di custodia cautelare in carcere eseguita nella mattina dalla Digos di Bologna, i quattro hanno preso parte agli scontri scoppiati quando 300-400 manifestanti dell'area antagonista si sono staccati dal grosso del corteo pacifici per attaccare il cordone di agenti posto a protezione del Castello del Valentino dove si stavano svolgendo i lavori del "G8 University Summit".
L'ordinanza di custodia cautelare: cosa accadde a Torino. «Giunti in corso Marconi si armavano tra l'altro di spranghe e bastoni, si travisavano il volto con caschi, sciarpe ed altri indumenti - si legge nel provvedimento di arresto dei quattro studenti di Bologna -. Assumevano quindi uno schieramento per file e addivenivano con la parte iniziale della formazione, preceduta da uno striscione che in realtà nascondeva una sorta di scudo-ariete formato da plexiglas e ferro, ad una violenta colluttazione con le forze dell'ordine spintonando, colpendo con colpi di bastone, calci e pugni, lanciando pietre e cubetti di porfido, e liberando il contenuto chimico di estintori antincendio, mentre la parte centrale e laterale della stessa formazione provvedeva ad un fitto lancio di oggetti contundenti contro le forze dell'ordine».
Per arrivare ai responsabili degli scontri, gli inquirenti hanno analizzato i filmati girati durante la manifestazione e poi, a ritroso, hanno identificato i singoli indagati. Secondo la Digos di Torino, gli scontri sono stati accuratamente pianificati: «Erano stati programmati da tempo, predisponendo ed occultando gli oggetti atti ad offendere e i caschi utilizzati per il travisamento all'interno di un bidone giallo trasportato sul furgone che apriva il corteo», si legge nell'ordinanza. I manifestanti coinvolti negli scontri hanno agito, sempre secondo gli inquirenti, con tecniche paramilitari: «Dopo essersi travisati ed armati si disponevano su diverse file, in assetto sostanzialmente 'bellico', e si muovevano secondo una strategia diversificata per le ali e il fronte della formazione, a dimostrazione del fatto che l'attacco era stato preordinato e pianificato in ogni passaggio come un'operazione militare».
Nelle scorse settimane erano finite in carcere due persone. Domenico Sisi, parente del sindacalista Vincenzo Sisi processato a Milano con l'accusa di far parte di un'organizzazione terroristica, e Alessandro Arrigoni, dipendente della prefettura di Milano. Entrambi avevano poi avuto l'obbligo di dimora.
Casarini: «Chi ha voluto gli arresti la pagherà cara». Gli arresti per gli incidenti al G8 delle Università a Torino sono stati al centro di una conferenza stampa improvvisata dagli esponenti del Pedro che hanno espresso dure critiche all'operato della procura di Torino. Il leader del centro sociale padovano è, infatti, uno degli arrestati.
Luca Casarini ha sottolineato che «chiunque ci sia dietro pagherà molto caro quello che sta succedendo. Pagheranno molto caro quello che stanno facendo ai nostri compagni».
«Sono arresti preventivi di stampo fascista. È un'operazione politica fatta prima del G8 e dopo il vertice si smonterà». Per Luca Casarini dietro quanto accaduto «c'è la mano dei servizi segreti italiani: non siamo disposti ad accettare questo tipo di imposizioni e di vergogne nazionali».
Max Gallob, il leader del centro sociale Pedro di Padova, arrestato, «deve tornare ad essere punto di riferimento per chi non ha mai abbassato la testa. Se credono di intimorirci si sbagliano di grosso. Non ci faremo stringere nella morsa del terrore» ha aggiunto il leader dei disobbedienti.
Casarini ha anche ricordato che un altro studente destinatario del provvedimento di custodia cautelare è un iraniano che si trova a Teheran: «Dalla capitale iraniana ha dato un grande contributo per farci conoscere ciò che sta accadendo. Ora rischia di essere arrestato appena rientra in Italia. E questo accomuna questo regime a quello degli ayatollah».
L'avvocate di Gallob: «Troppe stranezze». È «particolare» che le ordinanze di custodia per gli accusati dei tafferugli di Torino del maggio scorso «vengano emesse, per un episodio di scontri di piazza, a distanza di più di un mese dall'accaduto». La riflessione è dell'avvocato Aurora D'Agostino, legale che assiste Max Gallob, e che ha annunciato il ricorso al tribunale del riesame. Il legale ha anche detto che l'ordinanza del gip è datata 3 luglio, ma non si sa quando la procura ha chiesto le misure cautelari. Dopo aver ricordato che nell'ordinanza si contesta ai giovani l'uso di bastoni ed estintori ed il lancio di pietre e fumogeni, il legale ha sottolineato che le lesioni riportate dagli uomini delle forze dell'ordine, reato indicato tra le accuse, vanno da prognosi di tre o quattro giorni alla più grave di 15 giorni.
Venezia, la protesta dell'Onda. Una quarantina di aderenti al movimento studentesco dell'Onda anomala si sono recati questa mattina in rettorato a Cà Foscari per protestare contro le ordinanze emesse dalla magistratura di Torino per gli incidenti avvenuti lo scorso 18 maggio in occasione del G8 dell'Università.
Gli studenti - come ha reso noto Tommaso Cacciari, uno dei portavoce del movimento veneziano - hanno appeso uno striscione e avuto un incontro con il rettore Pier Francesco Ghetti. Nel corso dell'incontro - come ha confermato lo stesso Ghetti - gli studenti hanno espresso la loro protesta per un provvedimento della magistratura torinese ritenuto eccessivo rispetto alla libertà che c'è all'interno delle Università di fare proposte e avanzare idee.
Occupazioni in tutta Italia. Prima l'occupazione del rettorato dell'ateneo di Torino, poi quella di tante altre università da parte degli studenti dell'Onda che chiedono ai rettori di prendere posizioni contro gli arresti. Occupati l'ufficio del pro-rettore de La Sapienza, la facoltà di Architettura di Roma Tre, il Rettorato di Bologna, della Federico II a Napoli, di Pisa e La Statale di Milano.