DI MAURO BONATO
Al Rossetti di Trieste sarà in scena, ancora per pochi giorni, fino al 7 dicembre “Argo” che il Teatro Stabile del Friuli Venezia Giulia ha prodotto assieme allo Stabile di Bolzano.
Lo spettacolo - affidato alla bravissima regista Serena Sinigaglia - e ad un assieme creativo tutto al femminile, con tre straordinarie protagoniste come Ariella Reggio, Maria Ariis e Lucia Limonta, trae ispirazione dal romanzo “Storia di Argo” di Mariagrazia Ciani.
La scrittrice raccontando della sua fuga dall’Istria dopo la fine della Seconda guerra mondiale, tocca un argomento di storia delicatissimo. Lo strappo, l’abbandono forzato, qui sono descritti attraverso la separazione di una bambina dal suo cane York.
York come Argo, il cane di Ulisse.
Mariagrazia Ciani non ha un piglio storico o romanzesco, il suo è un procedere per paesaggi interiori, per allusioni e metafore, senza mai cadere nella polemica sterile o nella documentazione saggistica. Ha il respiro della poesia, “Storia di Argo”.
«Ho capito che non avrei potuto mettere in scena un libro così intimo e tanto meno limitarmi ad adattarlo» spiega la regista Serena Sinigaglia. «Avevo bisogno di un'autrice che, ispirandosi al tratto lieve e rarefatto del libro, scrivesse un testo originale rispecchiando lo sguardo di chi, come me, ha conosciuto da lontano quella storia. Volevo che il testo fosse ambientato nell'oggi e che presentasse un confronto tra tre generazioni di donne. Ed è così che è arrivato “Argo”».
“Argo” di Letizia Russo, liberamente ispirato al libro di Mariagrazia Ciani, racconta dunque di Vera, 85 anni, Beatrice, sua figlia, 55 anni e Carla figlia trentenne di Beatrice, che saranno interpretate da Ariella Reggio, Maria Ariis e Lucia Limonta.
Vera ha l’alzheimer e la figlia decide di portarla un'ultima volta a Pola da dove è scappata quand’era solo una bambina: uno "strappo" di cui non ha mai più parlato.
«Ora - spiega la regista - tra le pieghe della sua coscienza annebbiata, le fa visita un solo ricordo, flebile, quello di un cane che si chiamava Argo. Le tre donne si trovano così, chilometro dopo chilometro, a fare i conti con sè stesse e col peso dei loro rapporti, coi silenzi e coi non detti, con la memoria che svanisce della nonna, con il desiderio di libertà della figlia, con le difficoltà della madre di non conoscere la propria madre, chiusa nei suoi ricordi e ora irrimediabilmente ammalata. È un testo che, in maniera lieve e delicata, prova ad affrontare un tema importantissimo e direi quasi scabroso, quello del "peso delle memoria". Certi vissuti, certi nodi, certi ricordi possono diventare un fardello insopportabile se non si è disposti a lasciarli andare. Solo lasciandoli andare, si può andare "oltre", oltre i rancori, oltre il male, tutto il male, verso un nuovo futuro».
ARGO
liberamente ispirato al romanzo “Storia di Argo” di Mariagrazia Ciani (ed. Marsilio)
testo originale Letizia Russo
regia Serena Sinigaglia
con Ariella Reggio, Maria Ariis, Lucia Limonta
scene Andrea Belli
costumi Valeria Bettella
luci e suono Roberta Faiolo
assistente alla regia Michele Iuculano
produzione Teatro Stabile del Friuli Venezia Giulia, Teatro Stabile di Bolzano