In queste due settimane di via vai di camionette e furgoni di polizie straniere per le strade di Vicenza, la battuta più spiazzante è di una vecchietta: «Mamma mia, stanno preparando un golpe».
Ma dal Coespu (centro eccellenza per le stability police units) della caserma Chinotto di Vicenza, il maggiore Leonardo Albanesi, del 7° Reggimento carabinieri di Laives (Bz), unità speciale inquadrata nella 2^ Brigata mobile carabinieri, sorride e spiega: «Ma no. E' un'esercitazione dell'Eufp, European union police forces. In pratica, stiamo quasi girando un film. Nei due centri esercitazione di Longare e Roncà abbiamo creato una specie di cast per rendere realistica la simulazione. Abbiamo pensato a tutto: c'è la banda criminale che sfrutta un gruppo di profughi, i giornalisti che si precipitano sull'accadimento, le forze di polizia che intervengono e gestiscono l'emergenza assieme all'Unhcr».
La "produzione cinematografica" in questione si chiama Eupft, training di tre settimane che sta coinvolgendo, tra il quartier generale alla Chinotto e le caserme dismesse di Longare e Roncà (Vr), 273 appartenenti a forze di polizia di Gran Bretagna, Germania, Francia, Spagna, Polonia, Portogallo, Olanda, Austria, Grecia, Repubblica Ceca, Slovenia, Lituania e Cipro, assieme a personale di carabinieri, polizia di Stato e Gendarmeria europea. Che intervengono a Longare, dove un finto gruppo di clandestini, profughi di Ambria, lavora in condizioni di sfruttamento in un opificio clandestino dell'organizzazione Redbull (anch'essa inventata). I militari lo scovano, arrestano i titolari, e poi trasferiscono i profughi nel campo accoglienza di Roncà. Dove ad attenderli c'è Gabriele Visentin, finto sindaco della cittadella (nella realtà è funzionario della Commissione europea, referente unico per le 27 nazioni raggruppate nell'Eupf), il direttore sanitario del campo gestito da Unhcr (Greg Williams, altro parto della fantasia del verissimo maggiore Albanesi), cittadini, curiosi e giornalisti. Tutto finto. Come la troupe di Telelibero Roncà che scatena la campagna contro i foresti: «Noi qui i profughi non ce li vogliamo».
Gestire la situazione è lo scopo dell'esercitazione contro lo sfruttamento di esseri umani, che il 5 novembre concluderà la terza e ultima sessione setttimanale.
E' la prima volta in Europa che si svolge un'esercitazione così articolata e minuziosa. Qualcosa di simile c'era stato l'anno scorso in Francia a Saint Astier, dove però non c'era stato l'impiego di «componenti altamente specializzate in investigazioni, rinvenimento e disinnesco esplosivi, analisi scientifiche, studio e applicazione di best practice per gestire le emergenze umanitarie nel rispetto dei diritti umani e civili- spiega il capitano dei carabinieri Pierpaolo Sinconi, capo ufficio affari internazionali Coespu, mentre saluta il neoamico Goran Marsic, ispettore della polizia slovena-. Gli uomini dell'Eupf stanno cominciando a mescolarsi e conoscersi. Dopo la codifica di una dottrina a livello politico e strategico, le nazioni europee scendono ora sul livello tattico-operativo dell'ufficiale di polizia in missione internazionale. Siamo agli inizi». E sta avvenendo a Vicenza. Come la cerimonia di premiazione dei partecipanti all'esercitazione, svoltasi ieri alla Chinotto presente il generale Umberto Rocca, direttore Coespu, e le autorità civili e militari.