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Gioved 23 Maggio 2024
XXXIII Festa dei Popoli: a Villa Buri, San Michele, Verona. Uno storico evento, all’insegna della multirculturalità, dell’amicizia e dell’incontro delle differenze.

Domenica 26 maggio, a Villa Buri, San Michele, Festa dei Popoli. La manifestazione mira a promuovere l’amicizia e la fratellanza, fra genti, culture e religioni diverse, quale laboratorio di quella multiculturalità, che caratterizza città e provincia di Verona sono. Con il titolo “In cammino per la pace”, l’evento proporrà la consueta kermesse di musica, canti, danze, facendo leva anche, su proposte di giovani musicisti. Non mancheranno i piatti tradizionali dei popoli, l’artigianato, i laboratori, rivolti ai bambini, per favorire l’incontro e la capacità di riconoscersi, in una società sempre più multietnica e multiculturale. Cibo e musica, ingredienti essenziali della Festa, creano incontro e, nell’incontro, sono in grado di rompere gli stereotipi, spesso, le paure, verso il diverso, il non conosciuto, dando vita a quel clima di allegria e fratellanza, che contraddistingue la Festa di Popoli. L’evento inizierà alle 12:30, con l’apertura degli stands gastronomici; alle 15, è previsto l’inizio dello spettacolo con danze, musiche, laboratori, artigianato e spettacoli per bambini, che si protrarranno, sino alle 19. La festa sarà alcool free, mentre e si invita a raggiungere Villa Buri, utilizzando il più possibile i mezzi pubblici. «I tempi cambiano, e la prossima Festa con loro» – evidenzia don Giuseppe Mirandola, direttore del Centro di Pastorale Immigrati, che coordina il gruppo di associazioni che organizzano l’evento. «Oggi – prosegue Mirandola – abbiamo le seconde e in alcuni casi le terze generazioni, giovani, nati a Verona con back ground migratorio, figli di immigrati, arrivati dai vari paesi del mondo. Sono le nuove generazioni, che fanno parte della nostra società, su cui, la Festa vuole portare la sua attenzione. Rappresentano numeri importanti che troviamo nella scuola e nel lavoro. C’è la necessità di prendere sul serio le loro aspettative e le loro aspirazioni. Tutto questo è festa dei Popoli». Il tema citato, “In cammino per la pace”, fa chiaramente riferimento alla recente visita di papa Francesco a Verona e in particolare ad Arena di Pace, il cui cammino di preparazione è durato più di un anno. «Il percorso di Arena di pace ha toccato diversi ambiti – precisa don Giuseppe – abbiamo parlato di giustizia e pace, non solo in riferimento alle guerre, al disarmo e alla nonviolenza, ma come campi, che toccano l’economia, il lavoro, i diritti, il tema delle migrazioni appunto, che tante volte dentro la società è elemento conflittuale. Se vogliamo sviluppare contesti di pace, dobbiamo fare attenzione all’accoglienza e ai cammini di integrazione dei migranti, nella società. Dobbiamo sviluppare pari opportunità, un aspetto, che è spesso sottaciuto, ma, che invece è elemento cardine dove ci giochiamo il futuro. Pari opportunità vuol dire accesso, senza particolari ostacoli alla sanità, all’istruzione, ai diritti nel mondo del lavoro e tutti conosciamo la piaga del caporalato, del lavoro nero o sottopagato che si alimenta in modo particolare nel mondo delle migrazioni. Pari opportunità anche per avere una casa, un affitto… In sostanza dobbiamo riconoscere dignità ai migranti, portatori di diritti, non frutto della nostra buona volontà ma derivanti dalla costituzione, posta a fondamento del nostro vivere civile e pacifico». «La 33° edizione della Festa dei Popoli è un’edizione importante, che arriva a seguito di una settimana travolgente per Verona, con la visita del Papa, con effetti bellissimi, che ancora riecheggiano», rimarca Luisa Ceni, assessore alle Politiche sociali e abitative del Comune di Verona. Una frase di papa Francesco, all’Arena di Pace, mi ha particolarmente colpito, quell’“io sono perché noi siamo”. Si parla di pace, in questa Festa dei Popoli a seguito all’Arena di Pace, si parla del valore dell’io che esiste solo se esiste un noi. Nella Festa dei Popoli, questo si tocca con mano. Un secondo aspetto: è una Festa estremamente green, dove si chiede di arrivare in bicicletta, dove si chiede di non bere, per divertirsi nella maniera giusta, senza sballare. Insomma: una festa importante per creare sempre più comunità inclusive, dove la pace nasce dal basso». Jean-Pierre Piessou, membro del comitato organizzatore: «Questa manifestazione ci permette ogni anno di festeggiare conservando un senso di gratitudine, per chi in maniera profetica ha ideato questo incontro e lo ha costruito nel corso degli anni. Penso a vescovi, sacerdoti, religiosi e volontari laici, che hanno contribuito a plasmare questo abbraccio collettivo della città di Verona nella sua pluralità, che ci dà anche la prospettiva futura su cui camminare». Matteo Danese, direttore di Cestim - Centro studi immigrazione: «Nel 1991, anno in cui è stata organizzata la prima Festa dei Popoli, erano meno di 10.000 gli stranieri presenti in provincia di Verona. A inizio 2023 gli stranieri residenti nei 98 comuni della provincia di Verona risultavano essere poco più di 110.000 (il 12 % della popolazione), ma sono almeno 130.000 le persone con background migratorio se consideriamo nel computo anche gli immigrati che nel frattempo hanno acquisito la cittadinanza italiana. Una fetta importante di questa popolazione è composta da minori (25.291), la maggior parte dei quali sono nati in Italia (seconda o terza generazione). Se nel 1991 la città stava facendo i primi passi alla scoperta delle diversità culturali, oggi, Verona è nei fatti una realtà multiculturale. Lo dicono i numeri, ma ne sono consapevoli tutti i cittadini che lo possono constatare quotidianamente nel mondo del lavoro, a scuola, nelle parrocchie o passeggiando nei quartieri. Ma se la multiculturalità è un fatto acquisito, le relazioni interculturali non fanno parte della quotidianità di tanti veronesi. Ci sono ancora cittadini, italiani o stranieri, che non hanno regolari occasioni di incontro o scambio, con persone di altre culture o nazionalità. Persone che vivono in mondi separati che si sfiorano ma non dialogano tra loro, in alcuni casi portatrici di una visione distorta dell’”altro” appesantita da pregiudizi o stereotipi. In questo senso la Festa dei Popoli, come era negli intenti dei fondatori, vuole continuare ad essere un “ponte” per favorire il dialogo e lo scambio tra veronesi che provengono da diversi contesti culturali. È anche un momento rigenerante e motivante per tutta quella Verona che crede nel dialogo interculturale e opera tutti i giorni per promuovere le pari opportunità di tutti i cittadini a prescindere dal paese di provenienza. A Villa Buri, non ci limiteremo a “mostrare” la ricchezza della diversità, resa visibile attraverso le musiche, i cibi, l’artigianato, ma, cercheremo di tessere relazioni positive e costruttive tra vecchi e nuovi veronesi, realizzando, per dirla con Don Tonino Bello, recentemente ricordato ad Arena di Pace, quella “convivialità delle differenze”, che rimane l’obiettivo ideale, a cui tendere». Un’importante, rinnovantesi iniziativa, che realizzandosi, anche quest’anno, sarà motivo, come sopra fortemente espresso, di maggiore conoscenza, fra genti e, quindi, di migliore comprensione: due fattori, creatori di quella pace e di quella collaborazione, delle quali abbiamo assolutamente bisogno.
Pierantonio Braggio





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