Foundation Open Factory: innovazione aperta e collaborativa, per il rilancio l’economia sociale. IV Programma, dedicato allo sviluppo di soluzioni tecnologiche e digitali ì, in Enti non profit.
Risorse limitate, contesti competitivi, sfide sociali ed economiche, in continua evoluzione: ostacoli, che l’economia sociale deve affrontare, per rilanciare la propria azione, in un tempo, quello attuale, caratterizzato da molteplici crisi. A cooperative, associazioni, fondazioni, imprese sociali e altri enti no profit non resta che tenere il passo con i tempi e, quindi, innovare prodotti, servizi, processi è un imperativo. Spesso, però, mancando strumenti e competenze, il cambiamento resta teoria. Ad evitare ciò, vuole essere di aiuto Open innovation – innovazione aperta o collaborativa, modello, nato un paio di decenni fa, negli Stati Uniti e, oggi, sempre più diffuso, anche in Italia: per innovare, non vi è che cercare al di fuori dalla propria organizzazione, le soluzioni necessarie e le fonti sono diverse: dai centri di ricerca alle startup, dalle università alle PMI innovative. Spesso non serve partire da zero, ma è sufficiente guardarsi attorno, sviluppare sinergie, con nuovi partner e affidarsi alle innovazioni, già disponibili, per capire come utilizzarle. Obiettivo di Foundation Open Factory, il programma, sostenuto da Fondazione Cariverona (insieme a Fondazione Caritro, Fondazione Cariparo, Fondazione Sparkasse Bolzano e Fondazione VRT) e gestito dal Consorzio Elis, mira a questo… Giunta alla quarta edizione, l’iniziativa si rivolge a tutti gli Enti no profit dell’economia sociale, che necessitano di risposte concrete a uno specifico bisogno tecnologico o digitale, in uno degli ambiti identificati dal bando: arte, cultura e spettacolo; servizi socio-sanitari; formazione e lavoro; ambiente, natura ed energia. Sarà il team di Elis a cercare i migliori soggetti innovativi (tra startup, PMI innovative, centri di ricerca, spinoff universitari, ecc.), per sviluppare soluzioni efficaci alla sfida proposta. Nei primi mesi del 2025, gli enti selezionati – massimo 11 – potranno partecipare a un percorso gratuito di co-innovazione e di capacity building della durata di 12 settimane, durante le quali verrà implementata e testata sul campo la risposta. Gli attori lavoreranno gomito a gomito, accompagnati da un team di esperti, coordinati da Elis. Il programma condurrà alla realizzazione di un “modello di prova”, utile a dimostrare la fattibilità dell’innovazione sviluppata (prodotto, servizio, piano aziendale, processo di lavoro, tecnologia, ecc.). “I dati ci dicono che oggi l’83% delle grandi aziende italiane e il 44% delle piccole e medie imprese adottano pratiche di innovazione aperta e collaborativa – ha commentato Filippo Manfredi, direttore generale di Fondazione Cariverona. E sono percentuali in costante crescita. Le esperienze delle precedenti edizioni di Foundation Open Factory e i casi di studio confermano che l’Open innovation è uno dei paradigmi più efficaci, sicuri e meno rischiosi per fare innovazione. Siamo convinti che percorsi di questo tipo possono portare un reale valore aggiunto anche agli enti del terzo settore e dell’economia sociale: vogliamo mettere a loro disposizione nuove opportunità di crescita, fondate su sinergie inedite, a vantaggio di tutto il territorio”. Per partecipare a Foundation Open Factory, l’ente no profit deve avere sede (o operare) nel Triveneto (Verona, Vicenza, Belluno, Trento, Rovereto, Bolzano, Padova, Rovigo) o nelle province di Ancona o Mantova. Esso può essere, inoltre, capofila di una rete, composta, da altri soggetti. Per ulteriori informazioni, importante è prendere parte al webinar, che si terrà mercoledì 15 maggio alle 11 (dettagli sul sito della Fondazione). Le candidature dovranno essere inviate attraverso la piattaforma dedicata entro il 20 settembre. Per ulteriori info: comunicazione@fondazionecariverona.org e 045 8057379 – 03”. Quanto sopra, costituisce una proposta importante, incisiva, di aiuto e di collaborazione, nell’innovare, cui non si può e non si deve rinunciare. Come, sopra esposto, lo richiedono i tempi ed il progresso, appunto, perché l’intento di avanzare innovativamente, non resti teoria.
Pierantonio Braggio