Una giovane allevatrice, alla guida dell’Associazione Pecora Brogna, ovino caratteristico della Lessinia. La presidente, Benedetta Bobgiovanni: “È sempre stata una passione, ora è anche un lavoro, che amo. Obiettivo, verso cui tendiamo, è tutelare questa
Ventisette anni, passione, per la vita rurale e per il territorio, e amore, per il contatto con gli animali. Laureanda in Scienze zootecniche, Benedetta Bongiovanni è la nuova, giovane, presidente dell’Associazione Pecora Brogna, realtà sorta, nel 2012, che mira a “promuovere e a valorizzare i prodotti, derivanti da tale prezioso animale, onde consentire ai suoi allevatori di tornare a ricoprire il ruolo fondamentale di custodi del paesaggio rurale”. Pecora Brogna: razza medio piccola, che mantiene un mercato di nicchia, comunque, interessante, e valido partner, nell’opera di salvaguardia dell’ambiente naturale, quale strumento privilegiato ed importante, in Lessinia. La Brogna favorisce la pulizia dei pascoli scoscesi e il consolidamento dei fondi agricoli. Un presidio che risulta, dunque, fondamentale per il mantenimento e la tutela della biodiversità del territorio, testimoniato da fonti storiche, che dimostrano come l’allevamento della pecora, in tema, sia complementare all’attività antropica del territorio, dall’altopiano lessino, fino alle minori altitudini. Attualmente, gli esemplari censiti nel veronese e nel vicentino sono poco meno di 2.500, in costante diminuzione, da alcuni anni. Bongiovanni: “Il ruolo primario dell’associazione Pecora Brogna è di promuovere le peculiarità di questa razza autoctona – riconosciuta da Slow Food, grazie al quale riusciamo ad avere un indotto, anche fuori regione – tutelando, così, di riflesso, il territorio e il lavoro di noi allevatori, imprenditori agricoli, artigiani del settore. Bongiovanni, la più giovane, tra gli allevatori della razza ovina, in tema, è dotata di un’esperienza umana e professionale, che riflette, come cennato, la passione per territorio e per l’impegno rurale. Benedetta: ”Ho iniziato quasi per hobby, con quattro pecore, che accompagnavano i cavalli dell’azienda agricola, che gestisco, a Grezzana. Nel 2021, le pecore mi aiutavano a tenere puliti i pascoli abbandonati, in zone in cui, i cavalli faticavano ad arrivare. Ora, ho oltre un centinaio di esemplari: seguirli è, a tutti gli effetti, un lavoro. Ho una piccola stalla, per riparare gli ovini, quando nevica, ma, per la stragrande maggioranza del tempo, essi vivono all’aperto”. Bongiovanni è, ora, alla guida dell’Associazione, assieme a Cristina Ferrarini, già presidente, e ora vicepresidente, assieme a Marco Beccherle, e ai consiglieri Aurora Manani, Sara Lovato, Giovanni Caltagirone e Lorenzo Erbisti, tra i soci fondatori, con Beccherle. Completano il Consiglio direttivo i coordinatori tecnici, Marcello Volanti e Giuliano Menegazzi. L’Associazione riunisce allevatori, tecnici del settore, ristoratori e trasformatori e conta, tra le aziende aderenti al Sistema di Garanzia Partecipata, una decina di allevatori, sei ristoranti e una macelleria. Quanto a caratteristiche, la Brogna è razza dalle importanti risorse. La sua lana è una delle migliori, autoctone, italiane: apprezzata, soprattutto, per la sua elasticità e la sua lunghezza, consente un’ampia gamma di lavorazioni. Il suo filato è robusto, morbido ed asciutto, al tatto, con bassa capacità di infeltrimento, adatto alla tessitura e alla maglieria d’artigianato. Grazie al “Progetto Lana”, dal 2013, l’Associazione raccoglie la fibra sucida, dagli allevatori associati, facendola lavorare, da aziende del distretto biellese. La carne di Brogna è caratterizzata da un gusto delicato e bilanciato poiché, a differenza di altre razze, non presenta il tipico afrore montonino e, quindi, meno selvatico. Molto adatta ai palati moderni, la carne dell’agnellone adulto si presta per ottimi trasformati, come hamburgers, luganeghe, salsicce e arrosticini. Un insaccato che merita menzione è il “Brognolino”: un tipico salame, ottenuto, con il 40% di carne suina e il 60% di carne Brogna. Carne, che trova valorizzazione, grazie all’esperienza di alcuni chefs e macellai, raggiungendo il suo apice, attraverso lunghe cotture, a bassa temperatura, che lasciano intatti gli aromi e il suo gusto naturale. Il latte: poco, ma buono. La Brogna non è, infatti, particolarmente lattifera, ma quello, che produce è di elevata qualità. Il suo latte è più dolce e delicato di quello di qualsivoglia altro ovino e ha un particolare potere nutrizionale, essendo ricco di omega-3 e acidi grassi polinsaturi – caratteristiche, che lo rendono adatto alla caseificazione, con ottimi formaggi realizzati, sia con solo con latte di Brogna, come il “Pastorin”, che derivanti da latte di Brogna, mescolato, sia a latte vaccino, che caprino. Un bella, importante notizia, quella sopra descritta, appresa, attraverso Ilaria Noro, che ringraziamo. Notizia, che ci conforta, venendo a sapere che una giovane studentessa, in Scienze zootecniche, si dedica – oggi, come presidente di una vitale Associazione – a mantenere in vita una razza a rischio di estinzione e ad impegnarsi, “con passione ed amore”, al mondo agricolo e dell’allevamento, due comparti, non semplici da seguire, non perdendo di vista gli elementi, natura, valorizzazione territoriale, nella sostenibilità, ed economia.
Pierantonio Braggio