Scrive Banco BPM: “Il primo semestre 2024 è stato caratterizzato da un quadro macroeconomico generale, nel complesso, positivo, nonostante permangano elementi di incertezza derivanti, in
particolare, dalla situazione geopolitica in Ucraina e Medio Oriente; tuttavia, in tale contesto, l’impegno commerciale ed organizzativo del Gruppo ha fatto registrare una significativa crescita della performance operativa. In particolare, i proventi operativi “core” evidenziano un’ottima dinamica, risultando pari a € 2.834 milioni, con una crescita dell’8% rispetto al primo semestre 2023. Il risultato della gestione operativa sale a € 1.456 milioni rispetto a € 1.302 milioni del primo semestre 2023, con un incremento del 12%. L’utile netto del periodo si attesta a € 750 milioni, con una crescita del 20%, rispetto al 30 giugno 2023. A livello adjusted, l’utile netto risulta pari a € 776 milioni, con un incremento del 19% a/a. Le grandezze patrimoniali confermano i significativi risultati raggiunti: • la raccolta diretta bancaria risulta pari a € 129,8 miliardi in incremento del 3,0% rispetto a fine 2023 e del 2,9% su base annua; • la raccolta indiretta raggiunge i € 111,2 miliardi, in crescita di € 5,0 miliardi rispetto al 31 dicembre 2023 e di € 11,5 miliardi su base annua; • gli impieghi netti performing “core” (costituiti da mutui, finanziamenti, conti correnti e prestiti personali) si attestano a € 95,3 miliardi (€ 95,8 miliardi lordi) con un volume di nuove erogazioni per € 10,3 miliardi nel semestre. Per quanto riguarda la qualità del portafoglio, al 30 giugno 2024 l’incidenza dei crediti deteriorati, sul totale dei crediti lordi, si è ulteriormente ridotta al 3,3%, dal 3,5% del 31 dicembre 2023. Il costo del credito annualizzato risulta in riduzione, rispetto a 53 p.b. di fine anno 2023, pur garantendo significativi livelli di copertura dei crediti deteriorati. Si rafforza ulteriormente la solida la posizione patrimoniale del Gruppo che, al 30 giugno 2024, raggiunge i massimi livelli storici dalla fusione: • CET 1 Ratio al 15,2% (da 14,2% a fine 2023 e 14,7% a marzo 2024); • MDA buffer a 609 p.b. (da 50810 p.b. a fine 2023 e 567p.b. a marzo 2024)”. C’è, dunque, da sperare in una tranquilizzazione delle relazioni internazionali, perché solo, in tal modo, imprese, banche e, nel complesso, l’economia, possano meglio prosperare, creando benessere.
Pierantonio Braggio