Cantina Valpolicella Negrar, Verona: millesimo 2024, tutto da interpretare. Il Valpolicella, delle origini, torna a essere il vino più trendy della Denominazione.
“Daniele Accordini, direttore generale e capo enologo di Cantina Valpolicella Negrar, la quale annovera oltre 800 ettari di vigneti, in prevalenza, nelle colline della Valpolicella Classica, e circa 250 soci viticoltori, quest’anno, già impegnati, da pochi giorni, nella raccolta delle uve per l'Amarone: “Oggi, in vigna, non c'è più spazio, per l'improvvisazione, pena risultati qualitativi mediocri, se non addirittura negativi. Il cambiamento climatico in atto porta con sé problematiche colturali, da affrontare, con professionalità ed efficacia, e che impongono, ancor più, al viticoltore, una profonda conoscenza del proprio vigneto, in modo da gestirlo al meglio e di prevenire le difficoltà., che possono sorgere in campo nel corso delle fasi fenologiche della vite. Per cui, quest'anno, come nel 2023, sarà una buona vendemmia, per chi ha operato da professionista, sia in collina, che in pianura. Come ogni viticoltore sa, la pioggia può essere santa o matrigna. Se, a giugno, potevamo dirci preoccupati, per la quantità tale di acqua piovana, caduta in tarda primavera, che aveva favorito le malattie fungine, il rush finale ci sta dando soddisfazioni: le piogge abbondanti dell'ultima settimana sono state una manna ristoratrice, per i vigneti in stress idrico, da luglio, e ha permesso alle uve collinari di maturare alla perfezione. Ma chi ha praticato, in vigna, durante l'anno, una gestione meno attenta, dovrà fare una selezione certosina delle uve, per l'Amarone. Il peso medio dei grappoli è piuttosto basso, le gradazioni sono alte, come negli ultimi anni caldi, ma il fresco notturno di questi giorni aumenta l'escursione termica giorno/notte, per cui le componenti aromatiche e il colore ne trarranno vantaggio. Non ci saranno quindi esuberi di produzione, a tutto vantaggio della qualità”. In un momento storico, per i vini, come quello attuale, che vede un cambio di gusto, specie tra i giovani, verso vini più snelli, freschi, a gradazione contenuta e dalle acidità più sostenute, il Valpolicella Classico risponde perfettamente al desiderio dei giovani consumatori. Cantina Valpolicella, quindi, mira a ritrovare un equilibrio di produzione fra Valpolicella, Ripasso e Amarone, in modo da acquisire maggior competitività sui mercati. «Oltre a perfezionare la gestione delle uve in vigna, con un uso sapiente della pergola, dobbiamo approfittare di questo momento di riflessione, per investire sulla nostra capacità di intercettare il mercato giovanile e cercare di mantenere il valore acquisito, sul mercato dall'Amarone, che rimane sempre il nostro core business», afferma il presidente Giampaolo Brunelli. Per cui, nel rispetto della propria storia, che l'ha vista protagonista, fin dagli anni Trenta del secolo scorso, nella produzione e commercializzazione di Amarone, la Cantina intende valorizzare ancor più la produzione del vino storico del territorio, il Valpolicella, da essa mai sacrificato, in nome del Ripasso, e che oggi è tornato a essere il vino più moderno della Denominazione. «Per facilitare la scelta, sugli scaffali dei consumatori, in cerca di un vino di consumo quotidiano, daremo più spazio al Valpolicella Classico», specifica Brunelli”. Conviene leggere, attentamente, e rileggere il testo di cui sopra, il quale propone un vera lectio magistralis, da parte del direttore Accordini, in fatto di attenzione alla vite e alla vinificazione, nonché, in tema, di strategie, di adesione alla domanda attuale di vini “snelli e freschi”, mai trascurando quello, che è il secolare vino delle origini, il Valpolicella, “tornato a essere il vino più moderno della Denominazione”.
Pierantonio Braggio
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