OBIEZIONE ALLA GUERRA. ACCOLTI OGGI IN COMUNE ALCUNI TESTIMONI DI ‘NONVIOLENZA’ PROVENIENTI DA ISRAELE E PALESTINA
In questi giorni a Verona per dare voce a chi rifiuta la violenza e progetta la pace.
Sofia Orr e Daniel Mizrahi vengono da Israele, hanno rifiutato armi e divisa, sono obiettori di coscienza e per questo reduci dal carcere. Tarteel Yasser Al Junaidi e Aisha Amer vengono dalla Palestina, sono attiviste nonviolente e difendono i diritti umani, contro l’occupazione.
Quattro testimoni di pace, che credono nel dialogo, e lavorano insieme, come “gruppo misto” israelo-palestinese. Rappresentano due importanti movimenti: Mesarvot, che è una rete di giovani attivisti israeliani che rifiutano di prestare il servizio militare obbligatorio, e Community Peacemaker Teams - Palestina (CPT) che sostiene la resistenza di base nonviolenta guidata dai palestinesi contro l'occupazione israeliana.
Invitati dalla Campagna per l’Obiezione alla guerra, sono stati incontrati oggi dal sindaco Damiano Tommasi e dall’assessore alle Pari opportunità e Diritti umano in occasione di un incontro di presentazione avvenuto in sala Arazzi per dare visibilità al’importante impegno civile messo in campo in favore della pace.
“E’ un grande piacere poter accogliere questi giovani nella nostra città – evidenzia l’assessore Jacopo Buffolo –. Un momento molto importante che il Comune di Verona condivide con il Movimento Nonviolento. E’ fondamentale nel contesto di oggi portare testimonianza di quel lavoro che i giovani di Israele e Palestina fanno con l’obiezione di coscienza, che è nel solco della nostra tradizione culturale e che cerchiamo di valorizzare attraverso il servizio civile. E’ la scelta di tanti ragazzi e ragazze di servire il proprio Paese pacificamente, in un mondo libero dalla guerra. Una cosa a cui va data tutta l’attenzione possibile”.
“Questo tour si inserisce in un quadro più ampio, che è la campagna di obiezione alla guerra – sottolinea il presidente del Movimento Nonviolento Massimo Mao Valpiana –. Possiamo dire che è un secondo appuntamento che segue la visita lo scorso anno delle amiche ucraine, russe e biellorusse giunte in Italia per ribadire la stessa richiesta, la volontà che venga riconosciuto il diritto all’obiezione di coscienza e quindi la possibilità di uscire già oggi dalla guerra. Un movimento internazionale basato su proposte di pace e di convivenza, che partono appunto dall’obiezione di coscienza e quindi dal rifiuto degli strumenti che rendono possibile la guerra”.
La tappa di Verona infatti fa parte di un tour di 10 giorni, da Milano a Bari, per far conoscere all’opinione pubblica italiana i volti e la voce di chi, dentro alla follia della guerra, già realizza progetti di pace, a partire dal rifiuto della violenza e delle armi.
La richiesta di Sofia Orr, Daniel Mizrahi, Tarteel Yasser Al Junaidi e Aisha Amer: “è di sostenere concretamente e politicamente i movimenti nonviolenti, gli obiettori di coscienza, i pacifisti che lavorano per la convivenza dei due popoli. La richiesta di pace che si alza dalle popolazioni civili, è l’unica alternativa alla violenza cieca dell’esercito e dei gruppi armati che a Gaza, in Cisgiordania, in Libano e in Israele stanno seminando odio e vendetta. La spirale che ci sta portando al terzo conflitto mondiale può essere spezzata: l’obiezione alla guerra è il primo passo. Per questo chiediamo alle istituzioni, all’Unione Eurpea, al nostro governo, di riconoscere lo status di rifugiati politici a tutti gli obiettori di coscienza, disertori, renitenti alla leva, che fuggono dalle guerre e chiedono asilo e protezione”.
Durante tutto il tour, i 4 testimoni sono accompagnati e tradotti da Daniele Taurino, presidente di EBCO/BEOC (Ufficio Europeo Obiezione di Coscienza).
All’incontro a Palazzo Barieri è intervenuto anche il presidente del Movimento Nonviolento Massimo Mao Valpiana.