Quale Chiesa nell’epoca post-cristiana? L’intervista al cardinale Jozef De Kesel, sul tema: “Quale Chiesa nell’epoca post-cristiana?“, è una domanda, che accompagna il Sinodo dei vescovi e tutte le realtà locali.
Diocesi di Verona e Libreria editrice vaticana annunciano, per lunedì 28 ottobre, alle 18.30, nel Salone dei Vescovi del Vescovado, Piazza Vescovado 7, Verona, una riflessione spirituale e intellettuale, aperta non solo ai membri della comunità ecclesiastica, ma a tutti coloro che sono interessati a comprendere, come la Chiesa possa rispondere ai mutamenti della società contemporanea. Stefano Filippi, giornalista della rivista Tracce e presidente Ucsi Verona - Unione cattolica della stampa italiana - intervisterà il cardinale Jozef De Kesel, arcivescovo emerito di Malines-Bruxelles. Mettendo insieme due importanti aspetti della sua vita, ovvero l’essere teologo – con insegnamento a Gand e Lovanio – e il suo ministero di pastore – in particolare a Bruges e Bruxelles – il Cardinale offrirà una sua prospettiva approfondita sulle sfide che la Chiesa, soprattutto occidentale, affronta in una società che si sta rapidamente secolarizzando e nella quale la presenza dei cristiani è marginale, a livello sociale. Nel suo libro “Cristiani in un mondo che non lo è +. La fede nella società moderna” - Libreria editrice vaticana, 2023 – il Cardinale immagina una figura di Chiesa che oggi è «più piccola», rispetto al passato, ma che è chiamata ad essere «più umile, professante, aperta». Nel volume, Jozef De Kesel mette in luce l’esperienza dei monaci di Tibhirine, in Algeria, resi celebri dal film Uomini di Dio, vedendo in questa testimonianza «il paradigma di ciò che può essere la Chiesa» nella nostra società. «Una Chiesa fedele alla sua fede, priva di complessi e di arroganza. Ma anche una Chiesa aperta, solidale con le domande e le sfide, le gioie e i dolori degli uomini del nostro tempo». Meno numerosa ma capace di dialogare e farsi presente nel mondo: questa la Chiesa che il cardinale De Kesel auspica sia presente nell’Occidente secolarizzato: «Non possiamo ritirarci dalla vita in società e costruire un mondo a parte. Diciamo no a una Chiesa chiusa e ripiegata in sé stessa, no alla privatizzazione della fede, no a un cristianesimo estraneo al mondo! La nostra dev’essere una Chiesa che rende testimonianza al Vangelo e fa sentire la sua voce, nei grandi dibattiti etici e della società, per contribuire a salvaguardare l’umanità dell’uomo e il futuro del nostro pianeta». La Chiesa ha sempre fatto molto e molto sta facendo oggi, anche se, purtroppo, non sempre tenuta nella dovuta considerazione, a causa di modernità, che tanto e rapidamente trasformano, non innovando, certo, verso il meglio. Ascoltare, quindi la parola, il racconto dell’esperienza di un arcivescovo e il suo autorevole pensiero, su come debba sentirsi, presentarsi ed operare la Chiesa, nel tempo, difficile, in corso e, indirettamente, come dovremmo attivare noi stessi, è certamente motivo, per aderire al sopra descritto invito.
Pierantonio Braggio