Poste Italiane: l’economista e politico, Maffeo Pantaleoni (1857-1914), su un francobollo, della serie tematica le Eccellenze del sapere, di tariffa B, pari a 1.25€.
La vignetta raffigura un ritratto di Maffeo Pantaleoni, illustre economista italiano, ritratto, affiancato, a sinistra, dal titolo della sua opera più rappresentativa, da titolo “Principii di economia pura”, uscita nel 1889, che impresse una svolta metodologica e analitica, rispetto agli studi economici dell’epoca. Il nuovo pezzo ha una tiratura di 250 020 esemplari. L’annullo, o timbro del primo giorno di emissione, sarà disponibile presso lo sportello filatelico dell’ufficio postale di Macerata Centro. Per l’occasione è stata realizzata anche una cartella filatelica, in formato A4 a tre ante, contenente una quartina di francobolli, un francobollo singolo, una cartolina annullata ed affrancata, una busta primo giorno di emissione e il bollettino illustrativo, e ottenibile, al prezzo di 20.-€. Ma, chi era Pantaleoni? Scrive Stefano Spalletti, Uni Macerata: “Maffeo Pantaleoni (1857-1924), figlio di Diomede, importante figura del Risorgimento italiano, e di Isabella Massy Dawson, nobile irlandese, studiò in Francia e in Germania, e si laureò all’Università di Roma. Iniziò la sua carriera accademica, nelle Università di Camerino e Macerata, per succedere, nel 1901, ad Angelo Messedaglia, proprio nella cattedra romana. Dal 1900 fu, per pochi anni, deputato nella XXI Legislatura. Ministro delle Finanze a Fiume nel 1920, aderì alla fase inziale del fascismo. Nel 1923, fu nominato senatore del Regno. Definito, da Piero Sraffa il «principe degli economisti italiani», spinse l’amico Vilfredo Pareto ad approfondire gli studi economici. Contribuì in modo originale e decisivo alla diffusione dell’economia marginalista in Italia, al suo perfezionamento e alla sua applicazione alla scienza delle finanze. In quest’ultima disciplina, furono significativi i lavori giovanili Teoria della traslazione dei tributi (1882) e Contributo alla teoria del riparto delle spese pubbliche (1883). Nel 1889 pubblicò i Principi di economia pura che, tradotti in inglese nel 1898, diedero visibilità internazionale alla sua personalità scientifica. Personalità evidente anche nelle voci scritte per il Palgrave’s Dictionary of Political Economy, in un saggio, pubblicato sull’Economic Journal, e per l’attenzione a lui riservata dall’American Economic Association. Nel 1890, con i colleghi, Antonio De Viti, De Marco e Ugo Mazzola, acquistò Il Giornale degli economisti, che divenne la voce teorica del marginalismo e dei liberisti italiani. Ingegno multiforme e irrequieto, a volte tumultuoso, Pantaleoni ebbe un’esistenza fatta di lotte, anche di asprezze, ma sempre animata dalla ricerca in campo economico. Non esitò a criticare le scelte dei governi e a denunciare episodi di corruzione politica, come nel caso dello scandalo della Banca Romana (1893). Pubblicista acuto e polemico, a favore del liberismo, le sue critiche furono rivolte maggiormente allo “svolgersi del socialismo e al parlamentarismo degenerativo”. Ricordare un economista e gli altri, citati nel testo, di cui sopra, parlando di filatelia, un hobby altamente culturale, ancorché di costruttivo passatempo, può apparire cosa strana, visto che mettiamo in contatto e a confronto un modestissimo pezzettino di carta, il francobollo, con la grande opera di illustri studiosi e saggi, ma l’iniziativa di ricordare chi economia ha studiato, per una migliore vita della società, è assunto lodevolissimo, che, considerato, a fondo, invita chiunque ad interessarsi di economia, perché economia è una disciplina, che, sempre esistita, sebbene, fin troppo sconosciuta, condiziona il modo di vivere e da essa dipende il benessere sociale. Per questo, oggi, tempo difficile, in ogni campo della vita, nel bene e nel male, domina l’economia, che non è qualcosa, creato dall’uomo, ma, che è insito nel novantanove per cento delle azioni, che quotidianamente compiamo. Materia, senza regole scritte e dal comportamento rigido, talvolta, non facilmente comprensibile, ma, che – come è della finanza ¬– non possiamo trascurare, nella vita d’ogni giorno, perché, se attentamente seguita, torna enormemente utile.
Pierantonio Braggio