GIORNATA MONDIALE DELLE MALATTIE TROPICALI NEGLETTE
Gli eventi promossi dall’IRCCS Sacro Cuore Don Calabria a Verona. Nel programma anche un’iniziativa che coinvolge 250 ragazzi delle scuole medie superiori a cui parteciperà il noto esperto di cambiamenti climatici, Luca Mercalli. E Palazzo Barbieri si tinge di magenta, il colore delle malattie tropicali dimenticate.
Gli esperti dell’Ospedale di Negrar: “Alcune malattie tropicali neglette sono endemiche anche in Italia. Altre lo potrebbero diventare. Come la dengue. La scorsa estate abbiamo avuto il record di casi di trasmissione autoctona. E’ necessario intensificare la ricerca e la sorveglianza”
Il 30 gennaio Verona celebra la Giornata mondiale delle malattie tropicali neglette (NTD-Neglected Tropical Diseases), grazie a una serie di eventi organizzati dall’Ospedale Sacro Cuore Don Calabria di Negrar -Istituto di Ricovero e Cura a Carattere Scientifico (IRCCS) per le malattie infettive e tropicali e Centro collaboratore dell’OMS per la strongiloidosi e le altre malattie tropicali neglette.
Il programma degli eventi – che si avvalgono del Patrocinio del Comune di Verona e di molte società scientifiche – si apre mercoledì 29 gennaio alla Camera di Commercio con “Ricercatori in cammino”, un’iniziativa rivolta agli studenti delle scuole medie superiori a cui hanno aderito 250 ragazzi. In mattinata interverrà anche il noto giornalista scientifico e presidente della Società Metereologica Italiana, Luca Mercalli, su “Crisi climatica e rischi per la salute della società delle giovani generazioni”. Nel pomeriggio gli studenti intraprenderanno un viaggio virtuale in Africa, Asia e Sudamerica alla ricerca di virus e batteri accompagnati da medici, biologi e tecnici di laboratorio. Saranno presenti in loco anche strumentazioni tecnologiche, tra cui 14 microscopi.
Al tramonto, la facciata di Palazzo Barbieri, e quella dell’IRCCS di Negrar, si illuminerà di magenta, il colore delle malattie tropicali neglette.
Il giorno dopo, giovedì 30 gennaio, sempre alla Camera di Commercio, si terrà un congresso scientifico che vedrà la partecipazione dei maggiori esperti nazionali ed internazionali sulle NTD tra cui Maria Elena Bottazzi, microbiologa honduregna naturalizzata statunitense di origine italiana, docente al Baylor College of Medicine di Houston (Texas). Nel 2022 è stata candidata al Nobel per la Pace, insieme al collega Peter Hotez, per aver realizzato il vaccino Corbevax contro il Covid-19 senza depositare il brevetto, affinché fosse accessibile economicamente anche ai Paesi più poveri. Interverranno anche Denise Mupfasoni, del Dipartimento dell’OMS per il controllo delle malattie neglette di Ginevra, e Adriano Casulli dell’Istituto Superiore di Sanità con cui collabora anche il Dipartimento di Negrar.
Infine durante la due giorni sarà allestita nella Piazza dell’Economia della Camera di Commercio la mostra fotografica “Salute dimenticata. Immagini per ricordare le NTD”, gentilmente concessa da Pintre-Associazione Percorsi Intrecciati Onlus. La mostra è ad ingresso libero dalle 9 alle 16.
“La nostra intenzione è di valorizzare il tema della salute – ha sottolineato l’assessora alla Salute Elisa La Paglia –, di mettere in luce i lavori quotidiani di ricerca e cura che sono portati avanti in favore della collettività. In questo caso l'occasione proviene dalla Giornata mondiale delle malattie tropicali neglette. Nella nostra provincia abbiamo un’eccellenza sanitaria in quest’ambito, che siamo lieti di sostenere con il patrocinio del Comune e l’illuminazione di Palazzo Barbieri il prossimo 30 gennaio”.
“L’evento “Ricercatori in cammino” ha ricevuto un’adesione entusiasta da parte dei dirigenti scolastici e degli insegnanti delle scuole che abbiamo coinvolto nell’iniziativa tanto che avremo la presenza di circa 250 studenti”, ha detto il professor Federico Gobbi, direttore scientifico dell’IRCCS di Negrar e direttore del Dipartimento di Malattie Infettive e Tropicali. “Credo che per i ragazzi sia una bella opportunità per conoscere meglio la professione del ricercatore in campo medico, nell’eventualità che volessero intraprendere questa strada. L’iniziativa ha anche un risvolto educativo: verrà rafforzata la consapevolezza che investire risorse umane ed economiche nella ricerca su patologie apparentemente lontane da noi sia non solo un imperativo etico – ogni persona ha diritto alla salute – ma anche un vantaggio per l’intera comunità mondiale”.
Le malattie tropicali neglette sono un gruppo eterogeneo di 20 patologie, molte delle quali infettive, causate da virus, batteri, parassiti, funghi e tossine. Si stima che siano 1,7 miliardi di persone nel mondo che necessitano di interventi sanitari a causa delle NTD e con mezzo milione i decessi all’anno. “Le accomuna il fatto di essere “dimenticate” (neglette) dalla ricerca pubblica e privata (per molte non esistono né terapie né vaccini) e di avere origine, oltre che maggiore diffusione, nelle zone povere e marginalizzate delle aree tropicali e subtropicali”, ha detto la dottoressa Dora Buonfrate, Dora Buonfrate, direttrice del Centro collaboratore dell’OMS per la strongiloidosi e le altre malattie tropicali neglette dell’IRCCS di Negrar.
“Oggi più che mai si deve ragionare in termini di salute globale”, ha affermato il prof. Gobbi. “Curare chi è più lontano significa prevenire le malattie di chi ci sta accanto, considerando che viviamo in un mondo in cui la salute dell’uomo, degli animali e dell’ambiente sono sempre più interconnesse”. Lo dimostrano le stesse malattie tropicali neglette, alcune delle quali sono presenti anche in Italia e interessano complessivamente migliaia persone. Alcune sono addirittura endemiche, come la strongiloidosi, diagnosticata soprattutto negli anziani che erano soliti camminare a piedi nudi su terreni (fino agli Sessanta) contaminati da feci umane. O come la leishmaniosi, trasmessa da flebotomi (“pappataci”). Altre lo potrebbero diventare presto. Tra queste la dengue.
La scorsa estate ha segnato il record nel nostro Paese di casi di dengue a trasmissione autoctona: 213 che si sommano ai 474 casi d’importazione. In Veneto si è verificato un solo caso di trasmissione locale, mentre sono stati 79 quelli importati. Complessivamente il Laboratorio di Virologia e Patogeni emergenti dell’IRCCS di Negrar ha diagnosticato 19 casi importati (il 25% dei totali in Veneto), 7 dei quali hanno necessitato il ricovero nel reparto di malattie infettive e tropicali. Nel 2023 i casi diagnosticati al Sacro Cuore Don Calabria erano stati solo 2 con un solo ricovero.
COSA E’ LA DENGUE
Malattia infettiva che non si trasmette da uomo a uomo, ma solo attraverso la zanzara tigre
La dengue è una malattia infettiva, non trasmissibile da uomo a uomo, ma attraverso la zanzara tigre, che è presente in Italia dal 1990. Asintomatica in più del 50% dei casi, può manifestarsi con sintomi simili a quelli dell’influenza, febbre alta, mal di testa, dolori dietro agli occhi e soprattutto forti dolori ai muscoli, caratteristica per cui la dengue è conosciuta come “febbre spaccaossa”. In una minima percentuale può evolversi in febbre emorragica, con perdita di sangue da diversi organi, e può avere esiti anche letali. Non esiste terapia farmacologica specifica e il vaccino, introdotto in commercio negli ultimi mesi del 2023, è indicato solo per i viaggiatori che si recano spesso in zone endemiche o dove è presente un’epidemia.
PROBABILI EPIDEMIE LOCALI SEMPRE PIU’ IMPORTANTI
Intensificare la ricerca e il sistema di sorveglianza
“In Italia nei prossimi anni assisteremo molto probabilmente a epidemie sempre più importanti di dengue, complice il cambiamento climatico con l’innalzamento della temperatura che favorisce la sopravvivenza della zanzara tigre oltre ai mesi estivi”, ha affermato il prof. Gobbi. “Dobbiamo essere preparati a questa probabilità intensificando la ricerca su queste patologie e rafforzando il sistema di sorveglianza. Un sistema riguardo al quale il Veneto è stato pioniere, istituendolo a partire dal 2010. Esso prevede che nel caso di diagnosi di dengue in viaggiatori internazionali sia attivata l’autorità di igiene pubblica per procedere alla disinfestazione di zanzare tigre in un raggio di 150 metri dall’abitazione del paziente. Questo per impedire il crearsi di un cluster autoctono, cioè che una zanzara punga la persona infetta e trasmetta a sua volta il virus pungendo una persona sana. La nostra regione è stata la prima a registrare nel 2020, in pieno Covid, dei casi autoctoni di dengue, ma grazie al sistema di sorveglianza sono stati circoscritti”.
IL RUOLO DELLA POPOLAZIONE NEL CONTROLLO DI QUESTE PATOLOGIE
Rivolgersi sempre al Pronto Soccorso in caso di febbre dopo un viaggio in zone tropicali
Il contributo della popolazione è fondamentale nella sorveglianza di queste patologie. “In caso di febbre o altro malessere al ritorno da un viaggio in zone tropicali è necessario rivolgersi il prima possibile al Pronto Soccorso di un ospedale con un reparto di malattie infettive”, è la raccomandazione di Gobbi. “In questo modo si potranno ricevere tempestivamente le cure necessarie: non dimentichiamo che recentemente sono deceduti due connazionali per una malattia tropicale, non negletta, la malaria, contratta in Africa. Inoltre il ricorso al Pronto Soccorso permetterà ai sanitari, in presenza di una diagnosi positiva di infezione da virus trasmesso dalla zanzara tigre, di attivare subito l’autorità locale di igiene pubblica. E’ altrettanto importante fare informazione in ambito medico, affinché di fronte a febbri estive apparentemente senza causa si inseriscano nella diagnosi differenziale anche le arbovirosi”.