Nefrologia, 50 anni di attività 1975-2025 Aumentano i malati ma oggi nuovi farmaci e IA per i trapianti
Verona, 14 marzo 2025
Era il 2 gennaio 1975 quando l’allora Ospedale civile maggiore di Borgo Trento aprì la divisione di Nefrologia. È stato uno dei primi reparti a direzione universitaria con un team di medici provenienti dall'università di Padova: Giuseppe Maschio di 40 anni, Antonio Lupo di 27 anni e Enrico Valvo di 28 anni.
Quest’anno, il reparto festeggia i 50 anni di attività. L’Uoc è diretta dal prof Giovanni Gambaro ed è presente sia a Borgo Trento che a Borgo Roma. Le degenze sono al Padiglione 14 a Borgo Trento, mentre ci sono due Emodialisi e due sedi per gli ambulatori specializzati. Le malattie renali sono aumentate negli anni e oggi riguardano il 12% della popolazione che, per Verona e provincia, significa oltre 100 mila persone ultra 40enni. L’aumento è dovuto essenzialmente a due fattori: invecchiamento della popolazione e sempre più pazienti con diabete e ipertensione. In 50 anni però la ricerca clinica e scientifica ha fatto passi avanti con nuovi farmaci e con l’Intelligenza artificiale che permette di ritenere idonei un maggior numero di organi per il trapianto di rene, che è l’intervento salvavita nel caso di insufficienza renale grave. Le malattie renali sono asintomatiche quindi è fondamentale la diagnosi precoce con due semplici esami: la creatininemia con le analisi del sangue e l'esame delle urine.
Il reparto oggi. Attualmente, gestisce circa 600 ricoveri all’anno, con 220 pazienti in emodialisi, 45 in dialisi peritoneale e 350 pazienti trapiantati di rene. Sono circa 700 i pazienti che vengono visti in ambulatorio per la prima volta ogni anno e complessivamente sono oltre 8600 le visite annuali. Sono attivi anche ambulatori specializzati per malattie rare, come la malattia del rene policistico e le glomerulonefriti. Negli ultimi due anni, l’Uoc è diventata un centro di riferimento per la diagnostica nefropatologica per gran parte del Veneto centro-occidentale, e ha promosso la rete informale PDnetNE, un network della Dialisi Peritoneale del Nord-Est, per migliorare l’accesso e la qualità della cura per i pazienti. Infatti, l'attività scientifica si estende a progetti innovativi, come quelli sulla malattia renale cronica, le calcolosi renali in collaborazione con l’università di Harvard, e l'Intelligenza Artificiale nella diagnostica nefrologica sostenuti da due progetti, uno del PNRR ministero della Salute e uno dalla Fondazione CARITRO. Inoltre, la UOC di Nefrologia è attivamente coinvolta in trial internazionali per lo sviluppo di nuovi farmaci e trattamenti per diverse patologie renali.
La storia. Il prof. Giuseppe Maschio è stato un pioniere della Nefrologia in Italia, noto a livello internazionale per le sue ricerche cliniche sui farmaci attualmente utilizzati per il trattamento delle malattie renali. Ha contribuito alla formazione di numerosi Nefrologi, molti dei quali oggi dirigono o hanno diretto reparti di Nefrologia in diverse città italiane, tra cui Trieste, San Bonifacio, Legnago, Catania e Siracusa. Le sue ricerche hanno portato a importanti sviluppi nel trattamento delle malattie ossee nei pazienti con insufficienza renale, nella prevenzione della calcolosi renale e nella gestione delle glomerulonefriti, rendendo la Nefrologia veronese un'eccellenza riconosciuta a livello nazionale. Nel 2003, il prof. Antonio Lupo assunse la direzione della divisione, ampliando l’expertise nefropatologica attraverso l’istituzione del Registro Veneto delle Biopsie Renali, ora parte del Servizio Epidemiologico Regionale di Azienda Zero. E’ stato anche uno dei promotori, insieme al Prof. Giovanni Gambaro, del progetto INCIPE, uno dei primi studi internazionali per monitorare la diffusione della malattia renale cronica in Italia e nel mondo. Dal 2018, il primario è il prof. Gambaro dopo un decennio di direzione presso il policlinico Gemelli di Roma.
Il convegno, IA e malattie rare. Per celebrare i 50 anni di attività è stato organizzato un convegno in sala Marani per mettere in luce le novità della Nefrologia veronese, con un focus sulle malattie rare renali genetiche e sull’Intelligenza Artificiale nella diagnostica nefrologica. L’Uoc del prof Gambaro, in collaborazione con il prof Albino Eccher dell’Azienda ospedaliera di Modena, ha sviluppato il progetto Galileo, un algoritmo di IA che aiuta l’anatomo patologo a valutare l’idoneità al trapianto dei cosiddetti “organi marginali”, cioè quelli prelevati da pazienti non più giovani. Ad aprire il convegno è stato il direttore generale, Callisto Marco Bravi.
Equipe Nefrologia presente al convegno: prof. Giovanni Gambaro, prof. Manuel Ferraro, dott. Vittorio Ortalda, dott. Vincenzo De Biase, dott.ssa Concetta Gangemi, dott.ssa Giuseppina Pessolano e gli specializzandi Maria Caro, Andrea Santoro, Maria Lando e Irene Riccadello.
Prof. Gambaro: “La malattia renale cronica è la più diffusa e riguarda circa il 12% della popolazione con più di 40 anni. E’ legata alle patologie del benessere come diabete, obesità, ipertensione, ateriosclerosi. Meno frequenti sono le classiche malattie renali, glomeronefriti e pironefriti. In generale, le malattie renali sono asintomatiche, cioè danno manifestazioni solo tardivamente e quindi è importante la diagnosi precoce per intervenire il prima possibile. Quindi ogni volta che si fa un controllo è bene aggiungere la creatininemia del sangue e l'esame delle urine, che costano pochissimo. In 50 anni i pazienti sono aumentati, ma sono migliorati anche i farmaci che non esistevano fino a pochi anni fa e possono veramente fare la differenza, al punto da avere terapie personalizzate. Per quanto riguarda, invece, la chirurgia con l’eventuale trapianto nel caso di insufficienze renali gravi, oggi rispetto al passato abbiamo l’utilizzo di Intelligenza artificiale che ci permette di individuare un maggior numero di organi idonei. Il software che abbiamo sviluppato si è dimostrato molto performante, ed è importante perché in Italia ci sono circa 2.000 persone che attendono un trapianto di rene”.
Ieri, Giornata mondiale del rene. Si celebra ogni secondo giovedì di marzo in tutto il mondo, quest’anno il 13 marzo. È un'iniziativa globale per sensibilizzare sull'importanza della salute renale e sulla prevenzione delle malattie correlate. Il tema di quest'anno, "Come stanno i tuoi reni? Promuovere la diagnosi precoce per proteggere la salute dei reni", enfatizza la necessità di individuare tempestivamente le patologie renali per prevenire complicazioni e migliorare la qualità della vita. L’AOUI di Verona ha organizzato una giornata di “Porte aperte in Nefrologia” offrendo visite gratuite per la valutazione della salute dei reni nelle due sedi di Borgo Roma e Borgo Trento. Sono state effettuate misurazioni della pressione arteriosa, colloqui informativi e nei casi di alterazioni della pressione o di storia sospetta per malattia renale misconosciuta, il paziente viene indirizzato agli ambulatori dedicati per una visita medica approfondita. L’attività mira a sensibilizzare la cittadinanza sull’importanza della prevenzione in patologie subdole come quelle renali, che non danno sintomi se non tardivamente.
Dott.ssa Chiara Caletti, nefrologa organizzatrice dell’open day: “La nefrologia di Verona ha un'attività clinica molto intensa con migliaia di visite specialistiche ogni anno, sia per pazienti con malattia renale cronica, sia con altre patologie tra cui l'eglomeronefriti, il trapianto di rene, la calcolosi, la malattia diabetica correlata all'insufficienza renale, la malattia policistica e tante altre. Abbiamo pazienti in carico molto giovani che quindi vengono da una malattia in età pediatrica, pazienti di età più avanzata fino al paziente geriatrico. La malattia renale cronica è una patologia che è più frequente nell'età avanzata ma purtroppo può comparire anche nel soggetto giovane e può essere difficile da identificare proprio per l'assenza di manifestazioni cliniche. Per questo sono molti importanti le campagne di sensibilizzazione, come gli open day, che informano sul corretto stile di vita e sulla diagnosi precoce. Per cui ogni anno partecipiamo, in occasione della Giornata mondiale del rene alle iniziative che vengono proposte dalla Fondazione Italiana del Rene e, proprio con questo obiettivo, oltre a collaborare in altri momenti dell'anno con le associazioni dei pazienti”.