Vino veronese ed italiano e dazi. Matteo Pressi, sindaco di Soave, Verona: “Dobbiamo puntare al mercato canadese”… Un articolo, apparso sulla Rivista “Accadica” 3/2025, specializzata in food e beverage
“È una vera e propria guerra commerciale quella scoppiata tra gli Stati Uniti di Donald Trump e il Canada. Una disfida a suon di dazi, ovvero di imposte straordinarie che vanno a colpire i prodotti canadesi esportati negli Stati Uniti e viceversa. Una tassa che il governo statunitense nei giorni scorsi ha fissato al 25%, la stessa unità di misura adottata come contromossa dal governo canadese. Una situazione che, al momento, vede proprio nell’Unione Europea il terzo in comodo, nell’attesa di scoprire se le minacce del presidente americano, a parole intenzionato a colpire con nuovi dazi anche i prodotti europei, si tradurranno in fatti concreti. Tuttavia, la situazione di tensione in essere, tra i due paesi del Nord America, può divenire un’opportunità per l’Italia, e, in modo particolare, per i vini prodotti nella nostra penisola. Pressi: “Ad oggi, il mercato canadese è il quarto, a livello mondiale, per volumi economici di import di vino. Il Canada acquista vino per circa 2,2 miliardi di euro all’anno, principalmente dalla Francia, dall’Italia e dagli Stati Uniti. Il valore dei soli vini americani, importati in Canada, sfiora il mezzo miliardo di euro. Si tratta di volumi commerciali che, per effetto dei dazi, sono destinati a contrarsi, creando nuove opportunità per i nostri produttori”. Il ragionamento proposto dal sindaco di Soave, una delle più grandi DOC italiane con i suoi 47 milioni di bottiglie prodotte, ogni anno, è semplice: ”Il costo dei vini americani sul mercato canadese aumenterà, per effetto dei dazi del 25%. Questi dazi, invece, non esistono tra noi e il Canada, circostanza che può far diventare i nostri vini, ancora più competitivi su quel mercato. C’è quindi una fetta di import canadese del valore di mezzo miliardo di euro, oggi rappresentata dall’America, che possiamo in parte erodere”. Un’iniziativa, peraltro, favorita dal recente trattato di libero scambio tra il Canada e l’Unione Europea che sta gradualmente entrando in vigore e che mira, tra le altre cose, ad allentare le barriere doganali e fiscali tra il vecchio continente e la realtà canadese, favorendo quindi gli scambi tra i due mercati. Precisa Pressi: “Occorre sfruttare questa opportunità per ampliare la nostra presenza su un mercato, quello canadese, molto ricco e che già oggi apprezza i nostri prodotti vinicoli. Ciò risulta conveniente anche nella prospettiva dell’eventuale imposizione di dazi sui nostri prodotti sul mercato americano. Rafforzandoci in Canada possiamo parzialmente contenere gli effetti negativi della probabile contrazione dei consumi nel mercato americano”. Ogni suggerimento, atto a salvare l’export di vino veronese ed italiano, nel caso di una chiusura definitiva del mercato stat’unitense, attraverso l’esoso dazio del 25%, sul nostro prodotto dell’uva, peraltro, di altissima, qualità, è benvenuto. Pressi evidenzia bene la sua opinione, in merito, cui va volta massina attenzione, invitando essa ad ampliare la porta verso il Canada, Paese, nel quale, per il vino veronese ed italiano, grande spazio non manca. Ringraziamo il sindaco Pressi, per il suo saggio suggerimento, e “Accadica”, che esce a San Giovanni Lupatoto, Verona, per la pronta autorizzazione a riprodurre l’articolo soprariportato.
Pierantonio Braggio