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Domenica 6 Aprile 2025
Diabete infantile in preoccupante crescita Aoui in prima linea nei trattamenti e nella sensibilizzazione Serve una alleanza medici e famiglie

Verona, 4 aprile 2025

Il mese di marzo ha confermato il preoccupante trend in aumento per il diabete infantile. In poco tempo, all’Ospedale della Donna e del Bambino ci sono stati tre giovani pazienti ricoverati in chetoacidosi diabetica grave. Una complicanza acuta del diabete di tipo 1, associata ad un esordio clinico che comporta alterazioni metaboliche gravi e importanti rischi per la salute. I ricoveri sono stati trattati nella Pediatria B (Centro Regionale di Diabetologia Pediatrica), diretta dal prof Claudio Maffeis, con necessità per i casi più gravi di ricovero presso la Terapia intensiva pediatrica diretta, dal dott Paolo Biban. I tre pazienti (uno sotto i sei anni, uno fra 6 e 12, uno di 15 anni) sono stati dimessi e sono a casa.

Incidenza nella popolazione e fattori di rischio. Il caso di Verona non può dirsi isolato. L’incidenza del diabete di tipo 1 su bambini e ragazzi è ogni anno sempre maggiore. Ad oggi si contano circa 1 milione di casi nel mondo, di cui 20 mila in Italia e nella regione Veneto un bambino/adolescente su 800 è affetto da diabete. Il diabete di tipo 1, malattia cronica autoimmune per cui non vi è più produzione di insulina, può insorgere in chiunque, non è associata a singoli fattori di rischio ben definiti e non ha relazione con l’alimentazione. L’età di esordio va dai 6 ai 12 anni.

La chetoacidosi diabetica. Ad oggi in Italia oltre il 40% dei bambini affetti da diabete di tipo 1 si presenta in ospedale in stato di chetoacidosi, una complicanza che si sviluppa quando l’organismo non riesce a produrre abbastanza insulina portando ad un eccessivo accumulo di glucosio nel sangue e di sostanze acide (chetoni). Questo particolare quadro clinico può produrre alterazioni metaboliche piuttosto gravi, con conseguenti danni persistenti, difficoltà del controllo metabolico e complicanze croniche della malattia, fino al rischio per la vita.

Sintomi e prevenzione. Sviluppare un’attenta consapevolezza dei campanelli d’allarme che precedono l’insorgenza del diabete di tipo 1 è il primo passo per evitarne le più gravi conseguenze. Si tratta di una sintomatologia piuttosto caratteristica, contraddistinta da un senso di sete intensa (polidipsia) e minzioni frequenti (poliuria). A questi segni si possono aggiungere una particolare stanchezza, perdita di peso, dolore addominale e forte senso di nausea e vomito. Per ridurre il rischio di chetoacidosi è importante attivarsi per una diagnosi precoce, in caso di sospetto recarsi subito dal Pediatra, dal Medico di famiglia o al Pronto soccorso.

Diagnosi e cura. Viene svolta attraverso l’attività di screening offerta da circa 30 anni dal Centro Regionale di Diabetologia Pediatrica in AOUI. Test della glicemia e misurazione degli autoanticorpi specifici del diabete di tipo 1 con un prelievo di sangue si dimostrano ad oggi come i metodi più efficaci per diagnosticare precocemente il diabete e ridurre il rischio di chetoacidosi.
Il Centro del prof Maffeis offre i test di screening ai soggetti a rischio di Diabete di tipo 1, in particolare i soggetti con disglicemia e fratelli/sorelle di bambini/adolescenti già affetti da diabete tipo 1. Da quest’anno anche i figli di persone con Diabete tipo 1 possono essere sottoposti a screening grazie alla collaborazione con l’UOC di Endocrinologia, Diabetologia e Malattie del Metabolismo garantendo così una più ampia funzione di prevenzione.
Presso il Centro di Pediatria B il paziente con prediabete o diabete di tipo 1 neodiagnosticato può fruire di trattamenti immunomodulanti innovativi miranti a garantire un miglior controllo glicometabolico, oltre alle moderne tecnologie con sensori che vengono fornite ai pazienti e ai servizi di telemedicina con consulenze mediche e psicologiche da remoto.

Alleanza medici-famiglie. Per aumentare la consapevolezza sul diabete di tipo 1 e ridurre la frequenza di questi gravi episodi, la Pediatria B ha organizzato nel mese di aprile una campagna informativa rivolta a medici e farmacisti del Veneto operanti nelle diverse strutture sanitarie della Regione. L’iniziativa è coadiuvata da un’attività informativa nelle scuole, svolta in collaborazione con l’Associazione Giovani e Diabete di Verona. La campagna prevede la diffusione di informazioni sulla diagnosi precoce del diabete di tipo 1 attraverso una locandina e un video informativo rivolto a tutta la popolazione.

In conferenza stampa erano presenti: Callisto Marco Bravi direttore generale Aoui Verona, Matilde Carlucci direttore sanitario Aoui Verona, prof Claudio Maffeis direttore Pediatria B, prof Alfredo Guglielmi presidente Ordine dei medici di Verona, prof Massimo Franchi direttore dipartimento Materno Infantile.

Bravi, Dg Aoui: “In America la prevenzione è molto presente perché fatta in maniera massiccia dalle assicurazioni con appositi screening. In Italia, invece, non siamo così incisivi, ma come dimostrano i tre recenti casi di diabete pediatrico la prevenzione è fondamentale. Avere una diagnosi precoce per un bambino scongiura la complicanza della chetoacidosi che può avere esiti gravi. Al contrario, l’inizio della malattia se è trattato subito con terapia monoclonale protegge le cellule dagli attacchi. Si tratta di terapie costose che il nostro ospedale può fornire perché è Centro di riferimento regionaleâ€.
Carlucci, Ds Aoui: “I pazienti che vengono presi in carico dal nostro Centro regionale hanno accesso a cure e tecnologie innovative, prescritte in appropriatezza grazie alla decennale expertise dei nostri medici e del prof Maffeis. Dove c’è informazione c’è anche prevenzione per questo l’impegno della nostra Azienda va nella direzione di essere capillare, anche attraverso il breve video che allerta le mamme sui primi semplici sintomiâ€.

Guglielmi, presidente Ordine Medici: “L’Ordine dei Medici svolge un ruolo fondamentale non solo nella tutela della professione medica, ma anche nella promozione della salute pubblica. Per questo, si impegna attivamente nel sostenere i propri iscritti nella diffusione di iniziative dedicate alla prevenzione. Abbiamo recentemente accolto l’appello del professor Maffeis, che ha richiesto un supporto nella sensibilizzazione dei medici riguardo all’incremento del diabete in età pediatrica. Stiamo valutando il modo migliore per supportare questa iniziativa, per ora abbiamo in programma l’organizzazione di un webinar rivolto a tutti gli interessati con l’obiettivo di approfondire il tema e favorire un confronto tra specialisti e medici del territorio. Ma uno dei nostri obiettivi è anche quello di facilitare il dialogo tra medici e cittadini, favorendo l’accesso chiaro e trasparente alle informazioni di carattere sanitario e contribuendo così a rendere la salute un bene condiviso. Crediamo che la tutela della salute pubblica passi attraverso un'azione congiunta tra medici e istituzioni, capace di rendere la prevenzione e l’educazione sanitaria priorità condivise. Lavoreremo con le istituzioni per costruire strategie efficaci, con l’obiettivo di migliorare il benessere della collettività. Un canale particolarmente efficace per la divulgazione della prevenzione è rappresentato dal percorso di potenziamento e orientamento di biologia con curvatura biomedica, attivato in tre scuole superiori veronesi: nei licei Maffei e Copernico, tre anni fa, e da quest’anno scolastico anche nel liceo Galilei. Questo programma offre un'opportunità unica per sensibilizzare i giovani, gli insegnanti e le famiglie sull'importanza della salute pubblica, favorendo la diffusione di corrette informazioni sanitarie e rafforzando il legame tra il mondo della scuola e la professione medicaâ€.

Prof Maffeis, direttore Pediatria B: “Il diabete pediatrico di tipo 1 non va confuso con il diabete dell'adulto, che ha una forte familiarità e può svilupparsi in chi ha i nonni o i genitori con questa malattia. Il diabete pediatrico di tipo 1 può venire a chiunque, soprattutto prima dei 20 anni, non ha nessuna relazione con il consumo di dolci perché è una malattia autoimmune. Si sviluppa quando le cellule che producono l'insulina vengono autodistrutte da un meccanismo autoimmunitario, questa aggressione produce degli autoanticorpi che possono essere evidenziati facendo un semplice prelievo del sangue. Il bambino che ha questi autoanticorpi è a rischio di sviluppare il diabete. Una cosa molto importante è che la Pediatria B ha avuto la possibilità di istituire, già trent'anni fa, uno screening dei familiari a rischio di diabete così possiamo tenere sotto controllo i bambini a rischio e impedire che sviluppino la chetoacidosi. Nel Triveneto siamo l'unico Centro che può offrire un'immunoterapia specifica, in questo modo un paziente che ha appena avuto l'esordio ritarda le complicanze. Questo permette una maggior qualità di vita e la riduzione del rischio di complicanze acute croniche. Terapie specifiche per ritardare l’esordio della malattia sono anche previste per i bambini con anticorpi positivi allo screening ma ancora senza la comparsa dei sintomiâ€.

Prof Franchi, direttore dipartimento: “Ho la fortuna di dirigere un dipartimento meraviglioso e oggi l'abbiamo toccato con mano. Oltre alla Pediatria generalista, abbiamo la possibilità di offrire ai nostri bambini la vera super specialità. Con il professor Maffeis, che è uno dei maggiori esperti internazionali nel diabete infantile, abbiamo deciso di fare questa prevenzione informando le mamme addirittura nei corsi di preparazione al parto. L’informazione parte già prima della nascita perché così anche attraverso l’aiuto delle ostetriche facciamo prevenzione concretaâ€.




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