Tumore all’utero scoperto in gravidanza, salve mamma e bambina
A Borgo Trento l’intervento ginecologico unico al mondo
Verona, 7 giugno 2025
La sua seconda gravidanza era cominciata da sole 16 settimane, quando Anna (nome di fantasia) ha ricevuto una terribile diagnosi: tumore maligno al collo dell’utero. Gli accertamenti successivi hanno purtroppo escluso una forma pre-invasiva o microinvasiva, trattabile facilmente, rimuovendo solo una porzione di collo uterino. La malattia si è rivelata ben più seria, al punto che l’unica soluzione restava l’isterectomia radicale, ovvero l’estrazione dell’utero e dei tessuti attorno, oltre alla parte superiore della vagina, con lo svuotamento linfonodale della pelvi.
Determinata a portare avanti la gravidanza, Anna si è affidata all’équipe di Ostetricia e Ginecologia A di Borgo Trento, diretta dal prof. Massimo Franchi, da anni punto di riferimento per i casi ginecologici complessi. È qui che ha preso forma un percorso senza precedenti, nel rispetto del desiderio della paziente.
Un intervento unico al mondo. L’équipe medica si è subito mobilitata per trovare il trattamento migliore che potesse salvare Anna e la vita che portava in grembo. Si è deciso di procedere in una modalità finora mai descritta in letteratura, con l’asportazione dei linfonodi quindi della malattia, e contemporaneamente eseguire il cerchiaggio al collo dell’utero per ridurre il rischio di parto prematuro, proteggendo la gravidanza. L’operazione radicale si sarebbe poi completata con l’estrazione totale al momento della nascita.
La rimozione dei linfonodi, all’ormai quinto mese di gravidanza, è comunque un intervento molto rischioso, affrontato dal team di ginecologi guidati dal prof. Stefano Uccella. Poco prima dell’intervento, solo la notizia che Anna stava aspettando una bambina è riuscita ad allentare lievemente la tensione che si respirava in reparto. Il team del prof. Uccella ha optato per una procedura mini-invasiva tecnicamente più complessa ma che aumenta le probabilità di sopravvivenza del feto. Durato molte ore, l’intervento si è finalmente concluso nel migliore dei modi: la mamma e la bimba hanno reagito positivamente, la malattia è stata completamente tolta e i linfonodi negativi. La gravidanza poteva proseguire.
Il parto prematuro. Circa tre mesi dopo l’operazione, Anna si stava preparando ad affrontare il momento psicologicamente più difficile: la nascita di Elisa (nome di fantasia). Il feto era di soli sette mesi e mezzo ma i neonatologi erano certi che Anna potesse farcela. Elisa è venuta alla luce con parto cesareo, dopo il quale c’è stato il tempo solo per un veloce scambio di carezze e sguardi tra la mamma e la sua bimba: l’anestesia viene intensifica cosicché l’operazione per curare la mamma potesse concludersi. Anna si è svegliata dopo circa tre ore, potendo finalmente tenere tra le braccia la piccola Elisa.
Il lieto fine. Ad un mese dal parto, l’esame istologico ha confermato che Anna è guarita dalla sua malattia. Elisa è in salute, sta crescendo e può iniziare una nuova vita per la loro famiglia.
L’équipe medica di Borgo Trento. Sono stati molti i sanitari dell’Ospedale della Donna e del Bambino coinvolti nell’assistenza ad Anna e alla sua bambina. Sono stati i ginecologi prof. Stefano Uccella, Alberta Ricci, Pier Carlo Zorzato, Giulia Biancotto, Anna Festi le specializzande e gli specializzandi i neonatologi dott. Renzo Beghini direttore Terapia intensiva neonatale con Elena Bonafiglia e Carlo Alberto Forcellini gli anestesisti Dr. Giorgia Cipriani e Luca Lorenzoni le ostetriche Martina e Cristina l’anatomo-patologa prof.ssa Anna Caliò gli strumentisti Marzia, Jessica, Erika e i colleghi, insieme a infermieri e operatori socio-sanitari.
Prof Stefano Uccella: “Sono davvero felice ed emozionato per questa famiglia. Operare per un cancro dell’utero a 5 mesi di gravidanza in laparoscopia è davvero difficile. L’unicità della procedura è che non era mai stato descritto al mondo un intervento mini-invasivo di questo tipo a 5 mesi di gravidanza. Ho fatto questa scelta per poter preservare sia la mamma sia la piccola bimba, aspettare il parto avrebbe ritardato troppo le cure e un intervento immediato con un grosso taglio sulla pancia a 5 mesi avrebbe esposto la piccola Elisa a un rischio troppo alto, sarebbe stata troppo piccola per sopravvivere. Ringrazio la mia équipe, fatta di donne e uomini di grandissimo valore umano e professionale, e la famiglia per aver sempre creduto fermamente nel nostro ospedale e nella possibilità di guarire, preservando la vita della piccola Elisa”.
La mamma: “Nessuno mai nella propria vita vorrebbe sentirsi comunicare una diagnosi tumorale. Nel nostro caso è stato ancora più scioccante perché arrivata mentre ero in gravidanza. Fin dall’inizio, l’assistenza medica del prof. Uccella, delle dottoresse Ricci e Biancotto e di tutta l’Ostetricia di Borgo Trento è stata preziosa. Tutti hanno appoggiato la nostra determinata scelta di voler portare avanti la gravidanza, compatibilmente con la mia salute. Il loro supporto in primis professionale e poi a livello umano ci ha fatto affrontare tutta la situazione delicata e la gravidanza stessa con ottimismo e positività, nonostante fossimo a conoscenza di tutti i gravi rischi possibili. Anche l’équipe di Neonatologia guidata dal dott. Beghini nei primi giorni di vita di Elisa è stata fondamentale. E’ stato un cammino intenso sia dal punto di vista medico-professionale sia umano, ricco di forti emozioni.
Un grazie di cuore a tutta l’équipe medica e paramedica di sala operatoria e reparto che mi ha assistito in questi mesi. Grazie a loro il cammino è stato più semplice e ora possiamo finalmente vivere la nostra nuova vita”.