DA MARTEDI’ 8 LUGLIO TORNA BRIDGE FILM FESTIVAL 2025
La 12^ edizione del Bridge Film Festival torna ad animare la città con lungometraggi, cortometraggi, incontri sul cinema, concerti, masterclass, performance e tante altre attività. Anche quest’anno trova casa in tre luoghi pulsanti del quartiere Filippini: la storica e affascinante antica Dogana di fiume, sede dell’associazione Corte Dogana il piccolo gioiello Teatro Satiro Off, cuore di Casa Shakespeare, in Vicolo Satiro 8 lo storico Ex Macello, oggi gestito da Coldiretti Verona, in Via Macello 5. Inoltre, coinvolge altre attività del quartiere continuando nel progetto di definire una Cittadella del festival.
Grazie al patrocinio e al sostegno del Comune di Verona, al patrocinio della Veneto Film Commission e dell’Università degli Studi di Verona, e al contributo di AGSM AIM, Valpolicella Benaco Banca, Ati Studio, Fongaro e Amia Verona quest’anno gli eventi si moltiplicano.
Il file rouge è il tema dell’anno: Is There Anybody Out There?, una riflessione a partire dalla canzone dei Pink Floyd sui conflitti interiori ed esteriori, sul senso di desolazione che si risolve in una ricerca dell’altro. Non solo cosa vuol dire, dunque, vivere in un conflitto, ma anche come se ne esce. In questo senso, i talk del festival spaziano da quello storico con Andrea Martini (IVrR), Emanuela Gamberoni (Università di Verona) e Jacopo Rui (OBT-), a quello sociale sul fenomeno degli hikimoricon Annachiara Rossi (psicologa di Sé Smart Education) e Francesco Ronzon (Accademia di Belle Arti) fino a quello più puramente cinematografico sul cinema horror e fantascientifico con Nicola Cupperi (FilmTv, I 400 calci), Massimiliano Valente (Extra Sci-Fi Festival) e Jacopo Rui (Bridge Film Festival). La nuova edizione del festival si propone di riflettere su questa difficile e attuale questione, nei suoi molti aspetti.
«Ogni anno cerchiamo di ascoltare e di interrogarci su grandi temi che possono aiutarci a coinvolgere una grande parte della comunità» commenta Ginevra Gadioli, co-direttrice artistica del festival. «Quindi ci siamo interrogati sui recenti accadimenti, i conflitti che sono sia politici che interiori, e abbiamo trovato in questa domanda che si ispira ai Pink Floyd, c’è qualcuno là fuori, il modo di riflettere da un punto di vista positivo, sperando che la risposta sia positiva. Tramite questa domanda abbiamo scelto i film, i talk, le rassegne». E prosegue: «Quest’anno ci sono arrivati oltre 400 lavori dalla call for entries, in generale di alta qualità. Forse vuol dire che il tema era attuale e molto sentita. Ci teniamo non a dare risposte, ma a sollevare domande e a vedere anche il lato positivo, che forse nel momento di desolazione ancora cerchiamo l’altro».
«Per noi, come amministrazione, presentare la 12^ edizione di Bridge film festival ha un valore speciale, non soltanto per la qualità artistica e culturale della rassegna, ma anche perché ogni anno vedere questo festival ingrandirsi, crescere e contribuire rianimare un pezzo di centro storico tanto bello e caratteristico, quanto spesso, troppo spesso, fuori dalle rotte di frequentazione, dei cittadini, delle cittadine veronesi, e anche probabilmente la maggior ragione dei turisti, ha davvero un grande valore» ha commentato il consigliere comunale Pietro Trincanato.
E prosegue: «Ha ormai i suoi anni, questo Bridge Film Festival, e si applica non soltanto per fare quella che è la sua prima missione, cioè in questo caso mostrare il cinema, educare a un cinema che esce da quelli che sono i circuiti del mainstream, ma anche per mettere la sua programmazione culturale al servizio della città, dando frutti portentosi. Vedere che quest’anno nel rione Filippini i luoghi del festival sono aumentati, e che in qualche modo segnano anche la trasformazione dello spazio e di un quartiere della città: oltre alla splendida Dogana di Fiume, ci sono anche l'Ex-Macello, il Teatro Satiro Off e la sede di Camplus, che è stato uno dei primi interventi portati avanti dall'amministrazione. Siamo di fronte, insomma, a un progetto che, oltre a parlarci del cinema, ci parla di come Verona può trasformarsi e può vivere, per cui grazie per il vostro lavoro».
L’apertura, martedì 8 luglio alle 17.30, anche quest’anno sarà affidata al famoso Musiforum di Salmon Magazine, con l’ascolto in riva al fiume dell’album The Wall dei Pink Floyd. A seguire, saranno proiettati in collaborazione con ZaLab i sei cortometraggi realizzati nell’ambito del laboratorio di cinema documentario patrocinato dal Comune di Verona “Amor de fradèi, amor de cortèi”, dedicato ai ragazzi dai 15 ai 29 anni.
Nel frattempo al Teatro Satiro Off, dalle 18.30, si terrà la nuova rassegna “Tomorrow’s Journey. Sguardi sul viaggio del futuro: ecologia, cultura, ambiente”. Attraverso il lavoro di otto registi da tutto il mondo sarà un momento per riflettere sulla consapevolezza ambientale.
Mercoledì 9 luglio in Dogana di fiume si riparte con la consueta struttura: un live sul fiume a cura del duo Dellera & Mr. Breo, che vede sul palco un musicista di grandissimo livello (Afterhours, Calibro 35, The Winstons) insieme al validissimo batterista veronese (The Matt Project) il talk “Cosa resta di un conflitto?” con l’esperto di storia del secondo dopoguerra Andrea Martini, la professoressa esperta in continente africano Emanuela Gamberoni e il rappresentante dell’associazone One Bridge To-, dedicata ai migranti lungo la rotta balcanica, Jacopo Rui la performance di danza a cura di Deborah Lyaa Scandolara a seguire, dopo i saluti ufficiali, si parte con le proiezioni del cortometraggio La voix des syrenes (Francia Italia, 2024, 19’)dell’illustratore sammarinese Gianluigi Toccafondo e del lungometraggio, presentato alla Berlinale 2025, Sandbag Dam (Croazia, 2025, 88’), film di finzione su una storia toccante accompagnato dalla regista Čejen Černić, che resterà per il Q&A con il pubblico.
Sempre mercoledì 9 luglio, alle 17.30, presso il Teatro Satiro Off sarà inaugurata la rassegna “La Resistenza al cinema. 80 di Liberazione”, organizzata incollaborazione con il Dipartimento Culture e civiltà dell’Università degli Studi di Verona, Istituto veronese per la storia della Resistenza e dell'età contemporanea, A.N.P.I. Verona e 80° anniversario Verona Liberata. La rassegna ripercorre in ordine cronologico i momenti salienti della liberazione dell’Italia dal nazifascimo. Si parte allora con l’introduzione del prof. Alberto Scandola e La lunga notte del ཧ di Florestano Vancini (Italia, 1960, 106’). A seguire partirà la rassegna “Coming of Age” dedicata al cinema di formazione con il cortometraggio turco Hi Mom, It’s Me, Lou Lou di Atakan Yilmaz (Turchia, 2024, 20’) e il film, acclamato alla Berlinale 2024 e vincitore della sezione Generation 14plus, Last Swim di Sasha Nathwani (Gran Bretagna, 2024, 100’).
Giovedì 10 luglio ancora una sonorizzazione sul fiume nell’antica dogana a cura, questa volta, di A Nice Noise, band che vede nella formazione la famosa musicista veronese Any Other, Luca Sguera, Stefano Calderano e Giovanni Iacovella. Seguirà il talk “Hikikomori. Qui dentro c’è qualcuno” con Annachiara Rossi (psicologa Sè Smart Education) e Francesco Ronzon (Accademia di Belle Arti Verona), la performance di danza “In and Out of the Doldrums” di e con L.Esnault, A. E. Croce, V. Bernardi e R. Monfardini e poi le proiezioni, in collaborazione con il Circolo del Cinema, Upshot (Palestina Italia Francia, 2024, 34’) della regista palestinese Maha Haj, sulla tragica storia di una famiglia e dell’escamotage per superarla, e Mr. Nobody Against Putin (Danimarca Repubblica Ceca, 2025, 90’) di David Borenstein e Pavel Talakin, una preziosa testimonianza con filmati di prima mano in una scuola russa dove la militarizzazione e la propaganda imperversano, a seguito dell’invasione dell’Ucraina nel 2022. Il film ha vinto il World Cinema Documentary Special Jury Award al Sundance Film Festival 2025.
Sempre giovedì 10 luglio al Teatro Satiro Off si terrà la seconda giornata della rassegna “La Resistenza al cinema. 80 di Liberazione” con il film dei fratelli Taviani La notte di San Lorenzo (Italia, 1982, 105’) e il momento in cui l’Italia si trovò nel mezzo di una guerra civile tra fascisti e partigiani. Introdurrà il film il professore, già docente alla Ca’ Foscari di Venezia, Alessandro Tedeschi Turco. Si prosegue con gli undici cortometraggi della selezione di “Coming of Age”, in arrivo da Repubblica Ceca, Paesi Bassi, Italia, Serbia, Cina, Canada, Spagna, Polonia e Svizzera.
Venerdì 11 luglio il programma diventa ancora più denso. Nello spazio della Dogana di fiume a partire dalle 19 si potrà assistere alla sonorizzazione del duo romano Wow, che porta in tour il nuovo album Rosa di luce appena uscito per Maple Death Records. A seguire ancora un talk, questa volta dal titolo “C’è qualcuno là fuori? Oltre i confini del reale, tra horror e fantascienza”, con alcuni esperti del settore: Nicola Cupperi (FilmTv, I 400 calci), Massimiliano Valente (Extra Sci-Fi Festival), Jacopo Pelosato (Bridge Film Festival) e la moderazione del giornalista Marco Triolo. Segue la performance di danza “Scabs” di Sarah Cattafesta, Anya e Kyda Pozza, con Sarah Cattafesta, per tornare poi sul grande schermo con le proiezioni dei due cortometraggi Voiceover (Italia, 2024, 12’) di Leonardo Ferro, una riflessione sulle carceri italiane, e il capolavoro in stop-motion Dagon (Italia, 2024, 6’) di Paolo Gaudio, che presenterà il film e sarà presente alla fine per un Q&A. Poi il lungometraggio Khartoum (Regno Unito Sudan Germania Qatar, 2025, 80’) di Anas Saeed, Rawia Alhag, Ibrahim "Snoopy" Ahmed, Timeea Ahmed, Phil Cox: un lavoro documentario a tecniche miste e sperimentali su un conflitto oggi troppo trascurato dai nostri media, quello in Sudan. Parteciperà al Q&A a seguire la produttrice Giovanna Stopponi, che ha seguito tutte le fasi della lavorazione del film.
Al Teatro Satiro Off si prosegue con la rassegna sulla Resistenza con un capolavoro del cinema neorealista italiano. Il professor Alberto Scandola introdurrà la proiezione di Paisà di Roberto Rosselini, che in sei episodi fotografa la situazione di sei luoghi diversi dell’Italia dallo sbarco degli alleati alla cacciata dei nazifascisti. A seguire, si aprirà la sezione “Experimenta”, dedicata a quel genere di cinema che esplora il mezzo audiovideo per sconfinare nel mondo della videoarte. Anche qui due corti di grande valore, Les animaux vont mieux (2024, Francia, 25') di Nathan Ghali e
Los peces no sueñan (2025, Messico, 11’), apriranno alla proiezione del documentario Going Underground (2024, Italia, 78’) di Lisa Bosi, che indaga la scena punk bolognese fra gli anni ’70 e ’80. Alle 24:00, poi, si terrà la proiezione di mezzanotte con il classico dell’horror Day of the Dead (USA, 1985, 104’) di Giorgio A. Romero.
Durante la sera, dalle 17 alle 21, sala Birolli ospiterà il laboratorio performativo dell’artista statunitense Cillea Houghton “No One Is Listening. Una notte di voce autentica” e l’esposizione delle grafiche sui cult cinematografici di Simone Bagnasco.
Sabato 12 luglio si parte la mattina, alle 10, al Teatro Satiro Off con la nuova rassegna dedicata ai più piccoli “Baby Cocai”, per bimbi dai 3 agli 8 anni. Dopo una breve selezioni di cortometraggi di animazione i registi di Lucia nella notte di Daniele Zen e Vernante Pallottiterranno l’attività “Is there anybody in the dark?”, una caccia al tesoro tra buio, luce e scoperta.
Alle 10.30, invece, al Camplus Verona Filippini i gemelli Gianluca e Massimiliano De Serio terranno la masterclass “Come nasce un documentario?”, sui metodi per costruire, fare ricerca e pensare un documentario. La masterclass è gratuita per tutti gli studenti provvisti di tessera Diplomart attiva, per i non studenti il costo dell’iscrizione sarà 10 euro + 5 euro di tessera Diplomart. Per iscriversi, è sufficiente mandare una mail all’indirizzo bridgeffgmail.com.
Al Teatro Satiro Off, sempre a partire dalle 17.30, prosegue la rassegna “La Resistenza al cinema” con il film di Dino Risi Una vita difficile, che vede il grande Alberto Sordi, ex partigiano, alle prese con una società che si aspettava diversa. Introduce il film Giovanni Corcioni dell’Istituto della Resistenza. A seguire la rassegna “Experimenta” prosegue con corti sperimentali in arrivo da tutto il mondo, inclusi Perù, Cile, Stati Uniti, Paesi Bassi, Francia e Italia.
Il programma della Dogana di fiume aprirà le sue attività alle 19 con la band bresciana Liquid Words, che tornerà a Verona per portare il suo post punk metafisico. A seguire ci sarà il talk con la giuria: i registi Gianluca e Massimiliano De Serio la montatrice Chiara Russo, che ha collaborato molto con Andrea Segre il regista italo-srilankese Suranga Katunganpala, appena uscito con il film docu-fiction Still Here la scenografa Paola Peraro, nota per il lavoro su Favolacce dei fratelli d’Innocenzo. Si prosegue alle 21 con la performance di danza “An Open Door” di e con G. Marrazzo e l’annuncio del miglior lungometraggio in concorso, vincitore del premio Golden Cocai del valore di 500 euro. A seguire, alle 21.30, partono le proiezioni con la tradizionale serata del sabato“The Shortest Night” con una selezione di cortometraggi prodotti fra Bulgaria, Ucraina, Sud Africa, Italia, Francia, Portogallo, Algeria, Ungheria, Canada. Fra questi il migliore vincerà il premio Silver Cocai, del valore di 100 euro, secondo il giudizio della Giuria universitaria, composta da cinque studenti.
Nel frattempo l’Ex Macello di Via Filippini ospiterà nella parte lungo il fiume, a partire dalle 21:30, ¢due performance e una composizione audio-video. Aprirà il lavoro dell’illustratore veronese Giacomo Bagnara realizzato insieme all’animatore Nicholas Bertini con musiche dal vivo di Duck Chagall. Segue la composizione “Doveva centrare il sole” di Barokthegreat, progetto della musicista veronese Leila Gharib, oltre a Sequoyah Tiger. Dalle 22.45 lo schermo sarà, invece, del film muto La corazzata Potëmkin (e Sovietica, 1925, 67’) di Sergei Eisenstein, capolavoro ingiustamente considerato lunghissimo grazie a una leggenda di Fantozzi (dura appena un’ore e sette minuti nella versione italiana) che sarà sonorizzato dal vivo da un gruppo di musicisti veronesi che improvviseranno insieme per la prima volta.
Anche quest’anno, inoltre, il festival sarà diffuso nel quartiere Filippini di Verona, creando una sorta di Cittadella del festival, grazie al coinvolgimento e all’entusiasmo di varie attività del quartiere, pronte a proporre proprie attività, come Atelier Labor Limae, Galleria Massella, Bed Hair, Enrico Girotti, H Point, Comitato Rionale Filippini, che organizzerà un tour del quartiere venerdì 11 luglio alle 19.
«L’anno scorso la Cittadella del festival è stata un esperimento molto bello: per due sere il quartiere Filippini era attraversato da veronesi, di tutte le età, che erano lì per esplorarlo – sempre in maniera civile – e spinti dalla curiosità, dalla cultura» spiega Ginevra Gadioli. «Pensiamo che il quartiere Filippini sia un luogo con un enorme potenziale, con una storia piena di vitalità e che merita di essere vissuto dai veronesi».
Come ogni anno, anche la 12^ edizione del Bridge Film Festival è possibile grazie alla collaborazione con molte realtà: Osteria Nosetta, Panta Rei, Yalla Amigo, Zazie, Fongaro, ZaLab, Circolo del Cinema, Film Festival della Lessinia, Ennesimo Film Festival (Modena), Believe Film Festival, Extra Sci-Fi Festival Verona, Interzona, Lo Scaffale Perturbante, Pianeta Milk, Arci Verona. Per partecipare agli eventi del festival è necessario pretesserarsi sul sito https:www.bridgefilmfestival.eu. Per gli eventi in Dogana di fiume sarà richiesto anche un contributo. Gli studenti universitari, i soci di Corte Dogana, Adige Rafting, Circolo del Cinema al primo ingresso pagheranno solo la tessera.
«Quest’anno il programma è davvero ricchissimo. Abbiamo aggiunto alcune rassegne, quella per i più piccoli e quella dedicata all’ambiente, che sentivamo mancare» conclude Gadioli. «Abbiamo film in concorso a cui teniamo molto, che parlano sia di alcuni conflitti nel mondo purtroppo molto attuali, sia di conflitti interiori, con la società che risultano ancora da sciogliere. Ci teniamo a trovare sempre un punto di vista sociale per il nostro cartellone, perché pensiamo che sia anche in parte il ruolo della cultura: risvegliare domande, stimolare riflessioni».
«Come al solito coinvolgeremo nomi internazionali, con film tratti dai festival di cinema più importanti, al fianco di registi veronesi, i nostri talenti locali – emergenti e non –, perché crediamo sia importante per creare un sostrato cinematografico anche nel nostro territorio».
«Se il Bridge Film Festival è possibile, comunque, è grazie alla collaborazione di tantissime realtà e persone, che mettono il loro impegno, la loro passione, che ci credono insieme a noi per creare un momento di cultura che sia anche di scambio e incontro. Bridge Film Festival si chiama così anche per quello».
Spiega Valeria Tonolli, responsabile del Bridge Film Festival dei volontari e della giuria universitaria: «Quest’anno abbiamo circa 40 nuovi volontari, ci tengo a precisare che ogni anno c'è una richiesta sempre più numerosa di ragazzi, alcune volte giovanissimi, ma anche persone più adulte, che vogliono collaborare con il nostro festival. È una grande soddisfazione per noi vedere tante persone appassionate di cinema, di cultura e che vogliono impegnarsi per la nostra città, vogliono contribuire a creare qualcosa di bello, a creare un ambiente che sia per tutti, un ambiente in cui si possa respirare la cultura».
Roberto Bechis, presidente di Amia Verona: «Amia è impegnata nell'ambito dell'ambiente e della sostenibilità, per cui volentieri partecipiamo con un primo passo di collaborazione, perché questo festival è un modo anche per far conoscere ancora di più e divulgare la consapevolezza della difesa dell'ambiente».
Luigi Turri, responsabile rapporti Università degli Studi di Verona: «Il Teatro Satiro è uno dei luoghi chiave del festival. Lì si terrà la rassegna con il Dipartimento di Cultura e Civiltà dell'Università di Verona, sulla Resistenza, in occasione degli 80 anni dalla Liberazione, che coinvolgerà anche A.N.P.I. Verona, Istituto veronese per la storia della Resistenza e dell'età contemporanea, 80° anniversario Verona Liberata. Avremo dei bellissimi classici del cinema italiano. Poi sempre lì ospiteremo le rassegna “Coming of Age” dedicata al cinema di formazione e “Experimenta” sul cinema più sperimentale, con lunghi e cortometraggi da tutto il mondo».
Matteo Piancastelli, vicepresidente Valpolicella Benaco Banca: «Faccio fatica a trovare le parola su una proposta così ampia, dedicata a tutte le età, davvero eccezionale. Vorrei dire un parole sul titolo, perché è molto importante per una banca di livello cooperativo che lavora per legge soltanto nella comunità dove ha dei filiali, per noi è importantissimo creare relazioni come fa questo festival ogni anno».