"OLTRELESSINIA", gli Architetti di Verona nuovamente al FFDL con esperienze di recupero di antichi borghi alpini italiani
Verona, 27 agosto 2025 – Prosegue la collaborazione tra Film Festival della Lessinia e l’Ordine degli Architetti PPC della Provincia di Verona. All’interno della sezione “Parole Alte”, gli Architetti di Verona saranno presenti in questa trentunesima edizione della Rassegna cinematografica internazionale a Bosco Chiesanuova con il convegno “OLTRELESSINIA” in cui andranno a presentare esperienze di recupero di antichi borghi e di architetture nell’arco alpino italiano. Un momento formativo non solo per tutti i professionisti ma anche un’occasione di divulgazione per il numeroso pubblico appassionato del territorio lissinico, del suo paesaggio e architettura rurale.
Raccogliendo gli spunti e le sollecitazioni del tema del FFDL 2025, “Il confine”, la tavola rotonda - in programma giovedì 28 agosto dalle ore 10 alle 13, nella sala Olimpica del Teatro Vittoria (Piazza Marconi, 35) - intende, dunque, far dialogare il contesto dell’architettura di pietra della Lessinia con esperienze nazionali, riconosciute e prestigiose, di recupero di antichi borghi e di architetture nell’arco alpino, dalle valli del Piemonte a quelle della Liguria, dal Verbano al Ticino. E lo fa, portando al tavolo professionisti, architetti, studiosi e amministratori che di questi progetti sono stati ispiratori visionari ed artefici, andando a proseguire un vero e proprio viaggio nel grande patrimonio e nell’identità dell’architettura di pietra della Lessinia iniziato nel 2022.
I CONVEGNI PRECEDENTI - Dalle conversazioni sul “Costruire in Lessinia” (2022) a partire da un monitoraggio dell’architettura rurale del loco tra tutela, conservazione e riuso del patrimonio di pietra di contrade, malghe, casare, baiti e stalle d’alpeggio all’accento particolare sulle “Architetture di vacanza in Lessinia” (2023) con l’attenzione su ville e alberghi fino ad esempi concreti di recupero del patrimonio lessinico in “Viaggio in Lessinia” (2024), progetti capaci di fare sintesi tra la domanda di innovazione per nuovi usi degli edifici e la ricerca di equilibrio tra tecnica costruttiva e i materiali della tradizione. Oggi, con il focus “Oltrelessinia”, lo sguardo si allarga ulteriormente a portare, appunto, esperienze nazionali virtuose di borghi e architetture recuperati nei “territori alti di confine”, modelli che rappresentano possibili soluzioni di intervento. Saranno presentati i casi di insediamenti che hanno attraversato fasi successive, dall’abbandono al recupero di singoli edifici o di interi borghi: interventi che hanno comportato innesti contemporanei sia in termini morfologici sia funzionali e sociali.
OLTRELESSINIA, GLI INTERVENTI - Ad introdurre i lavori sarà Alberto Vignolo, vicepresidente dell’Ordine degli Architetti di Verona e promotore dell’incontro che sarà moderato da Federica Guerra, redattrice della rivista dell’Ordine «ArchitettiVerona».
Gli interventi vedranno il contributo di Claudia Cavallo, assegnista di ricerca al Dipartimento di “Culture del progetto” dell'IUAV, che presenterà il noto lavoro dell’architetto Giancarlo De Carlo a Colletta di Castelbianco nel Savonese, un esempio ormai storicizzato ma che fu pionieristico, riletto oggi a vent'anni dalla scomparsa di De Carlo. Quindi, dalle vive parole del sindaco visionario Giacomo Lombardo, verrà illustrata l’esperienza del laboratorio “architettonico e sociale” a cielo aperto realizzato ad Ostana, in provincia di Cuneo, oggi tra i Borghi più Belli d'Italia.
“Da Paraloup a Campofei: progettare nella pietra” sarà l’esperienza portata dall’architetto Dario Castellino, autore del recupero della borgata nel Comune di Castelmagno, sempre in provincia di Cuneo, in alta Valle Grana.
A chiudere, gli architetti Fabio Figaroli e Giulia Giavoni dello Studio ATOMAA illustreranno i progetti di “Casa Cinsc e Casa in Borgata Cisore” esempi di recupero dell’architettura in pietra sulle Alpi Lepontine.
«Il viaggio iniziato quattro anni fa quando ci siamo affacciati per la prima volta al pubblico del Film Festival della Lessinia per parlare di architettura - il commento di Alberto Vignolo, vicepresidente dell’Ordine degli Architetti di Verona e promotore dell’incontro - prosegue in questa edizione portandoci “oltre”, con l’intento di mettere in evidenza, in questo caso per analogia e confronto, il grande patrimonio identitario dell’architettura in pietra della Lessinia e la sua originalità da cui derivano anche, di contro, diverse criticità dal punto di vista della conservazione, del riuso e del rapporto con un contesto sottoposto a continue sollecitazioni».
FOCUS sui PROGETTI DI RECUPERO di antichi borghi e architetture nell’arco alpino italiano
Colletta di Castelbianco nel savonese: condotto dall’architetto Giancarlo De Carlo insieme a tre costruttori visionari, il progetto ha trasformato i ruderi di questo borgo medievale completamente in pietra nel primo villaggio telematico al mondo e nel primo albergo diffuso della Riviera di Ponente. Un intervento complesso, durato dal 1992 al 2001, guidato da un approccio di rigenerazione conservativa e “filologica” attraverso una maniacale ricerca storica.
Ostana, laboratorio architettonico e di innovazione sociale. “Non volevamo che il paese morisse”: a raccontare l’esperienza di Ostana, borgo in pietra ai piedi del Monviso in provincia di Cuneo, sarà Giacomo Lombardo, classe 1943 e sindaco del borgo per 25 anni, tra i protagonisti di questo laboratorio architettonico e di innovazione sociale ispirato alla contemporaneità. Avviato nel 1985, Ostana è il progetto di recupero montano più conosciuto a livello nazionale ed internazionale, rilevanza che l’ha portato ad essere presente nel 2018 nel Padiglione Italia di Mario Cucinella alla Biennale di Architettura di Venezia.
Un recupero riuscito anche per l’efficace collaborazione tra amministratori, studiosi e progettisti, simbolo di una possibile rinascita della montagna, attraverso il supporto di bandi pubblici. L’impegno per la rinascita parte dai servizi essenziali quindi, il lavoro dei professionisti con capofila il Politecnico di Torino nella persona del professor Antonio De Rossi, già impegnato nella valorizzazione di aree interne e montane in Italia, e del suo team di progettisti, che ridisegnano l’intero borgo. Lavoro cui si è affiancato il lavoro dell’architetto, guardia forestale e maestro di sci Renato Maurino.
Emblema di questa rinascita è il Centro polifunzionale-culturale Lou Pourtoun accanto, la creazione di un piccolo museo, e - ancora - gli interventi sull’ingresso del paese, il palazzo comunale, l’asilo e il laboratorio di panetteria e pasticceria. Per un totale di quindici interventi tutti supportati da bandi pubblici.
Recupero di Paraloup a Campofei, borgata del comune di Castelmagno, in provincia di Cuneo, in alta Valle Grana. Tra gli autori di un nuovo approccio al costruito montano “partecipato”, l’architetto Dario Castellino lavora sul progetto con il professor Daniele Regis del Politecnico di Torino, che - a sua volta - ha coinvolto i suoi studenti.
Dopo il fenomeno dell’abbandono nella prima metà del ‘900, la storia di Campofei - a 1489 metri di altitudine - cambia quando nel 2009 quattro imprenditori decidono di investire nel recupero dell’intera borgata dando avvio, con pochi interventi mirati, ad una rivitalizzazione economica del borgo attraverso la creazione di microeconomie legate alla filiera casearia locale e alla produzione di erbe aromatiche, che diventano occasioni di lavoro stabile per i giovani e possibilità di recupero della governance del territorio.
Il progetto, in particolare, diventa un caso pilota per il contributo di tutti gli attori coinvolti, amministratori e progettisti: un lavoro che ha fatto della multidisciplinarietà e dell’equilibrio tra sostenibilità, innovazione e tradizione il suo punto di forza, valorizzando l’architettura contemporanea alpina attraverso l’uso di materiali innovativi.
“Casa Cinsc e Casa in Borgata Cisore”, entrambe in frazioni montane delle Alpi Lepontine in Piemonte (la prima a Varzo, nella provincia di Verbano-Cusio-Ossola la seconda nei dintorni di Domodossola) sono progetti di recupero di architettura in pietra condotti dallo Studio ATOMAA che intende rilanciare i territori locali, preservando l’equilibrio antropico del luogo.
Da rudere tipico della zona, usato principalmente per il ricovero del bestiame e del fieno stagionale, Casa Cinsc è oggi luogo di turismo sostenibile grazie ad un recupero rispettoso delle preesistenze storiche a partire dal riutilizzo totale e quasi ossessivo dei materiali di spoglio del rudere esistente. Roccia, legno e l’uso sapiente del cemento creano un paesaggio antropizzato in perfetta simbiosi con la natura circostante. Andando a realizzare l’obiettivo di valorizzazione del prezioso patrimonio rurale alpino, tra autenticità e contemporaneità.
Casa in Borgata Cisore: il progetto non solo ha rispettato le preziose tracce del passato ma le ha valorizzate attraverso una sensibilità contemporanea che gioca sulla luce, sull’apertura e sulla connessione degli ambienti, trasformando l’intera abitazione in un luogo di memoria e rinascita, instaurando - anche - un nuovo rapporto tra interno ed esterno.