Pio Eugenio, nato nella stanza del Papa a Castel Gandolfo: "Il mio nome, per Pacelli"
Pio Eugenio, nato nella stanza del Papa a Castel Gandolfo: "Il mio nome, per Pacelli". Racconta Eugenio Murrali, su Vatican News, 5.9.2015, a ricordo di Papa Eugenio Pacelli (1876-1958) - Pio XII (1939-1958) “Erano presenti, alla cerimonia d'inaugurazione di Borgo Laudato si' del 5 settembre 2025, a Castel Gandolfo, non solo, Papa Leone XIV, per celebrare l'enciclica di Papa Francesco, ma, anche uno dei “bambiniâ€, venuti alla luce durante la Seconda Guerra mondiale (1939-1945), nella proprietà pontificia, che Pio XII fece aprire agli sfollati, durante i bombardamenti. Assieme a suo fratello erano gli unici gemelli, degli oltre trenta neonati, partoriti in quella circostanza. Ha sguardo e voce gentile Pio Eugenio Zevini e quasi un riserbo antico, nel raccontare la sua storia. Ci aspetta a Piazza Pia, ad Albano Laziale, vicino a uno degli ingressi del Borgo Laudato si', soglia che, nel pomeriggio, ha varcato per partecipare alla cerimonia di inaugurazione presieduta da Papa Leone XIV. Lui è uno degli oltre trenta bambini, che nacquero nel Palazzo Papale di Castel Gandolfo. Nel 1944, i Castelli Romani sono sotto i bombardamenti americani, che tallonano i nazisti, ma a spesso fanno anche terra bruciata, costringendo la popolazione civile a spostarsi. Informato della grave situazione, delle molte famiglie rimaste, senza una casa, Papa Pacelli ordina che le porte del Palazzo e dei giardini di Castel Gandolfo vengano aperte a tali persone, in difficoltà . Quasi 12 mila sfollati sono, quindi, ospitati, per sei mesi, nel Palazzo. A chi entra non sono chiesti i documenti o il certificato di battesimo e tutti sono accolti. Nella grande folla, ci sono anche i coniugi Zevini, lui operaio, lei casalinga. Hanno già tre figlie femmine. Mamma Zevini è incinta. Le partorienti vivono il travaglio, nella stanza del Papa, fornita di riscaldamento e di acqua. Il primo marzo, 1944 nascono i gemelli Zevini. I genitori decidono di chiamarli Pio ed Eugenio, come atto riconoscenza verso Pio XII. A molti tra i bambini, nati in quei mesi a Castel Gandolfo saranno dati quei nomi, per la stessa ragione. Pio Eugenio racconta il suo caso particolare: "Ci avevano chiamato Pio ed Eugenio. Uno dei due aveva un braccialetto, che è andato perduto. Non potevano più distinguerci ed allora hanno deciso di chiamarci uno, Pio Eugenio, e l'altro. Eugenio Pio". Sono passati oltre ottant'anni e la sensazione è intensa: "È una forte emozione, ogni volta, che torno a visitare questi luoghi". Un racconto dovuto e commovente, che ricorda un Papa, Pio XII, che è tuttora impresso, molto piacevolmente, anche nella nostra povera mente.
Pierantonio Braggio