Diocesi di Verona: “Sul limite”: III Lettera pastorale 2025 del vescovo di Verona, mons. Domenico Pompili
“Sul limite”: è il titolo della Lettera pastorale 2025 di mons. Domenico Pompili, la terza da vescovo di Verona. Durante la celebrazione eucaristica serale di lunedì 8 settembre, Festa della Madonna del popolo, in una Cattedrale gremita, hanno ricevuto, per primi, la Lettera dalle mani di Pompili, i Vicari foranei, i Referenti e Incaricati dei vari servizi di Curia e i Rappresentanti delle istituzioni cittadine. “Il limite non è condanna, ma vocazione”, scrive il Vescovo, proponendo una “pedagogia dell’imperfezione” che riconosce, nella fragilità, la condizione in cui la grazia può manifestarsi più autenticamente. “In una cultura che promette tutto subito e che pretende efficienza a ogni costo – aggiunge – oggi vivere e non censurare il limite è un’opera quasi rivoluzionaria”. Lettera completa un percorso triennale di riflessione teologica e pastorale, iniziato nel 2023, con quella Sul silenzio e nel 2024 Sulla luce. Spiega Lucia Vantini, teologa e delegata episcopale per l’ambito della prossimità: «Attraverso la trilogia Silenzio-Luce-Limite, il Vescovo ha delineato un itinerario organico di maturazione ecclesiale, che dalla contemplazione, attraverso la rivelazione, giunge alla trasformazione, offrendo percorsi concreti per affrontare con sapienza evangelica le sfide del nostro tempo. La trilogia rappresenta una progressione coerente che attraversa tre dimensioni fondamentali dell’esperienza cristiana». Nel 2023, la riflessione sul silenzio aveva proposto uno spazio contemplativo necessario per ascoltare le “urla silenziose” del nostro tempo, identificando nel silenzio il “linguaggio di Dio” capace di generare parole autentiche contro il rumore della cultura contemporanea. La lettera del 2024 Sulla Luce aveva sviluppato il tema della rivelazione attraverso un innovativo dialogo tra scienza e fede, con il fisico Carlo Rovelli, presentando la Chiesa come “luce riflessa” chiamata a “riassettare le reti” del proprio ministero per tornare a essere sacramento della luce di Cristo. «Ora – riprende Vantini – Sul Limite completa l’itinerario affrontando la dimensione della trasformazione, mostrando come i limiti possano trasformarsi da muri in porte, da ostacoli in opportunità di benedizione». La stessa immagine di copertina della Lettera, liberamente ispirata all’opera Atto di fede di Magritte (1960) richiama gli elementi di questo trittico: il silenzio del buio, la luce della luna, il limite come soglia. Il testo prende avvio dalla celebre siepe leopardiana di Recanati, dove il giovane poeta scopre che “un ostacolo può diventare apertura” e che “ciò che limita può farsi infinito”. Questa intuizione, nelle parole di mons. Pompili, trova sviluppo teologico, nella figura biblica del patriarca Giacobbe, che attraverso la lotta notturna al guado del fiume Jabbok, Giordania, impara a trasformare la propria ferita in benedizione.
Il “dolce naufragare” leopardiano diventa così antidoto alla “cultura della performance” che domina il mondo contemporaneo senza risparmiare gli ambienti ecclesiali, chiamati a riscoprire il primato delle relazioni e a privilegiare i processi lunghi rispetto ai risultati immediati, accompagnando con attenzione invece di forzare i tempi. Aggiunge la professoressa Vantini, riguardo la seconda parte della Lettera: «Monsignor Pompili traduce la riflessione teorica in proposte pastorali concrete, delineando una “ministerialità del limite” che valorizza l’esperienza di chi ha attraversato fragilità, traendone risorse per accompagnare altre vite. Sul piano strutturale, si prospettano nuove forme comunitarie: parrocchie organizzate in rete, “comunità matrici” che sostengono territori più ampi, case di spiritualità che integrano contemplazione e diaconia». La Lettera propone inoltre la “conversazione spirituale”, già sperimentata nel Cammino Sinodale della Chiesa italiana, come strumento permanente di discernimento comunitario per trasformare i conflitti in opportunità di crescita. Il percorso tracciato dalla trilogia culminerà nell’Assemblea diocesana del 16 maggio 2026 a Isola della Scala, momento conclusivo di un cammino sinodale che coinvolgerà tutti i battezzati della diocesi. Scrive mons. Pompili nelle pagine dedicate alla conclusione: “Non sappiamo quale sarà il volto della Chiesa tra vent’anni. Forse saremo ancora meno numerosi, forse le strutture che conosciamo saranno profondamente cambiate, forse dovremo inventare forme completamente nuove di presenza e di annuncio. Ma una cosa la sappiamo: se avremo imparato la sapienza del limite, se saremo diventati esperti nell’arte di trasformare le ferite in fessure di luce, se avremo fatto della nostra fragilità il luogo dell’incontro con Dio e con i fratelli e le sorelle, allora saremo ancora fecondi”. La Lettera pastorale Sul limite è a disposizione per la distribuzione nelle parrocchie e nelle diverse realtà ecclesiali, secondo le indicazioni fornite loro dal Servizio diocesano per le comunicazioni sociali”. Come sempre, Lettera importante e innovativa, che invita, ancora una volta e per il futuro, a cogliere l’occasione, appunto, come sopra citato, per “trasformare i conflitti in opportunità di crescita”, ossia, lasciare il teorico, nella Chiesa, per
giungere a “proposte pastorali concrete”.
Pierantonio Braggio