Incontro Valeria Valbusa , campionessa che nel 1967 ha battuto il record italiano di corsa ad ostacoli e nel 1968 ha vinto il premio Panathlon città di Verona.
A seguito di una squalifica che non ha accettato ha scelto di non desiderare di vincere alcuna gara e di non proseguire la carriera sportiva. Una ferita interiore che con il tempo ha fatto sbocciare la scrittura.
Dagli anni 80 gestisce un negozio di belle arti che le permette di conoscere molti artisti veronesi con i quali intrattieni rapporti di amicizia. Dal 2023 decide di pubblicare i suoi scritti.
Valeria Valbusa è una persona libera, che non riesce a rimanere dentro gli schemi. Ama abbracciare il cielo, ha una sensibilità per cogliere vibrazioni e visioni sottili. Ci racconta la sua storia.
“Mi fermo a pensare, la mia mente forgia ricami dentro i pensieri, mi passano davanti parole a volte le prendo e le metto insieme.
Contesto, in una lotta interiore tutto ciò che produce ingiustizia, da una risposta data male in casa, alle liti di gruppo, alle grandi prepotenze del mondo, per non parlare delle guerre, delle sopraffazioni, in particolare sulla donna.
Applaudo chi, e quello che si dona, ciò che si dà gratuitamente, un sentimento che può essere un granellino, un chicco, o, l'espandersi di un possibile oceano, ciò che in ogni caso produca benessere alla persona.
Faccio fatica ad espormi, a mettermi in mostra non sono capace di gridare, mi hanno tagliato le ali, ma non sufficientemente da non poter compiere voli intimi, personali.
Avrei potuto, forse, essere famosa, nel campo atletico, forse…detengo un titolo nazionale di categoria! Ma non ho voluto continuare.
La vita, un alito di vento che passa così veloce da non permetterci, di aver ragione sulle nostre programmazioni, una nube passeggera soprattutto una scena, storia che va vissuta perché finisce in fretta.
Penso e mi emoziono talvolta, per ricordi personali o per ciò che la quotidianità mi presenta mi avvolgono forti tensioni, la ribellione e i sentimenti si trasformano in parole che qualcuno chiama poesia.
Penso ancora alla bellezza dell'albero nato da un seme, un piccolo, piccolissimo involucro che contiene vita, questo vorrei essere, un piccolo seme. “
Questa è una sua poesia tratta dal suo libro di poesie VOLARE.
VIRGOLA
Sono solo una virgola.
Il punto semplice
arresta
non mi dilungo
per quello
esclamativo o di
domanda
che dire dei due punti o
del punto e virgola
Io resto solo una virgola
a volte scritta male o
dimenticata.