Quando la proprietà è una fondazione no profit: NaturaSì si racconta all'Agrifestival di Jesolo
Jesolo, 27 settembre 2025 – NaturaSì non appartiene a una famiglia o a un singolo imprenditore, e non è neanche una cooperativa. Come in alcune (poche) altre aziende, la maggioranza delle azioni è posseduta da una Fondazione, cioè da un ente no profit, che decide – in base a dei valori fondanti – come ripartire gli utili. Questa forma di impresa, nativa al classico modello di business è la Steward Ownership, che in italiano potremo chiamare proprietà responsabile e che mira a proteggere l’identità e i valori delle aziende da interessi speculativi.
I fondatori di NaturaSì, società benefit leader nel settore biologico e biodinamico, hanno scelto, tra i primi in Italia, di adottare questo sistema, costituendo la Libera Fondazione Antroposofica Rudolf Steiner che investe nella creazione di scuole e di aziende agricole biodinamiche. Tra queste anche la San Michele di Cortellazzo, vicino a Jesolo (Ve), azienda modello nella ricerca e nella produzione di servizi ecosistemici come ad esempio la fertilità della terra, la biodiversità e il benessere animale. I risultati vengono poi messi a disposizione dell’intero ecosistema agricolo che fa capo a NaturaSì, una rete di circa 300 aziende che producono tra i migliori prodotti bio italiani e non solo.
Oggi, solo poche altre aziende nel nostro Paese hanno intrapreso questa strada: due di queste (AlmoNature e Beta80), discuteranno assieme a NaturaSì di questa forma innovativa ed etica in uno dei talk dell’Agrifestival di Naturasì che si tiene nell’Azienda Agricola San Michele a Cortellazzo, Jesolo (VE), in questo fine settimana (27 e 28 settembre).
“Abbiamo adottato un modello di Stewart Ownership sin dalle origini, anche se non ne eravamo consapevoli. Solo dopo lo abbiamo chiamato con il suo nome. Quando abbiamo fondato l’azienda volevamo che la proprietà non fosse privata, in capo a singoli individui, ma di un ente no profit a tutela di valori come il cibo sano, l’agricoltura biologica e biodinamica, il rispetto dell’ambiente, degli agricoltori e dei consumatori. I soci e il consiglio di amministrazione sono al servizio di questo scopo”, dice Fabio Brescacin, presidente di NaturaSì.
Mentre all’estero il modello è più diffuso e coinvolge nomi importanti, in Italia le aziende che hanno adottato la Stewart Ownership sono ancora poche. Ma tra i benefici comprovati di questi modelli di proprietà e gestione delle aziende ci sono – secondo le ricerche di settore - una maggiore resilienza alle crisi, salari più equi, profitti più stabili, protezione da operazioni speculative e maggiore capacità di gestire il passaggio generazionale. In sintesi, la Steward Ownership è un importante presupposto per modelli di business realmente resilienti e sostenibili.
Oggi, nel pieno dei suoi 40 anni di età, NaturaSì celebra, con due giorni di festa, i numeri in continua crescita che vedono il biologico sempre più al centro delle scelte dei consumatori. L’azienda nata nel 1985 come una piccola bottega cooperativa a Conegliano Veneto è oggi uno dei principali player europei nel settore biologico. NaturaSì ha un ecosistema di circa 300 aziende agricole collegate, 330 punti vendita, oltre 1200 collaboratori e una base di clienti fedeli e che ha visto quest'anno un’incidenza di fidelizzazione pari al 69%. Anche il piano degli investimenti gode di buona salute con un budget di 10 milioni di euro destinato alla ristrutturazione di 22 dei negozi esistenti e a 12 interventi che comprendono nuove aperture, operazioni straordinarie e acquisizioni.
Il fatturato e i clienti dell’azienda sono i cresciuti rispettivamente del 7,6% e del 6%, solo nella prima metà dell'anno. Numeri che rientrano e sostengono l’intera crescita del settore bio. Secondo i dati forniti dal Masaf lo scorso 23 settembre, infatti, le superfici agricole bio in Italia hanno superato i 2,5 milioni di ettari, con un incremento del 2,4% rispetto all’anno precedente, portando il bio a oltre il 20% della SAU nazionale: una quota tra le più elevate in Europa, che avvicina l’Italia all’obiettivo di raggiungere il 25% entro il 2027 previsto dal Piano Strategico Nazionale della PAC. Segno positivo anche per gli operatori biologici, che raggiungono quota 97.170 (+2,9% rispetto al 2023), di cui oltre 87.000 rappresentato da aziende agricole bio (+3,4%).
L’incontro sulla Steward Ownership "Tra la proprietà privata e la proprietà collettiva, la proprietà di responsabilità per il bene comune. Un modello di governance per le aziende che guardano al futuro", è solo uno dei momenti dell’Agrifestival.
I due giorni saranno animati da talk, degustazioni, mostre, laboratori per adulti e bambini, teatro dei burattini con Alberto De Bastiani e Irene Costantini, circo teatro UTKU - Compagnia Cometa e con Sebastian Burrasca, spettacolo dalla tenda di Nicole&Martin, momenti musicali con Erika Boschiero e intervento musicale dei Ritmi Popolari e del gruppo danze Perché No. Ospite speciale Teresa Mannino, autrice e attrice comica siciliana, che domenica mattina dialogherà con i protagonisti della comunità di NaturaSì con cui condivide i valori della sostenibilità e dell’agricoltura sana.
Saranno inoltre organizzati percorsi guidati alla scoperta dell’Azienda Agricola Biodinamica San Michele, show cooking a cura de L’Officina del Cuore e momenti conviviali come l'Agripranzo e l'Agricena con prodotti biologici locali. Ci saranno naturalmente anche tanti laboratori creativi per bambini e adulti (laboratorio di pittura, argille botaniche, reti da pesca recuperate, legni sull'erba) organizzati dalla Libera Scuola Steiner Waldorf “Novalis” di San Vendemiano, il Gruppo Arte San Michele e la Bio design Foundation.
Da non perdere "il rito del pane", il laboratorio di panificazione collettiva, a cura di MadreProject.
Oltre al bistrot NaturaSì e ai food truk bio presenti, i pranzi saranno preparati e distribuiti da Riesco Ristorazione e solidarietà, un’impresa sociale che attraverso il cibo crea lavoro per persone con disabilità. Una iniziativa per far maturare contesti sempre più inclusivi.