Da Picasso a Van Gogh. Capolavori dal Toledo Museum of Art | In mostra a Treviso
Marco Goldin torna nella sua Treviso con una mostra di autentici capolavori. Sessantuno quadri dal prestigio altissimo, se si pensa che nelle sale di Santa Caterina sono in arrivo, alcune anzi già arrivate, opere per un valore totale di un miliardo di euro.
Un’esposizione che nasce geograficamente da lontano – propone i capolavori del XIX e XX secolo del Toledo Museum of Art, in Ohio, nominato in questo 2025 il miglior museo degli Stati Uniti - e ancora più nell’anima di Goldin, che, studente a Venezia a Ca’ Foscari, scopre I racconti dell’Ohio di Sherwood Anderson e rimane affascinato dal paesaggio e dai personaggi, parimenti protagonisti.
Nasce anche da una occasione più vicina: il Museo statunitense è oggetto di un importante ammodernamento e ampliamento e un nucleo delle sue opere più belle ha già toccato Auckland, in Nuova Zelanda, prima di andare in Australia, a Adelaide. Treviso sarà quindi la sola sede in Europa. Dati i rapporti di lunga data di Goldin con il Museo americano, a Treviso giunge un’edizione assolutamente speciale della mostra. Il curatore ha infatti ottenuto una integrazione del corpus originario, puntando a un nucleo aggiuntivo di opere di qualità assoluta che escono per la prima volta dal Museo stesso e che, dopo questa occasione, non si potranno ammirare se non recandosi in Ohio. Il Toledo Museum of Art è infatti per tradizione una istituzione gelosissima dei suoi innumerevoli capolavori e rarissimamente ne presta anche uno soltanto.
Per scelta del critico, il percorso della mostra va a ritroso nella storia dell’arte, partendo dall’astrazione americana del secondo Novecento, da Rid Diebenkorn a Morris Louis, da Ad Reinhardt a Helen Frankenthaler, per transitare poi ad alcune esperienze capitali dell’astrazione invece europea, da Ben Nicholson e Josef Albers fino a Piet Mondrian e Paul Klee, per approfondire quindi il passaggio dal ‘900 all’’800 e di seguito i tre grandi temi: la natura morta, le figure e i ritratti, i paesaggi.
Nel primo caso, compaiono due tra i maggiori artisti che nel XX secolo si sono dedicati alla natura morta, come Giorgio Morandi e Georges Braque, mentre Henri Fantin-Latour e Camille Pissarro, nel pieno tempo della formazione del gruppo impressionista, dicono, e specialmente il primo, della raffinatezza cui questo tema conduceva i migliori tra i pittori.
Molto ampia, la sezione dedicata ai ritratti, alle figure e alle figure ambientate che propone un’emozionante sequenza di opere, a partire da Matisse, Bonnard e Vuillard, per giungere a De Chirico e Modigliani e a uno splendido Picasso cubista del 1909.
Poi la relazione, sul tema delle figure all’aria aperta, tra gli impressionisti d’oltreoceano e gli impressionisti francesi, con opere di William Merritt Chase, Berthe Morisot, Camille Pissarro per approdare a Courbet e Millet. I capi d’opera di Pierre-Auguste Renoir, Edouard Manet e Edgar Degas danno ulteriore valore spettacolare e assoluto a questa sezione.
Infine, su una parete isolata, quel Campo di grano con falciatore a Auvers con cui Van Gogh dà l’addio alla vita. Un quadro che nella sua assolutezza, nel suo essere grondante di colore e umanità , splendidamente rappresenta la qualità altissima delle opere custodite nel Toledo Museum of Art.
Accanto a questo iconico dipinto, nella Sala ipogea del museo trevigiano, è stata creata una vera e propria sala cinema da cinquanta posti in cui verrà proiettato a ciclo continuo per i visitatori il film, scritto e diretto da Marco Goldin – animazioni e montaggio di Alessandro Trettenero, musiche di Remo Anzovino -, intitolato Gli ultimi giorni di Van Gogh. Partendo dalle settimane conclusive vissute dal grande artista nel villaggio di Auvers, la mezzora di film si muove tra meravigliose immagini dei quadri, gli scorci di Auvers, Van Gogh che cammina e dipinge, oltre alle musiche e alla narrazione sempre poetica.