Fondazione Arena, Verona - Serata evento – 18.11.2025 – ‘La cultura come valore’, al Teatro Filarmonico. Il Progetto 67 Colonne va verso quota 10 milioni. L’Arena moltiplica il valore degli investimenti. Ora, statuto speciale e nuove risorse, per garantir
Sarà quota 10. Il progetto di fundraising 67 Colonne per l’Arena, giunto alla sua quinta edizione, si appresta a raggiungere la doppia cifra. Ed entro maggio 2026, a superare l’obiettivo record di 10 milioni di euro raccolti. Almeno sulla carta. Perché secondo il moltiplicatore calcolato dalla ricerca Nomisma ogni euro investito nell’Arena ne produce 6,3 per l’economia italiana. Creando una “bellezza interna lorda” come ha sottolineato, ieri sera al Teatro Filarmonico, il caporedattore dell’economia del Corriere della Sera Nicola Saldutti, affermando che “In un mondo così disordinato la cultura ci difende dal falso” e allo stesso tempo “i numeri ci servono per credere”. Ed è in questo contesto che Fondazione Arena punta a nuovi obiettivi: innalzare la qualità degli spettacoli, tutelare le professionalità artistiche e artigianali avviando una nuova accademia delle arti e dei mestieri, aumentare i salari dei lavoratori ed essere presidio e fucina della cultura italiana, all’estero ma anche lungo tutto lo Stivale. Per arrivare a traguardo due sono gli strumenti necessari: lo statuto speciale e nuove risorse. Ieri sera, nel corso dell’evento ‘La cultura come valore’, realizzato con Gruppo Athesis, Fondazione Arena ha chiamato a raccolta i suoi mecenati per approfondire, assieme alla città, i risultati dello studio Nomisma sull’impatto economico, turistico e sociale dell’Opera Festival. E lanciare un appello affinché Istituzioni e imprenditori sostengano la crescita di una delle più importanti realtà culturali del Paese, simbolo nel mondo del made in Italy e del Canto lirico patrimonio dell’umanità. Sul palcoscenico i ricercatori Nomisma Emanuele Di Faustino e Riccardo Vecchi Lari hanno illustrato lo studio. Si stima che i 404.715 spettatori dell’Arena Opera Festival nella stagione lirica 2025 abbiano generato una spesa per vitto, alloggio, shopping, attività ricreative e culturali, trasporti pari a ben 315 milioni di euro. Il valore della produzione generato in Italia dall’Arena Opera Festival, grazie alle spese sostenute dagli spettatori della stagione lirica 2025 è stato quindi pari a complessivi 1.976 milioni di euro (impatto diretto, indiretto e indotto). Circa il 60% resta sul territorio della provincia - ben 1 miliardo e 127 milioni di euro. Il 20% - pari a 392 milioni di euro - si concentra in altre province Venete e un ulteriore 22% - pari a 447 milioni di euro - viene prodotto in altri territori italiani. L’effetto erariale indotto dalla spesa turistica degli spettatori ammonta a complessivi 206 milioni di euro circa: di questi lྒྷ% (pari a 179 milioni di euro) viene incassato dallo Stato, il 9% dalle Regioni (18 milioni di euro) e il restante 4% dai Comuni (circa 9 milioni di euro). Si stima che circa 4 milioni di euro (pari all’1,9% del totale) vengano incassati dal Comune di Verona tra tassa di soggiorno e imposte dirette e indirette, e che 14,1 milioni di euro (pari al 7% del totale) vadano nelle casse della Regione Veneto. Gli stakeholder della città si sono confrontati sui numeri. Presenti Damiano Tommasi, Sindaco e Presidente di Fondazione Arena con Cecilia Gasdia, Sovrintendente, e Stefano Trespidi, Vicedirettore artistico, Flavio Pasini, Presidente della Provincia di Verona, Vanessa Carlon, Direttrice e Vicepresidente della Fondazione Palazzo Maffei Casa Museo, Paolo Arena, Presidente Aeroporto Catullo e Confcommercio Verona, Paola Scandola, Direttore marketing Müller Italia e Caterina Sofia Mastella Allegrini, Vicepresidente e direttore marketing Gruppo Marilisa Allegrini. A moderare e condurre i giornalisti Valentina Burati e Luca Mazzara. Spazio, infine, al dialogo tra Massimo Mamoli, direttore de L’Arena, e Nicola Saldutti, caporedattore economia del Corriere della Sera. Durante la serata il soprano Vittoriana De Amicis e il tenore Matteo Macchioni, accompagnati al pianoforte da Cecilia Gasdia, hanno eseguito O mio babbino caro da Gianni Schicchi e Nessun Dorma da Turandot di Puccini e Libiamo ne’ lieti calici da La Traviata di Giuseppe Verdi.“Il nostro ruolo è pensare alla Fondazione Arena di domani - dichiara il Sindaco e Presidente di Fondazione Arena Damiano Tommasi -, è promuovere formazione e competenze, mettere nelle condizioni l’Arena di poter riproporre ogni anno il Festival e tutte le altre attività proprio per l’enorme valenza culturale e l’importante ricaduta che hanno per il territorio. I numeri danno l’idea del flusso di turisti e appassionati, dell’indotto che generano, e nostro compito è mettere nelle condizioni l’Arena di brillare per qualità artistica e la città di offrire servizi all’altezza. Il tema dei salari dei lavoratori, così come quello della disponibilità degli alloggi, per gli stagionali sono questioni di cui ci stiamo occupando e per le quali stiamo lavorando con orgoglio e responsabilità”. “Dobbiamo far innamorare i giovani – afferma il Sovrintendente Cecilia Gasdia -. Appassionarli, coinvolgerli. Ecco perché stiamo puntando sui bambini. Il 2026 sarà l’anno dei piccoli, con una nuova area family in Arena, una cosa mai vista in un teatro d’opera, che permetterà l’ingresso ai neonati e ai genitori, con servizi ad hoc. E poi vedremo impegnati i bimbi della nuova scuola di Fondazione Arena per voci bianche. E a maggio ci sarà una bellissima sorpresa. Per i ragazzi più grandi servirebbe una sorta di servizio di leva culturale, noi tutti ci siamo innamorati dell’Arena iniziando come comparse. Nei prossimi anni ci attendono sfide importanti. La più importante è sicuramente riuscire ad alzare gli stipendi dei lavoratori. E poi vorremmo permettere agli spettatori e ai turisti di raggiungere l’Arena in bicicletta e poter avere un parcheggio custodito, per le loro due ruote, incentivando così non solo la mobilità sostenibile ma anche il benessere, prima del fisico, e poi, con l’opera, della mente”. “Abbiamo fortemente voluto e creduto in questa ricerca perché c’era bisogno di consapevolezza – spiega il Vicedirettore artistico Stefano Trespidi -. Speriamo che attraverso i numeri la città, il territorio, gli imprenditori e le Istituzioni comprendano l’importanza di sostenere attivamente Fondazione Arena. Perché quello che noi restituiamo è sei volte superiore. Ora abbiamo bisogno di fare un ulteriore passo in avanti. Con il supporto di Stato, Regione, Provincia e Comune, così come dei mecenati d’Italia, dobbiamo raggiungere i prossimi obiettivi. Valorizzare e tutelare le professioni artistiche e artigianali, anche attraverso l’aumento degli stipendi, e innalzare la qualità degli spettacoli per portare la nostra cultura in tutta Italia e nel mondo, per farlo abbiamo bisogno di risorse. Investimenti che genereranno crescita economica e benefici per tutti”. Grandi risultati e grandi progetti, frutto di saggia amministrazione e di saggia conduzione, per una Fondazione Arena, che genera alta lirica, cultura, forti indotti e grande nome, nel globo, per la città scaligera e provincia.
Pierantonio Braggio