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Marted 25 Novembre 2025
Olivicoltura di precisione, la svolta per il futuro della produzione veronese e veneta. Il progetto Oliveto Smart

“Verona, 24 novembre 2025 – Rendere più resiliente e competitiva l’olivicoltura veronese e veneta grazie alla gestione intelligente dell’acqua, all’uso di tecnologie avanzate come sensoristica avanzata e sistemi digitali per aiutare gli agricoltori a fronteggiare gli effetti del cambiamento climatico e dell’aumento della frequenza dei fenomeni meteorologici estremi. È questo l’obiettivo del progetto triennale Oliveto Smart, finanziato dalla Regione Veneto, che unisce ricerca scientifica, innovazione tecnologica e collaborazione tra imprese e istituzioni. Oliveto-Smart è sviluppato da Condifesa Verona CODIVE, Università degli Studi di Padova, AIPO - Associazione Interregionale Produttori Olivicoli - Verona, Edizioni L’Informatore Agrario, Azienda Agricola Colle d’Oro sul Lago di Simone Volani e Azienda Agricole Rizzotti Elena. Un convegno di aggiornamento, che si è svolto a Sona (Vr) all’Azienda Agricola Colle d’Oro sul Lago, ha fatto il punto del progetto appena iniziato e che coinvolge 12 aziende olivicole nella provincia veronese in cui si concentra la maggior parte dell'olivicoltura veneta. Su circa 5mila ettari totali veneti, il 70% si trova nelle colline moreniche del Garda, favorite dal clima mite e dai terreni ben drenati, senza dimenticare l'altra area storicamente rilevante delle colline della Lessinia. 5000 le aziende olivicole e 51 i frantoi presenti. Tra le attività in programma l’estensione, a partire dal secondo anno, della ricerca a livello regionale e, al termine del progetto, organizzare corsi di formazione per 60 olivicoltori. Il progetto mira a diventare un modello di monitoraggio degli uliveti adottabile in tutta Italia. I punti salienti della progettualità sono emersi nel convegno di aggiornamento di domenica scorsa all’Azienda Agricola Colle d’Oro sul Lago a Sona (Vr) dal titolo «Oliveto Smart: studio del contesto climatico e ambientale per l’olivicoltura di precisione». «Oltre a essere un'eccellenza veronese e veneta, - ha sottolineato nei saluti di apertura il presidente di CODIVE Verona, Davide Ronca - quello olivicolo è un settore particolarmente sensibile alle variazioni climatiche. Sebbene si adatti a contesti siccitosi, la pianta dell'olivo mostra una sensibilità agli stress termici e idrici non trascurabile. Per la tutela del reddito aziendale, oltre che attraverso gli abituali strumenti di gestione del rischio, come le assicurazioni e i fondi mutualistici, è necessario studiare e sviluppare sistemi più ottimali e collaborazioni per coltivazione che devono essere compatibili con il nuovo contesto climatico». Il Direttore responsabile de L’Informatore Agrario, Antonio Boschetti, ha definito Oliveto Smart non soltanto un progetto sperimentale ma «una vera piattaforma di innovazione e di trasferimento di conoscenze. La sua funzione primaria è quella di creare un ecosistema in cui ricerca scientifica, editoria tecnica e aziende agricole dialogano in modo strutturato. Pertanto, la divulgazione diventa un elemento fondante: il ponte che consente di tradurre linguaggi complessi, dati climatici, modelli agronomici, algoritmi di sensoristica in strumenti operativi comprensibili e utilizzabili dagli olivicoltori».Del ruolo centrale dell’olivicoltura di precisione ha parlato il Direttore Aipo, Enzo Gambin che ha evidenziato fondarsi su tre pilastri: «la conoscenza del contesto climatico, la caratterizzazione dei suoli e la valutazione della qualità degli oli. L’integrazione tra dati climatici, pedologici e analisi degli oli costituisce un sistema di supporto alle decisioni (DSS) per l’olivicoltore. Si tratta di un modello predittivo e adattivo: le informazioni raccolte vengono elaborate in algoritmi che suggeriscono interventi puntuali, riducendo sprechi di acqua e input chimici, migliorando la qualità organolettica e nutrizionale dell’olio e rafforzando la competitività delle imprese. Quindi, ogni scelta agronomica è sostenuta da dati misurabili e replicabili». L’Università di Padova, partner scientifico del progetto Oliveto Smart, ha presentato le attività di ricerca avviate per supportare una gestione più resiliente e sostenibile degli oliveti veneti. Il team di ricerca con Aurora Ghirardelli e Giulia Zuecco, coordinato dal Prof. Paolo Tarolli, Ordinario di Idraulica Agraria presso il Dipartimento TESAF, realizzerà a partire da inizio 2026 rilievi topografici ad alta risoluzione per la creazione di modelli digitali del terreno, fondamentali per analizzare la microtopografia e i processi idrologici dei siti sperimentali. Parallelamente, è in corso l’installazione di sensoristica per il monitoraggio continuo dell’umidità del suolo e dello stress idrico delle piante, integrata ad osservazioni da remoto tramite immagini multispettrali da drone e satellite. «L’obiettivo – ha spiegato Tarolli - è identificare i periodi più critici in termini di disponibilità idrica e fornire indicazioni operative basate su dati oggettivi. Queste ricerche contribuiranno allo sviluppo di soluzioni smart per l’irrigazione e alla definizione di linee guida utili agli olivicoltori per affrontare gli effetti del cambiamento climatico. Gianluca Ferrari, Radarmeteo e Co-founder & Chief Data Analysis Officer Hypermeteo ha evidenziato l’insegnamento dello studio climatico degli ultimi 30 anni definito uno strumento di modellizzazione fondamentale. «Le serie storiche su temperature, piogge ed eventi estremi – ha detto - ci aiutano a capire come l’olivicoltura veneta si sia già adattata e quali fragilità emergono con siccità, stress idrico e fenomeni intensi. Leggere questi dati in chiave predittiva significa costruire scenari di rischio e definire strategie di adattamento: dagli investimenti irrigui alla tutela del suolo, fino alla scelta di varietà più resilienti. La memoria climatica, elaborata con la data analysis, diventa così un vero supporto alle decisioni per il futuro degli oliveti». Al termine si è svolta l’inaugurazione della nuova sede dell’ Azienda Agricola Colle d’Oro sul Lago di Simone Volani coinvolta nel progetto”. L’ulivicoltura, come tutte le colture, ha le sue esigenze, Parlare, quindi, della stessa e delle stesse, è estremamente necessario, per poter applicare conoscenze provate ed innovazioni, che consentano di incrementare la produzione e la sua qualità.
Pierantonio Braggio



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