FIGLI DEL CENTRO STORICO
di Daniela Cavallo
Intervista a Gloria Aura Bortolini, conduttrice televisiva, giornalista, documentarista e fotografa, trevigiana di nascita e veronese d’adozione, figlia del centro storico.
“Ovunque vada, che siano città italiane o capitali europee, il centro storico è il luogo dove preferisco abitare, sono figlia del centro storico!”. Un’affermazione diretta, all’inizio della nostra chiacchierata con la giornalista televisiva Gloria Aura Bortolini, da “Kilimangiaro” a “Camper”, in molte trasmissioni televisive della Rai è inviata nei territori, nei borghi, nelle città o nei giardini italiani a scoprire luoghi inediti o dei luoghi sguardi nuovi.
Sposata ad un veronese, per molti anni ha abitato nella nostra città , neanche a dirlo in centro storico, a pochi passi dall’Arena. “E’ la mia dimensione” - ci dice - “Quando sono dovuta andare in Sud America per lavoro mi mancava molto questa tipologia squisitamente europea, ancora di più italiana. Anche se c’è oggi una trasformazione in atto, che tocco con mano con il mio lavoro in Rai, dove il “centro storico” perde sempre più il valore di luogo di aggregazione: la piazza, le botteghe non sono più luoghi sociali. Abbiamo sempre più un commercio “standard” ovunque uguale, che fa perdere l’identità , in una dimensione turistica diffusa che non ti fa capire dove sei. “
“I centro storici dunque sempre più “non luoghi”?”
“Se aggiungiamo il fatto che si stanno anche spopolando, che non ci sono più gli abitanti, non ci sono i giovani che ci abitano, forse arriveremo a che diventino non luoghi”.
“E nei Borghi italiani? Anche lì c’è lo spopolamento…”
“Si è vero, ma cominciano ad esserci buone pratiche, giovani che sono ritornati cercando, e costruendo, una buona qualità della vita, non con atteggiamento nostalgico, ma portando innovazione, in una dimensione più lenta, più sociale della quotidianità . Quella che avevano i nostri centri storici anche delle grandi città italiane, prima dell’invasione del turismo di massa”.
“Come vede allora il Turismo oggi?”
“E’ poco cosciente. Come poco consapevoli sono le persone. Questo porta poco a tutti, al Turista, all’abitante, al territorio, depaupera. Purtroppo la stessa Verona è parte di questo fenomeno. Manca un’offerta lenta, che parta dal territorio, non c’è uno scambio equo.”
“Da quanto tempo è nella nostra città , Verona?”
“La vivo da dieci anni e ho visto un grosso cambiamento: una grande città d’arte invasa. Per una Veneta come me è un dispiacere. Avrebbe bisogno di non sprecare il proprio valore, invece dovrebbe viverlo e capitalizzarlo in maniera diversa, più autentica e consapevole.”
“E la sua città ? Treviso”
“Devo dire che Treviso è riuscita a non contaminarsi, soprattutto nel centro storico forse la vicinanza con Venezia che ha attirato il turismo di massa, ha fatto si che ci fosse una selezione naturale. Con il Festival del Cinema che ho ideato e curo nella mia città in questi anni, una sorta di cine-turismo, sono riuscita a fare conoscere in maniera esperienziale i territori, una sorta di cinema verticale di promozione dei luoghi.”
“Ricordiamo il film-documentario da lei diretto “London Afloat” nel quale narra come si vive in barca nel cuore di Londra, un paesaggio al confine tra città e campagna, popolato da persone che vivono fuori dagli schemi convenzionali della società ”
“Una bellissima esperienza. Sul fiume Tamigi vivono i benestanti, sul canale di Regent chi non può permettersi un appartamento, una sola cosa li unisce: l’amore per la natura e per la libertà . Tutto il resto li divide. Seguirli ogni giorno nelle loro abitudini, per conoscerli, infine raccontarli è stato bellissimo, in un documentario dove ho ritratto una Londra insolita ed uno stile di vita sempre più diffuso. Sull’acqua.”
“Forse ci vorrebbe uno sguardo simile, attento, per Treviso e Verona, anch’esse città in un rapporto stretto con l’acqua. Magari ne ha più bisogno Verona, che in un certo qual senso ha rinnegato il suo fiume…”
“Sarebbe bello fare questa indagine visiva e non solo… bisognerebbe costruire un team…”
“Magari. Forse a Treviso si riesce a fare squadra, a Verona è molto più difficile…”
“Forse”.

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