Cioetto, presidente di Confimi Apindustria, Verona: «Serve una politica energetica industriale, per difendere la manifattura». L’Associazione invita le Istituzioni ad intervenire con politiche solide e strutturali a partire dal tema energetico. Bilancio e
«La manifattura chiede una politica energetica industriale. Serve una strategia che riporti il costo dell’energia a livelli europei e dia stabilità a chi investe e produce». È l’appello del presidente di Confimi Apindustria Verona Claudio Cioetto che, in occasione della tradizionale conferenza stampa di fine anno, traccia un bilancio e indica le prossime sfide per le piccole e medie imprese scaligere. «Dobbiamo arrestare il ridimensionamento della manifattura – prosegue –, che non è solo statistico, ma anche culturale e sociale. Le istituzioni sono chiamate a fare la loro parte con politiche solide e strutturali, a partire dal tema energetico». Secondo le stime di Confimi – emerse nel recente appuntamento annuale della Confederazione intitolato “Cara Energia…”, a cui hanno partecipato i ministri Giancarlo Giorgetti (Economia e Finanze) e Adolfo Urso (Imprese e Made in Italy) – un’impresa italiana paga l'energia 85,28 euro per MWh, oltre il triplo dei 25,45 euro della Francia, con la Germania che si attesta sui 44,50 euro. «Significa che un’impresa italiana paga l’energia oltre tre volte più di una francese e quasi il doppio di una tedesca – evidenzia Cioetto –. Questa netta discrepanza ha riflessi sul mercato e compromette ogni possibilità di competere. Uno squilibrio che non dipende solo da crisi internazionali o conflitti, ma nasce da speculazioni, da margini eccessivi e dalla mancanza di un intervento pubblico in un settore vitale per la manifattura».
«Il governo – sottolinea – deve intervenire, attraverso le proprie partecipazioni, per contenere il prezzo di gas, carburanti ed elettricità, come già fanno altri Stati. In Italia negli anni si è lasciato il mercato senza regole, con gravi conseguenze sulle aziende». Nel Manifesto per l’Energia di Confimi Industria sono state avanzate diverse proposte: «Un intervento diretto dello Stato nel mercato energetico e misure come la riduzione della fiscalità sull’energia, la revisione delle rendite delle società regolamentate, una solida politica estera energetica e il disaccoppiamento del costo dell’energia rinnovabile da quella fossile devono essere al centro del dibattito», elenca il presidente di Confimi Apindustria Verona. Per le piccole e medie imprese veronesi si chiude un anno complesso, stretto tra tensioni geopolitiche, guerre commerciali e un quadro internazionale instabile. In un contesto economico in profonda evoluzione, «le PMI continuano però a rappresentare il motore produttivo del territorio – prosegue – sostenute da Confimi Apindustria Verona su fronti decisivi come digitalizzazione, competitività e sostenibilità, oltre che sulla determinante battaglia contro il caro energia». Il ruolo dell’Associazione è sempre più strategico: supporto sui bandi, formazione finanziata, orientamento normativo e assistenza in ambiti operativi cruciali. «Mai come oggi fare rete è fondamentale. Il nostro compito è accompagnare le imprese con strumenti concreti e risposte rapide. Non possiamo controllare ciò che accade nel mondo, ma possiamo essere più attrezzati per affrontare ogni cambiamento». Il 2026 sarà un anno chiave per Confimi Apindustria Verona. Le priorità? «Potenziare la capacità di intercettare risorse per bandi e progetti, rafforzare la sicurezza sul lavoro e consolidare il servizio al lavoro per favorire l’incontro tra domanda e offerta. Vogliamo essere – conclude Cioetto – un ponte tra imprese e persone alla ricerca di opportunità. Le aziende hanno bisogno di competenze, molti veronesi hanno bisogno di orientamento: Confimi Apindustria Verona, anche su questo, punta a fare la differenza». Sante parole, quelle, che ci è dato di leggere, sopra. Solo due modeste riflessioni: Come può procedere l’imprenditore, piccolo o medio, se i costi energetici nostrani, sono superiori – vedi, dianzi – e non poco, a quelli francesi e tedeschi? Consola la frase: ”Le PMI continuano, però, a rappresentare il motore produttivo del territorio…”!!! Complimenti alla tenacia e alla buona volontà dell’impresa!
Pierantonio Braggio