Amarone: sfida fra l’antico, ingiustificato concetto di meditazione e versatilità.
Ad “Amarone Opera Prima”, 17-20 giugno 2022, Verona, abbinamenti, con piatti, da 4 angoli del globo. Il presidente del Consorzio Tutela vini Valpolicella, Marchesini: new wave, tra stile ed innovazione.
Cinque nuovi piatti. di altrettante aree di mercato, che valgono complessivamente un giro d’affari di circa 230 milioni di euro, per rompere lo schema, che classifica l’Amarone, come vino esclusivamente da meditazione, relegandolo ad accompagnare, perlopiù, portate a base di cacciagione o laboriosi stufati e arrosti. È l’obiettivo di “Amarone 4wd, off the beaten track”, la prima, delle due masterclass, tenutasi, il 18 giugno, a Palazzo Verità Poeta, Verona, in apertura dell’evento Amarone Opera Prima, mentre scriviamo, al suo terzo giorno di operatività. Una vera e propria prova di stile, quella in tema, per l’Amarone, chiamato a confrontarsi con la cultura gastronomica di cinque macroregioni internazionali - Mitteleuropa, Sud Est Asiatico, Nord Europa, Usa e Canada - interpretate da Nicola Portinari, chef bistellato del Ristorante La Peca, Lonigo, Vicenza, che ha ideato la sfida con il Consorzio. La masterclass, guidata dal critico gastronomico e wine expert, Davide Scapin, contempla, quindi, quattro piatti, uno, per ogni mercato, abbinati a una selezione blind di diverse espressioni di Amarone: fresco, ‘reciotato’, austero e potente. “È arrivato il momento di far emergere la versatilità dell’Amarone – spiega il presidente del Consorzio Valpolicella, Christian Marchesini – e di liberarlo da un preconcetto, che non tiene conto dell’evoluzione stilistica e poliedrica del nostro vino premium. Si tratta di un percorso – prosegue Marchesini – che, senza rinunciare all’identità, intende valorizzare un cambiamento, già in atto tra i produttori della Valpolicella. Siamo convinti che l’Amarone possa essere interpretato, in maniera innovativa, attraverso l’esplorazione di nuovi canoni del gusto. Un passaggio fondamentale per rispondere all’esigenza condivisa di riportare il settore Horeca, e in particolare l’alta ristorazione, al centro della nuova strategia di azione e di promozione del Consorzio”. La sessione, dedicata a 100 giornalisti – 80 dall’estero – è proseguita, con la seconda masterclass “The boom generation: gli ultimi decenni dell’Amarone, dalla sua escalation al successo mondiale”, condotta da JC Viens, italian wine ambassador, e Wset educator”, tasting, che guarda al futuro e alla new wave, in Valpolicella, dettata sia dal passaggio generazionale, che da giovani aziende. In degustazione gli Amarone di 6 cantine, con millesimi dal 1998 al 2016: Villa Spinosa (1998), Romano Dal Forno (2003), Cà La Bionda (2007), Le Guaite di Noemi (2010), Vigneti di Ettore (2012) e Villa San Carlo (2016). Ad Amarone Opera Prima, sono state presentate, domenica 19, l’annata 2017 e l’indagine “Amarone: analisi di un’eccellenza italiana. Un confronto comparato in uno scenario di incertezza”, condotta da Banco BPM - Funzione Studi & Ricerche e “Amarone e i miti dell’ospitalità veneta, tra storia e leggenda”, con gli interventi di Mauro Lorenzon, l’eclettico oste della Mascareta, Venezia, ora all’avvio di una nuova avventura professionale, nella sua Enoteca Guesteria, sempre nella città lagunare; Giacomo Sacchetto, chef del Ristorante La Cru di Romagnano, Grezzana, Verona, una stella Michelin, e Chiara Pavan, chef del Ristorante Venissa, pure una stella Michelin. Forte, quasi inutile dirlo, l’afflusso di appassionati e di operatori ai migliori vini veronesi, nei saloni della Gran Guardia. Importante, grandemente innovativa, dal punto vista del marketing – congratulazioni, per l’importante idea, al presidente Marchesini – la grande idea di rompere una tradizione inveterata, ingiustificata e dannosa, limitante l’Amarone, ad accompagnare solo qualche piatto, peraltro, indubbiamente importante, ma, solo all’italiana, mentre il figlio del Reciòto, bene s’accoppia a numerose altre preparazioni, nel nostro caso, estere, trovando approvazione e ottimo gradimento. Una nuova via, finalmente, dunque, atta creare e ad individuare nuovi canali e nuovi interessati al prezioso Amarone, oro liquido della Valpolicella e di Verona, che, certamente, come si è visto, con la collaborazione di esperti tecnici di cucina, si radicherà, molto apprezzato, in altre zone del globo.
Pierantonio Braggio

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