Fondazione Campostrini, Verona, edita la traduzione dell’opera del filosofo Dietrich von Hildebrand, dal titolo: “Il cuore. Un’analisi dell’affettività umana e divina”.
Quanto contano il cuore e l’affettività, nella vita…? Si è interrogato, a sua volta, su tale tema, il filosofo Dietrich von Hildebrand (Firenze 1889 – New York 1977) nel libro “Il cuore. Un’analisi dell’affettività umana e divina”, recentemente tradotto e pubblicato dalla Fondazione Centro Studi Campostrini, Verona. “Il cuore è uno dei simboli universali della vita affettiva - spiega Massimo Schiavi traduttore del libro, assieme a Damiano Bondi - diffuso in molte civiltà sin dai tempi più antichi. Oggi, tuttavia, questo fondamentale simbolo richiama quasi unicamente un vago e impalpabile sentimentalismo, assai lontano dalla tradizionale immagine del cuore come centro della persona e come capacità di apertura alla trascendenza”. Allievo di Husserl, Hildebrand è stato tra i maggiori rappresentanti del realismo fenomenologico, nonché della corrente della rinascita del tema delle emozioni, arricchendo in modo fondamentale la tradizione del personalismo cristiano, secondo l’evoluzione sviluppata da Karol Wojtyla (Papa Giovanni Paolo II) a servizio del rinnovamento intellettuale e culturale. Animato da un elevato senso del mistero e della dignità dell’essere umano, Hildebrand elaborò un personalismo che diffonde nuova luce su libertà e coscienza, sulla trascendenza religiosa della persona, sulla relazione tra individuo e comunità, sull’amore tra uomo e donna e sul potere rigenerante della bellezza. Secondo Paola Premoli De Marchi, docente, traduttrice e tra le massime esperte del pensiero di Hildebrand, “egli dice esplicitamente che il suo scopo principale è quello di “riabilitare” la sfera affettiva. Per Hildebrand, è necessario comprendere che esiste un terzo centro spirituale della persona che possiamo identificare con il cuore. Il cuore può indicare la fonte di tutta la vita affettiva della persona, oppure il centro profondo più profondo e intimo di tale vita affettiva, quello in cui prendono forma i sentimenti più elevati e decisivi. Entrambi i significati vanno tenuti in considerazione per comprendere il cuore umano, ma il secondo è quello più rilevante.Tutti questi sentimenti implicano un elemento di consapevolezza che può essere presente nella coscienza o rimanere sullo sfondo delle nostre esperienze attuali. L’intenzionalità introduce nelle esperienze affettive un elemento cognitivo, per cui possiamo concludere che nei livelli più elevati della nostra sfera affettiva l’intelligenza è chiamata a cooperare con il cuore”. Il libro è ottenibile, su Amazon, sul sito della Fondazione Campostrini, https://www.centrostudicampostrini.it/, e nella sede della Fondazione, via Santa Maria in Organo, 2, 37100 Verona. Purtroppo, con i tempi, che corrono, è certamente bene leggere, attentamente, l’opera, sopra descritta, per crearci “cuore ed affettività”, prima che ambedue questi importanti elementi della vita, vadano del tutto perduti, travolti, come vengono, da un sempre più nuovo modo di vivere, aggiornato, sì, ma, vuoto di valori, e pieno di una nuova visione, spesso errata, del vivere e dei rapporti umani, che, purtroppo, causa la dominante superficialità, tendono, sempre più, a deteriorarsi. Ringraziamo Maddalena Faedo, che ci ha fornito la notizia, di cui sopra.
Pierantonio Braggio