Tragedia nella Grotta dell'elefante bianco, sospese le ricerche dello speleo scomparso. Riprenderanno oggi, mentre il sindaco di Valstagna Aldo Negrello ieri era sconsolato: «L'amministrazione comunale ha le mani legate».
Il primo cittadino si riferisce all'esito dell'ordinanza del '99 (allora era sindaco Sasso) che vietava le immersioni nel lago Subiolo, già teatro di tante tragedie: il provvedimento venne vanificato dal ricorso del Comitato per la riapertura delle grotte e dalla Società italiana di speleologia, accolto dal presidente della Repubblica. Come dire: il sindaco di Valstagna quella grotta la farebbe chiudere definitivamente.
Ma ieri l'acqua sgorgava troppo impetuosa dal laghetto di Ponte Subiolo e impediva le operazioni di ricerca, rinviate ai prossimi giorni, di Peter Lajkep, 48 anni, sub della Repubblica Ceca, inghiottito dalle acque dopo l'immersione effettuata sabato con due amici. Troppo pericoloso cercare di immergersi con il maltempo che ha fatto ingrossare il lago, creando vortici che metterebbero a repentaglio la stessa vita dei soccorritori.
«Il sub, con altri cinque amici cechi, si trovava in Valbrenta da alcuni giorni - spiega Ennio Lazzarotto, presidente del Gruppo Grotte Giara, esperto speleosub intervenuto anche nelle precedenti tragiche vicende del Subiolo - Volevano esplorare le grotte dei Fontanazzi, a Solagna, dell'Oliero e del Subiolo. Le condizioni del tempo non erano propizie, ma l'aspetto ambientale potrebbe essere secondario, rispetto ad eventuali problemi, forse fisici, segnalati, pare, dal Lajkep. A meno che l'acqua non abbia cominciato a salire in fretta, mentre stava risalendo, ostacolandone l'uscita dal lago. I tempi del recupero sono legati alle condizioni meteo: se continua a piovere, il livello del lago non scende e l'acqua resta torbida». Nel 1994 Salvatore De Filippis, responsabile del Gruppo Sommozzatori dei vigili del fuoco di Vicenza, aveva recuperato i corpi di Paolo Trentinaglia e Bruno Cappellato. Nel 1999, era presente anche per riportare in superficie Francesco Bizzotto, di Marostica e Moritz Zanotti, di Caerano San Marco. «Importante ora è recuperare il corpo del sub - afferma De Filippis - e poi con i riscontri sanitari e l'analisi del tracciato del computer del Lajkep, sarà possibile ricostruire i suoi movimenti e capire cosa ha causato questa ennesima tragedia».
«Era uno speleosub esperto e ben attrezzato - ha ricordato Giovanni Foti, del Corpo Nazionale Soccorso Alpino - Il fatto che abbia tentato, come pare, di risalire da solo, fa parte delle regole di autosufficienza degli speleosub, per non mettere a repentaglio l'incolumità degli altri compagni».
Ieri pomeriggio, intanto, era in programma l'interrogatorio degli altri colleghi del sub scomparso, nella caserma dei carabinieri di Solagna, mentre l'area dell'incidente è presidiata e oggi sarà attrezzata una postazione per le operazioni di recupero. È atteso l'arrivo in giornata di un gruppo speciale di speleosub da Roma.