La Casa-Museo di Giulietta, Verona, arricchita di un nuovo dipinto. Acquisito dai Musei Civici veronesi, è il lavoro di Cosroe Dusi, dal titolo: “Giulietta e Romeo”.
La Casa-Museo di Giulietta, Verona, arricchita di un nuovo dipinto. Acquisito dai Musei Civici veronesi, è il lavoro di Cosroe Dusi, dal titolo: “Giulietta e Romeo”.
Oggi, nella Casa di Giulietta, Verona, il grandioso, splendido e parlante dipinto, del pittore veneziano Cosroe Dusi (1808-1859), “Giulietta e Romeo”, risalente al 1838, raffigura l’incontro notturno dei due amanti, nella dimora della giovane Capuleti. Il dipinto è stato saggiamente acquistato da Musei Civici di Verona, nell'ambito di un progetto di riallestimento della Casa di Giulietta, nella quale, rimarrà esposto – dopo quasi due secoli dall’unica apparizione pubblica – arricchendo il percorso di visita del complesso museale. Il progetto è dovuto alla direttrice dei Musei Civici, Francesca Rossi, e alla curatrice della Casa di Giulietta, Fausta Piccoli. “Si tratta di un’importante acquisizione, con cui i Musei Civici vanno a consolidare un potente fattore di attrattiva della città di Verona, il mito di Giulietta e Romeo, reso immortale da Shakespeare. Il dipinto ottocentesco di Dusi si inserisce coerentemente e dialoga con l’allestimento “in stile” della Casa di Giulietta, ideato da Antonio Avena, tra il 1938 e il 1940 – evidenzia l’assessora alla Cultura del Comune di Verona, Marta Ugolini –. Nell’intento di arricchire l’esperienza di visita, si è studiata una collocazione dell’opera nel salone più ampio della Casa, salone dove le rilevanti dimensioni della tela possono risultare pienamente apprezzabili anche per una visione a distanza, con uno stile che richiama le messe in scena teatrali. Ricordiamo che le opere d’arte originali e richiamanti la vicenda dei due giovani e sfortunati amanti, esposte nella Casa di Giulietta, non sono ad oggi particolarmente numerose. L’esposizione permanente del dipinto di Dusi, in dialogo con un’altra opera ottocentesca, Giulietta. di Pietro Roi del 1882, rappresenta il primo passo di un percorso che introdurrà miglioramenti significativi alla Casa di Giulietta. Un vero e proprio luogo iconico di Verona, che come Amministrazione vogliamo rendere di nuovo all’altezza della sua notorietà e del ‘pellegrinaggio laico’ che ogni anno si reca ai luoghi shakespeariani, dal cortile con il celebre balcone, alla Casa di Giulietta, alla sua tomba”. “Il grande dipinto a olio su tela di Dusi si presenta ottimamente conservato all’interno di una pregiata cornice dorata originale di manifattura milanese – continua la direttrice dei Civici Musei veronesi, Francesca Rossi –. L’opera fu realizzata per l’Esposizione di Belle Arti di Venezia del 1838. L’eleganza della pittura proviene da una sapiente combinazione di artifici compositivi e tecnici che dimostrano un’interpretazione melodrammatica molto personale del magistero di Francesco Hayez, in voga all’epoca. L’articolazione scenografica dello spazio architettonico, lo sfoggio dei colori, gli effetti luministici e degli abiti che indossano i due personaggi, l’espressione intensa del loro saluto amoroso struggente, la finezza del disegno, sono tutti elementi che esaltano il fascino e la qualità stilistica del dipinto. Il soggetto riflette anche il preciso momento in cui la vicenda dei due giovani innamorati vide la sua prima, grande fioritura e alimentò in tutta Europa la conoscenza e la fama dei luoghi veronesi di Romeo e Giulietta, a partire dalla Tomba e dalla Casa di Giulietta. A date così precoci, sono davvero molto rare le opere pittoriche, dedicate al soggetto. Questa acquisizione aggiunge quindi un tassello cruciale per la conoscenza della prima stagione della diffusione nell’arte figurativa del tema shakespeariano. Per questo siamo particolarmente orgogliosi che sia entrata nel percorso di visita della Casa-Museo. In Italia, si avrà poi un picco di interesse tra gli artisti del secondo Ottocento e primo Novecento, in parallelo alla fortuna all’estero, in particolare nella pittura inglese e tedesca. L’opera viene ora esposta nella cosiddetta “Sala da Ballo” in dialogo, con i costumi di scena di Danilo Donati per il celebre film di Zeffirelli del 1968 e con l’opera a pastelli colorati di Pietro Roi, Giulietta, donata ai Musei Civici dal generoso gesto di Giuseppe Manni, animato dal desiderio di vedere, nella Casa-Museo, dei capisaldi rappresentativi del mito dei due amanti nell’arte”. Il dipinto – olio su tela, cm 218 x 164 – in perfetto stato conservativo e realizzato dal Dusi, sulla via dell’aggiornamento del suo stile, in direzione dell’esperienza, in pittura di storia, di Francesco Hayez, raffigura Romeo, che abbraccia Giulietta, rivolgendole un tenero sguardo, nello spazio intimo di un balcone o di un loggiato. Spiccano l’espressività dolente dei due innamorati e la preziosità del loro abbigliamento, che passa dal rosso acceso – meraviglioso – per la veste di Romeo, al lucente bianco, per quello di Giulietta, simbolicamente polarizzati, tra purezza e passione. Nel 1838, all’Accademia di belle Arti di Venezia, ebbe luogo una mostra, a celebrazione della visita dell'imperatore d'Austria Ferdinando I, nella quale, Dusi espose ben sette opere, tra le quali, “Romeo e Giulietta”, che aveva eseguito, su commissione del conte Francesco Gualdo di Vicenz. Documenti attestano il pagamento dell’opera e la provenienza da Milano dell’eccezionale cornice, in foglia d’oro, che, ancora oggi, impreziosisce il dipinto. Ha dato il via alla romantica e tragica storia di Giulietta e di Romeo – pubblicata, come novella, nel 1531 – il vicentino Luigi da Porto. Di tale storia si occupò quindi, William Shakespeare, che, nel 1596, la mise in scena, come “The most Excellent and Lamentable Tragedy of Romeo and Juliet”. Il quadro, riscoperto dal prof. Sergio Marinelli e studiato anche da Elena Lissoni e da Fernando Mazzocca, è, dunque, oggi, a Verona…, per essere ammirato e per impreziosire la visitatissima Casa-Museo di Giulietta, casadigiulietta.comune.verona.it. Un dipinto, che onora il grande Dusi, Luigi da Porto, William Shakespeare e la scaligera Verona, che lo ospita. Quanto alla biografia del Dusi, scrivono i Musei Civici di Verona: ”Nato a Venezia il 28 luglio 1808 da umile famiglia, appena dodicenne entrò all’Accademia di Belle Arti di Venezia dove si formò con Teodoro Matteini, distinguendosi ben presto per la sapienza dei modellati, i colori brillanti e smaltati, gli effetti luministici, che resteranno i tratti peculiari dell’artista. Dapprima apprezzato ritrattista, nel 1825 sposò Antonietta Ferrari, sorella dello scultore veneziano Luigi Ferrari. I suoi gusti si indirizzarono ben presto ad una pittura spiccatamente troubadour, con una progressiva inclinazione alla pittura di storia, sulla scia del suo illustre concittadino Francesco Hayez, nel frattempo trasferitosi a Milano. Dusi fu regolarmente presente alle Esposizioni annuali dell’Accademia di Venezia, in cui presentò molti dipinti, tra cui la Morte di Alcibiade nel 1827 e la Ninfa Salmace che tenta di sedurre l’innocente Ermafrodito, nel 1829. Negli anni Trenta le commissioni si intensificarono: al 1831 risale la grande tela con Francesca da Rimini, presentata a Milano, che tuttavia fu criticata per l’eccessivo calligrafismo descrittivo e la scarsa attenzione filologica dell’ambientazione; seguirono commissioni religiose a Venezia, ma anche a Treviso, Udine, nel sud del Tirolo, in Carinzia, in Dalmazia, e quindi la nomina a socio onorario dell’Accademia di Venezia nel 1832.nDopo un breve viaggio a Monaco nel 1837, Dusi ritornò a Venezia, dove gli fu affidata l’esecuzione del sipario del Teatro la Fenice e dove presentò molte opere all’esposizione dell’Accademia del 1838, tra cui le grandi tele con Socrate che rimprovera Alcibiade e Giulietta e Romeo, quest’ultima su commissione del conte Francesco Gualdo di Vicenza. Alla fine del 1839 partì per la Russia e nella primavera del 1840 giunse a San Pietroburgo, dove si trasferì stabilmente su invito del futuro zar Alessandro II. Qui visse per vent’anni, fino al 1856, svolgendo soprattutto attività di ritrattista e venendo nominato, già nel 1842, professore accademico. Rientrato dalla Russia per problemi di salute, si spense a Marostica, nei pressi di Vicenza, il 9 ottobre 1859. Ritrattista, paesaggista e pittore di soggetti storici, mitologici e di argomento sacro, ma anche incisore e decoratore di sipari teatrali, Dusi non conta ad oggi un catalogo particolarmente ricco, ma ciò si deve probabilmente a causa dei suoi numerosi e lunghi soggiorni all’estero, che hanno finora impedito di individuarne tutte le opere, spesso disperse in luoghi lontani e difficilmente accessibili. Per la vivacità della sua pittura e la rapidità esecutiva con cui ideava e portava a compimento composizioni anche complesse, venne soprannominato dai suoi contemporanei il "Tintoretto moderno". Verona dispone, oggi, di un ulteriore grande pezzo di storia dell’Arte…!
Pierantonio Braggio

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