MY PACE: CORRERE CON GLI ALTRI PER SCOPRIRE SE STESSI
Dalla corsa su strada alle ultradistanze in montagna, il passo è stato lungo. Ma Luca Lonardi lo ha fatto con il fiato giusto e una mente centrata. «Ho iniziato grazie a mio padre», racconta. «Poi un giorno ho accompagnato un amico a prepararsi per il Tor des Géants, e lì è cambiato tutto».Classe 1981, veronese, parrucchiere di professione, Luca corre per stare bene. Il trail running è diventato una seconda vita. Dopo una gara di 30 km con 2000 metri di dislivello, non è più tornato indietro. Da allora ha affrontato prove epiche: 115 km con 8000 metri di salita, deserti africani, nevicate in quota. «La testa comanda tutto. Se lei dice sì, il corpo la segue».Nel 2024 è entrato nel team MyPace di Verona, una realtà sportiva che promuove il trail come esperienza accessibile e profonda. «Mi sono iscritto per le persone. Poi ho voluto restituire qualcosa. Oggi sono socio e aiuto a organizzare eventi e supportare i nuovi iscritti».Il gruppo condivide fatica e passione. MyPace è allenamento, ma anche supporto emotivo e pratico. Si impara a scegliere l’attrezzatura, a preparare lo zaino, a gestire la paura. «In montagna può succedere di tutto. Ma se sai cosa aspettarti, puoi farcela».Il trail non è solo tecnica e resistenza. È concentrazione, ascolto, immersione totale. «Non corro con la musica. Mi piace ascoltare il respiro, i passi, gli alberi». Il silenzio diventa alleato. E la salita un’occasione per capirsi meglio.Luca si allena tutti i giorni. A volte anche due volte: corre, nuota, pedala. La fatica non lo spaventa, ma la rispetta. «Non bisogna strafare. Bisogna conoscersi». Anche la preparazione mentale è cruciale: «Partire con il sorriso fa la differenza. Devi sapere che sarà dura, ma che vale la pena esserci».La gara più dura? La Marathon des Sables. Sei giorni nel deserto, 250 km in autonomia. «La sabbia ti entra ovunque, il caldo ti svuota. Ma poi arrivi. E ti senti un’altra persona».Con MyPace, oggi, Luca è un punto di riferimento. «Non servono record. Serve cuore, testa, umiltà. E voglia di provare». Il trail non è per chi vuole vincere: è per chi vuole mettersi in gioco. Per chi trova nella salita non un ostacolo, ma una promessa di scoperta. Per chi è curioso di cominciare o vuole semplicemente saperne di più, tutte le informazioni sono disponibili sulla pagina Instagram del team: ps:www.instagram.commypacerunningteam?igsh=MXJxeXE1emgxMTN2NQ%3D%3D